Capitolo 56

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Capii immediatamente che qualcosa fosse cambiato, quando ritornai nella stanza di Dominic la tensione era ben palpabile e tutti sembravano stanchi e devastati. "Che cosa facciamo?" Domandò Nathan rivolto a Rhett,  raggiunsi Emma mettendomi al suo fianco per ascoltare la conversazione. "Adesso nulla, siamo tutti troppo stanchi, andremo a casa, ci riposeremo e dopo ammezzeremo quei bastardi"Onestamente  non avrei mai pensato  che mi avesse davvero dato ascolto, il mio discorso non era esattamente d'incoraggiamento o per nulla convincente, invece Dominic  mi guardò con il suo solito sguardo da saputello. "Ci sono degli uomini al di fuori di questa porta, fai un fischio se ti serve qualcosa " i due fratelli si scambiarono uno sguardo d'intesa poi tutti iniziammo a uscire  dalla stanza. "Io rimango" Emma si era alzata e guardava verso di me, non stava chiedendo il permesso a Rhett o Nathan o a nessuno in particolare , me lo stava semplicemente comunicando. Annui comprensiva e salutai entrambi. Avevano bisogno di parlare di qualunque cosa stesse succedendo tra di loro.

Nathan tornò a casa da Audrey che non era potuta venire e ci mettemmo d'accordo per incontrarci nell'attico di Rhett tra un paio d'ore. Io e Rhett fummo costretti a viaggiare insieme, al posto di Sergei  c'era Connor, non lo vedevo da quando era entrato nella stanza di Emma durante l'attacco di panico, non eravamo state gentili, ma con Rhett in auto non dissi nulla, mi sarei scusata in un altro momento.

Rhett viaggiò davanti  con Connor mentre io rimasi sui sedili passeggeri.   La situazione però diventò  sempre più pesante quando io e Rhett rimanemmo da soli, in casa. Strinsi i pugni e camminai verso la camera di Emma senza voltarmi indietro, non avevo ancora cambiato idea, mi avrebbe dovuto costringere a dormire nel suo stesso letto cazzo. Sapevo che mi stava osservando e sapevo che si soffermò più volte davanti la camera di Emma ma senza mai entrare. Fece male ma alla fine fu un bene. Avevo avuto quello che volevo e alla fine dei conti provare a riparare il nostro rapporto avrebbe fatto più male che bene perché alla fine sarebbe stato lui colui che mi avrebbe odiata.  Stremata mi sdraiai  sul letto avvolgendo tra le braccia un cuscino. Mi sentivo devastata e lasciai  che la stanchezza prendesse il sopravvento sul mio corpo e soprattutto sulla mia mente. Ne avevo abbastanza dei miei pensieri per quella giornata.

Delle voci mi svegliarono, la sveglia sul comodino di Emma segnava le cinque del pomeriggio, eravamo tornati all'attico verso ora di pranzo, non avevo dormito molto ma mi sentivo decisamente  meglio. Valutai cosa fare, se c'erano delle persone in casa significava che Rhett era con loro e  non in camera e quindi avevo il via libera per prendere le mie cose. Mi vestii con un semplice abito e ci abbinai un foulard per coprire i graffi.  Nonostante fossimo a giugno l'aria nella stanza non era delle più calde cosi afferrai una giacca che non avevo mai visto decisamente carina e la indossai, era più grande di me ma non era il genere di Rhett  e il mio guardaroba  scarseggiava di cose pesanti quindi mi sarei arrangiata. Quando entrai in salotto valutai seriamente  di poter avere un infarto.

  I miei fratelli e le loro mogli erano seduti sul divano con Rhett al loro fianco ed erano immersi in una profonda conversazione.

Dannazione.

Fu Madison ad accorgersi per prima di me "Mia, che bello vederti" saltò giù dal divano e mi venne incontro. La conversazione si bloccò e tutti i nostri ospiti puntarono la loro attenzione su me e Madison. Ricambiai il saluto e mi avvicinai al divano tremando leggermente.

Che diavolo ci facevano loro qui? 

