Capitolo 8

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Quando arrivammo in cima pensai  che sarebbe andato verso la sala ricevimenti invece andò in direzione opposta e ci fece entrare da una porta di servizio. Pensai davvero di fermarmi ma lui mi prese il polso e tirandomi in avanti. Salimmo delle scale e poi ci ritrovammo sul tetto. Mi si mozzò il fiato, si vedeva tutta Boston da li su ed era uno spettacolo  magnifico. Lasciò la presa e io andai verso il bordo. L'aria fredda colpiva la mia pelle ma non mi importava, li su era magnifico. " Ti piace?" Rhett comparse al mio fianco e io annui ammaliata. "Perché mi hai portata qui?"  Domandai godendomi il panorama. Pensai che non mi avrebbe risposto ma si girò verso di me "Sembra che tu ne avessi bisogno." Non dissi nulla, era la semplice verità, lasciare Chloe con quel mostro aveva strappato via qualcosa di me. "Potrai vedere Chloe ogni volta che vorrai Mia, nessuno te lo impedirà." Lo disse come una promessa e per un attimo gli credetti poi però pensai al mio piano. Una volta che avessi scoperto chi aveva ucciso i miei sarebbe successo il finimondo e se io avessi raggiunto i miei fratelli mi avrebbero separato da lei. Mi sentivo egoista ma mi ero ripromessa che prima di tornare a casa avrei trovato un posto sicuro per Chloe. Ed era quello intendevo fare. Annuì distrattamente. "Quindi è così che sarà d'ora in poi?" Mi concentrati su qualcosa di diverso dalla mia sorellina. Oggi era stata okay, non era la prima volta che mi rinchiudevano in una stanza ma non lo avrei sopportato per sempre e volevo sapere se era questo  il mio futuro. "Tu che ordini e vai in giro mentre io rimango rinchiusa in una stanza? Da domani in poi sarò la tua prigioniera Rhett?" Non lo guardai mentre glielo chiedevo, avevo paura di ciò che avessi visto. Lo sentii irrigidirsi  poi mi afferrò facendomi avanzare verso di lui. "Non sei mia prigioniera Mia." sussurrò deciso.

"Non è quello che sembra Rhett." Volevo spostarmi, la sua presa mi dava calore e li su, al freddo, era piacevole. "Oggi è stato diverso, dovevo assicurarmi che non avessi combinato altri guai e non potevo stare qui in hotel per controllare di persona." Mi irritai.
"Non ho bisogno di  un babysitter."

"Non sono il tuo babysitter Mia, da domani in poi sarò tuo marito ed è diverso." Lo guardai furiosa. Mi stava parlando come si parlava ai bambini di dieci anni.

"A me non sembra. Cosa cambierà quando verrò a vivere da te? Mi rinchiuderai da qualche parte quando non sarai in giro per controllarmi?" Stavo urlando ma non mi importava.  "No Mia quando verrai a vivere a casa mia potrai muoverti liberamente, non sarai prigioniera, non è questo quello che voglio da te."Certo, sapevo esattamente cosa voleva da me, cosa tutti volevano da me. Ma io non ero portata per quella roba. Essere docile, andare a ogni evento, farsi scopare a piacimento e poi crescere i figli. Io volevo vivere compiendo scelte mie, non seguendo il loro copione.

" E cos'è esattamente quello che vuoi da me? Vuoi che apra le gambe per te ogni notte? Vuoi che io sia una di quelle moglie senza spina dorsale? Vuoi che obbedisca a ogni tuo ordine come un cazzo di cagnolino addomesticato?" Ero fuori controllo, stavamo parlando del mio futuro e lui sembrava neanche rendersi di conto di quello che avrebbe significato per me, di quello che tutto questo significava per me.

"Mia" lo disse in tono di avvertimento ma io stavo scoppiando. "No cazzo sai cosa? Per tre mesi mi sono chiesta perché diavolo mi avessi voluta come moglie, sono orfana, sono tutt'altro che un amante di questa vita e non ho un atteggiamento per stare a fianco dell'uomo più potente di tutta Boston. Cazzo a stento mi conosci e ci sono un miliardo di ragazze più belle di me che ucciderebbero per stare al mio posto quindi Rhett perché hai deciso di rovinarmi la vita?"Ero furiosa.  Tutte le botte che avevo ricevuto, il dolore e la rabbia che avevo covato negli anna stava rivolvendo tutto dentro di me. "Cazzo lo sai che ho appena compiuto diciotto anni? E tu vuoi che io apra le gambe per te ogni notte per il resto della mia vita." Mi staccai o almeno ci provai ma lui non me lo permise. Il suo sguardo era qualcosa d'indecifrabile. Aprii la bocca per continuare a urlare la le sue labbra mi zittirono.

Mi fermai.

Cazzo diventai di sasso.

Non era quello che mi aspettavo, per nulla.

La mia bocca era già aperta quindi non dovette chiedere l'accesso e la sua lingua si insinuò in me. Le sue labbra erano calde e rudi e sembra che mi stesse divorando. Per alcuni secondi non feci  nulla poi quando mi mordicchiò il labbro socchiusi le labbra. Non sapevo cosa fare. Questo era il mio primo bacio. Non avevo mai baciato nessuno, non così, quello di Philips era stato completamente differente

Gemetti quando le sue labbra si posizionarono sul mio collo. I suoi denti graffiarono la mia pelle e io ero in balia del suo tocco. "Sognavo di farlo dalla prima volta che ti ho vista." Mormorò mentre ritornava sulle mie labbra.  A quanto pare non mi era per nulla indifferente.  Le sue mani vagavano su tutto il mio corpo e  io lo lasciai fare perché sinceramente cosa avrei dovuto fare? E poi mi stava piacendo. Odiavo quella cosa ma mi stava piacendo e pensavo di meritarmi qualche minuto di piacere visto che la mia vita era stata una merda totale per quasi tutto il tempo. "Rhett." Gemetti

Mi stava  baciando solamente  ma mi sembrava di star per scoppiare. "Bellissima." Le sue labbra trovarono un punto sul mio collo che mi fece sobbalzare.

Oh mio dio.

Gemetti, non ne potetti fare  a meno e lui emise un verso roco che mi fece venire mille brividi. Quando poi si staccò per guardarmi notai che la solita espressione dura era svanita e adesso sembrava  un altro uomo.  Qualcosa di primitivo gli attraversò lo sguardo.  Poi si staccò da me così velocemente che quasi  persi l'equilibrio e quando rialzai lo sguardo la solito espressione era lì.

Ghiaccio.

"Dobbiamo tornare giù andiamo." Non obiettai e mi avviai giù per le scale.

Che diavolo era appena successo?

Camminammo in silenzio per tutto il tragitti verso la mia camera e quando vidi la porta della mia suite quasi baciai il pavimento. Estrassi la chiave e la passai attraverso la serratura elettronica. Sergei era sparito ma qualcosa mi diceva che sarebbe tornato presto. Feci per  entrare ma Rhett blocco la mia fuga."Mia?" Mi girai titubante

Sembrava in lotta con qualcosa ma alla fine non disse nulla se non "Buonanotte."  E se ne  andò.

Non potetti non sbattere la testa contro la porta una volta rientrata.

Che diavolo era successo?

Ace of heartsWhere stories live. Discover now