Capitolo 32

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La testa rimbombava  e sentivo  le palpebre pestati. La prima cosa che vidi fu qualcosa di scuro ma prima che potessi anche solo  metterlo a fuco venni girata  e il cielo stellato si estese davanti ai miei occhi. Qualcuno mi sollevò e gemetti  quando la stretta alle costole mi provocò un dolore che rimbombò per tutto il corpo. "Mia!" un urlo straziante  mi fece mettere a fuoco il paesaggio circostante. Sentivo la bocca secca e la gola che bruciava  e  quando mi mossi intravidi di sfuggita Audrey che urlava mentre era trattenuta da due figure. Cercai di scattare in avanti ma qualcuno mi immobilizzò . Non riuscivo a vedere chi era, tutto intorno a me era così confuso, la vista era troppo sfocata ma le urla di Audrey mi arrivarono fin dentro il cervello. Erano strazianti. Cercai di vedere dietro di me e scorsi la macchina, con la quale viaggiavo ogni giorno ribaltata e distrutta. Persi il  respiro.

Jack e Connor.

Tentai di muovermi ma qualcuno mi tirò i capelli. "Stai ferma puttana o faccio spappolare il cervello della tua amica" sentii il rumore di una pistola che veniva  caricata e mi immobilizzai. Lanciai un ultimo sguardo su Audrey che stava ancora lottando contro i due uomini poi venni spinta dentro una macchina. Atterrai sui sedili di pelle, l'interno   dell'auto era buio ma riuscì  a scorgere due figure. Respirai ricordando gli esercizi di respirazione che John mi aveva insegnato per placare i miei e attacchi, finché una luce venne accesa illuminando l'auto. Li riconobbi anche con una probabile commozione celebrare perché avevo le loro facce nella mia lista nera.

  Cristopher Nelson  sedava al mio fianco e gli uomini  sul davanti presupposi fossero i suoi uomini.  Non sapevo dove fossero  gli altri  ma qualcosa mi diceva che l'avrei saputo a breve. Spostai la mia attenzione di lato e vidi  Robert. Ovviamente, non c'era rapimento che mi riguardasse che non avesse nulla a che fare con lui.

