Verità e Menzogna Parte 1

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Quando ritorno a Kraai ormai è notte fonda, qui si capisce dal fatto che una delle due lune, quella bluastra, prevale di gran lunga su quella bianca.

Saluto Yalis con un cenno del mento prima di dirigermi al castello, lui nel mentre scompare tra le ombre che lo avvolgono.

Le parole della pantera mi rimbombano in testa oscurando qualsiasi altro pensiero, mi inghiottono e mi soffocano lasciandomi senza fiato.

Mi sembra di camminare nel fango, come quando ero a Ravenshore, ogni passo più pesante di quello precedente e il cuore reso a pezzi e sparso ai miei piedi come cenere.

-Testolina sembri più depressa del solito- afferma la voce che ormai mi è così familiare.

Jessamine.

Mi volto verso di lei ed emetto un lungo sospiro -Devi dirmi la verità Jess, ho bisogno di sapere tutta la verità-

I piedi che prima si trovavano a qualche centimetro da terra ora si appoggiano del tutto senza però piegare l'erba sottostante -Ti avevo detto di parlare con Malphas-

Mi passo una mano sul volto lasciandola scivolare lentamente -Cambia discorso ogni volta e non sono più così tanto sicura di potermi fidare delle sue parole. Quindi, ora, mi dirai ciò che merito di sapere. Perchè lo merito Jessamine questo è innegabile-

Mi guarda per qualche istante prima di rispondere -La maledizione Iterum, si chiama così-

-Cos'è? In cosa consiste?- affermo in tono concitato forse per la paura che smetta di parlare, come fanno tutti.

Alza gli occhi al cielo borbottando qualcosa a bassa voce -Mi pentirò di questo, ne sono sicura- torna a guardarmi e si siede sul prato facendomi cenno di imitarla -Non fa che ripetersi, ogni volta, secolo dopo secolo- fa una pausa e guarda l'orizzonte presa dai suoi pensieri -Molti, moltissimi anni fa ci fu il Primo Grande Scontro tra i Tre: Fenice, Corvo e Lilith. Da quello scontro si creò una scissione temporale, una frattura nel tempo. Ogni cento anni il fenomeno si ripete, ogni cento anni lo scontro dei Tre ha luogo nelle Terre Morte ma con un'eccezione. Un umano scelto dal Fato assisterà alla battaglia assorbendo parte dei poteri dei Tre, i cosiddetti Daevia-

Sento la gola improvvisamente secca e devo deglutire svariate volte prima di poter parlare -Che fine fanno? I Daevia intendo-

Lei mi guarda con un mix di compassione e frustrazione -Non riescono a chiudere il cerchio. E' la loro missione, porre fine a questa secolare guerra. Ma il potere dopo un certo periodo sembra rigettare il loro corpo prosciugando la vita fino alla morte. Nessuno, ovviamente, è mai sopravvissuto-

Nessuno è mai sopravvissuto.

 -Perchè Malphas non me l'ha detto?- sussurro con le mani strette in grembo.

-Per non farti spaventare, Rosaline è impazzita quando è venuta a saperlo- ribatte con una scrollata di spalle.

Rosaline allora era una Daevia.

-Lui la amava?- 

Ho paura della risposta, ho paura di scavare ancora più a fondo nel buco che mi ritrovo al posto del cuore. Ma devo sapere.

-Lei amava lui ma non so se lui amasse lei. Stette molto male quando morì, questo lo so per certo-

Annuisco lentamente in balia dei pensieri -Ora vaga su queste terre vero?-

-Si, ma non si fa vedere. Non l'ho più vista da quel giorno, il giorno della sua morte intendo- mi guarda di sfuggita forse per evitare di scorgere il mio volto che rispecchia il mio attuale stato d'animo.

-Quindi morirò- constato alla fine dopo un lungo silenzio.

Jess si alza di scatto fluttuando sopra il prato cobalto -Non è detto, tu potresti farcela e superare la mutazione-

Anche io mi alzo ora però con la rabbia che avvolge ogni parte di me -Perchè dovrei farcela? Perchè mi chiamo Diane? Perchè sono orfana o perchè vengo da Ravenshore? Dimmi dai, dato che tutti qui avete il diritto di saperne più di me!-

Jess guarda alle mie spalle e io anche senza voltarmi avverto la sua presenza.

-Cosa succede?- mi domanda con tono serio Malphas.

Mi volto velocemente e ignoro le emozioni che sento nel vederlo qui a pochi centimetri da me -Cosa succede? Dimmelo te Malphas- rispondo stizzita con il sangue che mi ribolle nelle vene.

Al suo fianco c'è l'uomo dalla pelle blu, forse il suo secondo in comando -Non parlare così al nostro Sovrano dovresti...-

Malphas alza una mano per zittirlo senza staccare gli occhi dai miei -Lasciateci soli-

Jess e l'uomo non se lo fanno ripetere due volte, nel giro di qualche secondo ci ritroviamo da soli.

-Vieni nel mio studio- afferma prima che io possa aprire bocca.

Ci dirigiamo in silenzio verso il castello. Dopo qualche rampa di scala arriviamo in un enorme studio rosso ciliegia. Una grande scrivania in mogano è posizionata in mezzo alla stanza accompagnata da una poltrona dorata.

Si appoggia sulla scrivania stendendo le lunghe gambe davanti a se -Cos'è successo ad Adamantis? Perchè sei arrabbiata?-

Scoppio a ridere senza riuscire a trattenermi -Adamantis?-

Si muove a disagio sulla scrivania lasciando però il volto impassibile -Non fare così Diane, dimmi cosa c'è che non va-

Mi avvicino a lui di qualche centimetro con uno sguardo a dir poco deluso -Quando pensavi di dirmi della maledizione Iterum? Se pensavi di dirmelo ovviamente- sta per parlare ma questa volta sono io a interromperlo -E' tutta una dannata presa in giro, tu che mi dici che sarò al sicuro e che non devo preoccuparmi di niente. Che qui posso essere felice. Questo però non ti è bastato, no, dovevi anche fingere di essere interessato a me e farmi cadere nella tua trappola per chissà quale scopo. Per te tanto non era importante informarmi che dovevo morire, come se questo non riguardasse la mia vita!-

Si raddrizza più rigido che mai, il volto pallido per la prima volta da quando lo conosco -Non dovevi venire a saperlo così-

-Ah no? Me lo avresti detto in punto di morte, ma che carino!- faccio un sorriso pieno di disprezzo -Sei un bugiardo e io ci sono cascata in pieno-

In due soli passi mi afferra entrambe le braccia -Non è come pensi, ti stai sbagliando-

Sento le lacrime pungermi agli occhi ma non piangerò, non questa volta -Allora dimmi! Dimmi questa grande verità Malphas!-

-Aroha- sussurra abbassando gli occhi sui miei.

-Cosa c'entra ora?-

Fa un lungo sospiro e mi lascia andare. Si passa una mano tra i capelli nero blu con frustrazione -Ti ricordi che ti avevo detto che un giorno te ne avrei parlato? Bene, è giunto il momento ma promettimi di ascoltare fino alla fine-

Stringo le braccia al petto quasi come se volessi impedirmi di cadere -Va bene, te lo prometto-

E allora lui dopo avermi guardata per un lungo istante inizia a parlare.


Unione Suprema 2 -The Dark Crow and the Phoenix of Light-Where stories live. Discover now