Unione Suprema 2 -The Dark Crow and the Phoenix of Light-

Verità e menzogna- Parte 2-

Ricordo che tempo fa aveva detto quella parola.

Aroha.

Malphas si appoggia nuovamente sulla scrivania con il volto pallido e gli occhi colmi di qualcosa che non riesco a comprendere.

-Sono stato nominato Sovrano di Kraai secoli fa. Il potere che viene conferito all'ascensione è enorme, nessuna creature di questo Regno può eguagliarlo. Sessant'anni dopo l'ascensione Lilith cercò di impadronirsi del mio potere e della mia terra, fece lo stesso con i Sei Regni. Voleva essere l'unico Essere Supremo ed eliminare Il Corvo e la Fenice. Scatenò una guerra e morirono molte brave persone, tutti lottavano per proteggere il proprio popolo da queste creature mostruose. Dopo mesi di battaglie, per evitare altri spargimenti di sangue, la sfidai nella Terra Madre, ora conosciuta come Terre Morte. Le promisi che se mi avesse ucciso il trono sarebbe stato suo. Lei la colse come un'opportunità e accettò subito, senza indugio. Il duello ebbe inizio ma come pensavo Lilith non giocò a carte scoperte perché fece si che mentre ero distratto una parte del suo esercito, fatto di ombre, prendesse le persone a me care. Quando vidi mia madre e mio padre tra le grinfia di due Oscuri mi distrassi e questo lei lo aveva previsto e ne approfittò. Mi colpì alle spalle e mi avrebbe ucciso se non fosse intervenuta la Fenice. Lottammo fino alla fine e nel culmine del nostro potere la Terra si divise, letteralmente, generando un esplosione così forte da scagliarci tutti a terra. Distrusse la natura rigogliosa e trasformò il terreno sano in terra arida e senza vita. Ogni cosa parve perdere la vita. Allora non capii cosa stava succedendo. Lilith scomparve con l'esplosione, lasciò alle sue spalle solo i cadaveri dei miei genitori. La Fenice era gravemente ferita così volò via lasciando solo una scia luminosa sul terreno spento. Io ritornai dal mio popolo ma ero turbato perché sapevo che lei era ancora viva, ferita si, ma viva. Centosessant'anni dopo, lo stesso giorno della prima battaglia, ci ritrovammo di nuovo tutti e Tre sulle Terre Morte. Eravamo lì anche se un attimo prima ci trovavamo da un'altra parte. Questa volta però c'era una differenza. Un umano era lì con noi, non lo avevo mai visto prima. Lilith attaccò per prima e così mi ritrovai nuovamente in quella realtà per quanto assurdo potesse sembrare. Ma volevo ucciderla, volevo vendicare i miei genitori così non rimasi fermo. Esattamente come l'ultima volta un'esplosione di energia ci costrinse a terra. Questa volta però l'umano che si trovava lì assorbii una parte del nostro potere. Lilith lo volle morto ma la Fenice lo portò via prima che la sua collera esplodesse. Dentro di noi si generò una consapevolezza, così dal nulla come se avessimo sempre saputo. Una parola si formò sulle mie labbra. Maledizione Iterum. La stessa maledizione che aveva generato il primo Daevia, colui che doveva chiudere il cerchio. Colui destinato a uccidere l'essere delle Tenebre Supremo-

Faccio un passo indietro portandomi una mano sul petto -Quanti? Quanti Daevia sono stati generati e poi sono morti?-

Malphas alza gli occhi viola oscurati dai sentimenti - Quattro, tu sei la quinta-

Faccio un altro passo indietro fino a sedermi su una panca di legno.

Sono tutti morti ed erano tutti come me ma non sono riusciti a chiudere il cerchio.

Il mio destino era quello. Vivere fino a quando il potere non mi consumerà.

Alzo gli occhi su di lui e sussurro -Cosa c'entra Aroha con tutto questo? -

Lui abbassa le spalle, sconfitto, stanco, fragile come mai lo avevo visto -Mi avevi detto che ti ho ingannata, che ciò che provavo per te era solo una trappola per adescarti ma non è così e l'ho saputo il giorno in cui ho incrociato i tuoi occhi per la prima volta- incrocia le gambe all'altezza delle caviglia e sospira -Aroha è il significato puro e genuino di Amore per noi. È un legame che può scattare solo una volta nella nostra intera esistenza ed è per sempre. Nel momento in cui scatta non ci sarà più nessuno per te perché il centro del mondo è e sarà sempre quella persona. Conti più di chiunque abbia mai conosciuto in tutti questi secoli e farei qualsiasi cosa per te ma non volevo dirlo perché questo può renderti un ostaggio per i mie nemici. Cederei il trono per te e se si venisse a sapere prima che tu controlli i tuoi poteri saresti sempre minacciata-

Le lacrime mi scorrono sulle guance e il cuore mi si stringe così tanto da farmi male.

Lui mi ama, lui mi ama davvero.

Mi asciugo gli occhi e noto che osserva attentamente ogni mio movimento -Perché mi hai tenuto nascosta la verità? Perché non mi hai detto della maledizione?-

Malphas esita ma non stacca gli occhi dai miei -Perché avevo paura di perderti. Se tenevo le cose per me magari mi sarebbe sembrato meno reale-

Un altro colpo al cuore. Mi sembra di non riuscire a respirare, ora lo studio mi sembra molto più piccolo e stretto. Sto soffocando dentro.

Mi alzo in piedi cercando di non traballare -Ho bisogno di pensare- sussurro appena per farmi udire.

Lui annuisce piano -Certo ne hai tutto il diritto. Ti ho mentito e questo non è facile da digerire-

Lo guardo per un momento che pare un'eternità. Vorrei dirgli che lo amo anche io, più di ogni altra cosa ma le parole mi muoiono in bocca.

Devo prima accettare il fatto che mi abbia mentito nonostante tutto. Devo prima accettare quello che ho appreso.

Esco dallo studio e percorro i corridoi senza vedere niente per davvero, come se stessi camminando nella nebbia più totale.

Una volta nella mia stanza mi accascio a terra e mi lascio andare in un lungo pianto.

Piango perché sono protagonista di una maledizione.

Piango perché ho paura di morire di nuovo.

Piango perché ho paura di essere consumata dall'energia che scorre nelle mie vene.

Piango perché non posso permettermi di lasciare Elly di nuovo da sola.

E piango perché amo così tanto Malphas.

Lui mi amerà per sempre, non c'è stata nessuna Rosaline e mai ce ne sarà una.

Però sa che c'è la possibilità di perdermi e questo lo distruggerebbe più di tutto e tutti.