"Mia è un piacere rivederti anche se in queste circostanze "Weston si alzò seguito da Dante e mi porse  la mano.  La fissai per qualche secondo come se fosse fatta di spine. Avrei dovuto immagine che Rhett li avrebbe chiamati, erano alleati e i russi avevano fatto la loro mossa contro Dominic, c'era bisogno di tutto l'aiuto possibile. Quando Dominic era stato colpito era circondato dai suoi uomini e stava lavorando, non era scoperto e non era stato preso alla sprovvista. I russi avevano teso un'imboscata ma Dominic se l'aspettava e anche se era stato colpito poteva andare decisamente peggio.   Saperlo aveva allentato un po i miei sensi di colpa ma non li aveva cancellati del tutto, sapevo dentro di me che avrei potuto fare qualcosa anche se non sapevo cosa. Ricambiai la stretta  di Weston e per mantenere le apparenze mi sedetti vicino a Rhett senza però mai toccarlo.  Da quanto erano qui a parlare? Non erano passate cosi tante ore da quando eravamo tornati a casa e Rhett non dormiva da molto. Mi aveva dato ascolto vero? "Quindi siamo d'accordo?" Domandò Dante e Rhett annui, i tre si scambiarono uno strano sguardo ma non indagai, quello che faceva Rhett ormai non era più un mio problema e se avessi fatto domande a Weston o a Dante  sarei sembra solamente strana. "Se volete scusarci io e Mia dobbiamo discutere di un evento importante, sarò da voi tra poco" Rhett si alzò e mi porse la mano. Di che diavolo dovevamo  parlare  io e lui? Mi costrinsi ad afferragli la mano e mi lasciai trascinare in cucina lontani da occhi indiscreti . Non appena Rhett si chiuse la porta alle spalle staccai le nostre mani e misi distanza tra di noi. "Che c'è?" Domandai. Rhett osservò  il mio abbigliamento e notai che  si soffermò sulla giacca, la sua mascella  ebbe uno spasmo però non commentò. "Io e gli Hall staremo via per alcune ore, Madison e Kaylee  rimarranno qui con te e tra poco vi raggiungerà anche Emma " Fantastico, un'altra  giornata rinchiusa "Lascia Emma in ospedale " dissi. Non avevo idea di cosa fosse successo tra mio cognato e la mia migliore amica ma dovevano chiarire e io potevo gestire la cosa anche da sola. " Me l'ha chiesto Dominic stesso, con lui rimarrà Audrey per alcune ore e poi verrà anche lei qui" sospirai ma annui poi mi soffermai sulle sue borse sotto gli occhi, erano meno visibili rispetto a quella mattina ma c'erano ancora "Hai dormito almeno ?" Non volevo  chiederlo ma avevo dato la mia parola a Dominic. Lui sembrò stupirsi  di quella  domanda ma si riprese in fretta "Sono in piedi solo da trenta minuti, ho dormito per tutto il tempo" annui, avevo fatto il mio lavoro. "Non vuoi sapere quel'è il piano?" Non sembrava una domanda. a trabocchetto come quelle che mi aveva teso per la maggior parte del tempo passato insieme, era serio e smembrava volermi coinvolgere ma non per riconquistarmi, voleva solo rendermi partecipe. Ci pensai, si volevo saperlo ma il mio orgoglio mi aveva impedito di chiederlo, infondo però  si trattava dei miei fratelli.  Cosi annui. "Li sto facendo seguire da tempo, Sergei  è riuscito a individuare ogni singolo nascondiglio e in questo momento ci sta aspettando per attaccare. New York e Boston insieme   posso eliminare quei bastardi  e senza  di loro i russi non avranno uno sbocco sui nostri commerci e saranno costretti a ritirarsi,  in caso contrario attaccheremo anche loro" li stava facendo seguire da tempo?  Parlava di Gabriel giusto? E allora perché  mi aveva fatto quelle cose, perché accontentarli? "Da tempo?" Ringhiai dimenticandomi  delle altre cose che aveva detto, Rhett sembrò capire in ritardo il vero significato delle sue parole ma non commentò, rimase in silenzio abbassando la testa. Non aveva nient'altro da dire? Ero furiosa, non si fidava di loro e nonostante  quello  si era infilato  nella loro trappola e mi aveva umiliato sotto loro comando? Fanculo . "Penso che noi due non abbiamo nient'altro  da dirci" non aspettai   che replicasse e uscì fuori dalla cucina.

Ace of heartsWhere stories live. Discover now