CAPITOLO 3

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CAOS

Sapeva che era troppo pericoloso cercare di raggiungere il preside, specialmente dopo il coprifuoco. La squadra inquisitoria, formata dalla professoressa Umbridge, sicuramente aveva il permesso di ignorare il coprifuoco.

I suoi due migliori amici si rifiutarono sin da dubito di lanciarsi nell'impresa, pressoché impossibile. Non volevano rendere l'anno più difficile di quanto non fosse già, Hermione non poteva biasimarli date le circostanze.

Hermione uscì frettolosamente dalla sala comune dei Grifondoro e a passo svelto salì le scale per andare nell'ufficio del preside. Il nervosismo che la stava attraversando era enorme, non faceva che guardarsi intorno.

Sentì i passi e le voci dei membri della squadra inquisitoria riecheggiare nei silenziosi corridoi del castello, pregò silenziosamente Merlino per non farsi trovare. Merlino sapeva che tipo di punizione le avrebbero dato, o peggio ancora se fosse stata la Umbridge ad occuparsi di lei.

Una volta arrivata al quinto piano del castello emise un sospiro di sollievo quando vide il ritratto dell'ufficio di Silente. Bussò velocemente sulla porta dell'ufficio che dopo qualche minuto si aprì, rivelando così l'interno dell'ufficio dell'anziano preside.

"Signorina Granger, non vi aspettavo. Suppongo che ci sia qualcosa di molto importante da spingerti a non rispettare il coprifuoco."- l'anziano preside disse tutto con calma, riuscendo a nascondere l'irritazione che provava nell'essere interrotto nei suoi pensieri.

"Signore, sono venuta qui perché Harry ha un problema con il suo mantello dell'invisibilità."- disse Hermione.

Davanti a tale motivo il preside finalmente sostituì la sua irritazione con la curiosità e lasciò che la studentessa continuasse. Non era solito che ci fossero problemi con il mantello dell'invisibilità, un dono della morte non poteva semplicemente smettere di funzionare. C'era sicuramente qualcosa da non ignorare.

Silente aveva ascoltato molto attentamente la giovane maga, anche se non mostrò mai la sua curiosità e confusione.

"Ti ringrazio per avermi informato di questo strano avvenimento, signorina Granger, ne prenderò atto. Ora ti consiglio di tornare nel tuo dormitorio, non vorrai mica che il signor Gazza ti trovi a gironzolare per il castello, dico bene?"- disse con la sua voce dolce e rassicurante.

"Certo signore"- concluse la ragazza.

Dopo che Hermione uscì dal suo ufficio, Silente sbuffò. Nelle ultime settimane si erano verificati troppi problemi. Dal ritorno dell'oscuro signore all'horcux distrutto, i mangiamorte mutilati a Diagon Alley fino ai problemi con i doni della morte.

Da qualche giorno la bacchetta di sambuco manifestava non pochi problemi, gli incantesimi che eseguiva risultavano deboli oppure imprecisi e a volte la bacchetta sembrava rifiutarsi di obbedire ai suoi comandi. Il ché fu non poco sospetto, poiché lui reclamò la bacchetta molto anni prima da Grindelwald e non si erano mai verificati problemi simili.

Silente sospettava che questi strani avvenimenti fossero in qualche modo collegati a colui che aveva distrutto l'anello Gaunt. Passò molto ore a cercare di capire chi fosse l'autore del messaggio destinato a Lord Voldemort, ma non riuscì a far luce sulla questione. Chiunque lo avesse scritto sembrava voler vedere Tom Marvolo Riddle morto quanto lui ed Harry, e chissà, forse di più di loro due.

Ma ciò che lo incuriosì di più fu la menzione del padrone della morte dal mantello dell'invisibilità. Il padrone della morte, secondo la leggenda dei Peverell, sarebbe stato il detentore dei tre doni e l'essere più potente che il mondo potesse mai conoscere. Purtroppo, o fortunatamente, tale figura non ebbe mai modo di esistere poiché i doni della morte ebbero proprietari diversi per tutta la loro esistenza.

Il Padrone della MorteWhere stories live. Discover now