"Sei una donna difficile da prendere e soprattutto da gestire " credo fosse colpa dell'alcol oppure era solamente rabbia ma prima che il suo uomo potesse anche solo vedermi tirai un pugno sulla faccia da clown di quel bastardo. "Ti uccido cazzo" ringhiai e quando vidi una striscia di sangue scendergli giù dal naso un senso di felicita si impossessò di me . Il fatto è che avrei dovuto immaginarmi che non  avrebbe solamente incassato un colpo senza restituirmi il favore e quando la mia faccia venne brutalmente colpita andando a finire su qualcosa su duro  ne ebbi la conferma. "Devi imparare qual è  il tuo posto puttana." Scattai in avanti ma l'uomo al mio fianco mi immobilizzò. "Tienila buona o la uccido prima del previsto" venni immobilizzata e passai il resto del viaggio ferma a contenere la mia rabbia. Ci fermammo davanti un magazzino abbandonato e venni spinta giù e trascinata all'interno. Non mi sorpresi per nulla quando la luce si accese e vidi Henry Clark,  Ian Torres, Benjiamin Morrris e Gabriel Harris" Signora Ward è sempre un piacere vederla" Robert avanzò e sperai che mi venisse vicino quanto bastasse  per sferrargli un pugno. Avevo bisogno di vedere il loro sangue colare perché ero stufa di questa merda. " Ti ucciderò Robert, per aver tradito la mia famiglia e per tutto quello che mi hai fatto"  Lui sorrise. "Ne sono sicuro ma è proprio per questo che ti si deve tenere a bada" Lo ignorai concentrarmi sul Gabriel Harris colui che a quanto avevo scoperto aveva organizzato il tutto. Le informazioni dei giorni precedenti mi avevano aperto gli occhi, c'era così tanto che  non sapevo ma adesso che ne ero a conoscenza, cambiava tutto.Avevo pensato che Rhett avesse a che fare con il  traffico, con il mio rapimento ma mi ero dannatamente sbagliata.  Non era Robert, ne Rhett  coloro dietro tutto quello che mi era successo, certo quel bastardo era un voltafaccia ma era Gabriel Harris colui che muoveva i fili. Chiunque mi stesse passando informazioni voleva che fossi ben preparata su di lui, prima del crollo del traffico Gabriel Harris non era nulla, se non uno schiavo dell'organizzazione di Boston, e quando i miei genitori avevano chiuso quella merda lui aveva perso tutto  almeno cosi  si credeva, negli anni ha rubato all'organizzazione facendo sparire ragazze dai loro club, mano a mano, ha riacquistato il potere e con esso anche la sua vendetta.Nessuno aveva mai sospettato di lui, le prove erano introvabili e per quanto fosse maledettamente schifoso dovevo riconoscergli che era stato bravo,  Ha ordinato l'uccisione dei miei e  non si è nemmeno disturbato  a farlo da se quindi mi stupisce che si sia preso il disturbo per incontrare me.  Bradley  non era altro che uno dei suoi tanti cagnolini, da quello che mi era stato recapitato avevo scoperto  che aveva numerosi debiti con Harris e cosi il bastardo mi aveva affidata a lui per punirmi per un crimine che non avevo commesso e allo stesso tempo per tormentare i miei genitori nell'aldilà.   E per quanto riguardava gli altri bastardi che si trovavano davanti ai miei occhi, beh loro non erano nient'altro che segugi, cercavano potere e ricchezza, esattamente quello che avevano perso anni fa per via dei miei genitori ma a differenza di Gabriel loro non avevano più recuperato quello che avevano perso. Harris aveva creato un esercito interno all'organizzazione e non potetti non domandarmi come Rhett non ne potesse essere a  conoscenza, una cosa del genere non passava facilmente inosservata soprattutto non a lui. Non so quando sia diventato chiaro che potessi essere usata come arma contro Rhett ma da quel momento era precipitato tutto. Almeno questa era la teoria  del mio  informatore.  Colui che mi aveva distrutto la vita non era altro che un codardo e un viscido figlio di puttana e adesso mi sorrideva vittorioso mentre io era in catene ai suoi piedi.  Giurai a me stessa che non sarebbe finita cosi. Lo dovevo alla mia famiglia.  "Stai ricevendo delle informazioni, chi ti sta aiutando signora Ward?" Non staccai gli occhi da Gabriel ma sussultai quando menzionarono il mio segreto. "Dacci un nome e noi ti lasceremo in pace" inclinai la testa e sorrisi verso Gabriel che era rimasto impassibile per tutti il tempo ."Fottetevi " qualcosa si abbatté sulla mia faccia facendomi distogliere lo sguardo. L'uomo che mi aveva tenuto ferma in macchina mi era difronte. Sputai  del sangue mentre sentivo la guancia gonfiarsi. "Perché non uccidermi?" Chiesi per nulla intimorita. Mi ero fatta un'idea del  loro stupido piano e se avevo ragione gli servivo viva.  Beh speravo di avere ragione. Li osservai uno a uno  e quando non ricevetti una risposta il mio sorriso si allargò "Perché  vi servo viva ecco perché.  E ditemi cosa mi dovrebbe impedire di dire tutto a Rhett? Dopo tutto è il vostro capo ed è mio marito" sperai vivamente che non fossero a conoscenza  dei nostri problemi, avevo bisogno che loro credessero che Rhett fosse innamorato di me. Gabriel si mosse e si avvicinò lentamente . "Sei così  prevedibile, una caratterista della tua famiglia" mi infilzai le unghie nella carne, mentre costringevo il mio copro a stare ferma. "Se tu parli il fratellino di tuo marito muore, è sempre in giro  come se fosse un cazzo di re,  intoccabile, sai quante volte avrei potuto ucciderlo? Oppure uccido la tua amichetta, come che si chiama? Audrey? Oppure posso volare a San Francisco  da quella graziosa creatura di nome Emma o ancora meglio faccio portare la tua sorellina via dal suo collegio e ti costringo a guardarla mente la distruggo. " Il cuore mi batteva all'impazzata ma ingoiai ogni singolo sentimento perché stavo perdendo e non potevo permettermelo dovevo essere furba e ragionare. Per quanto detestassi ammetterlo il dolore alla faccia e alle costole era l'unica cosa che mi teneva sveglia, ero sicura di avere una brutta commozione perché a stento riuscivo a tenere gli occhi aperti ma  mi sforzai, c'era un ballo la vita delle persone che amavo. "Se sapevi dove si trovava Chloe lei sarebbe già qui " mi  dovevo fidare di Rhett e  poi c'era  John ed ero sicura che nessuno sapesse dove si  trovasse mia sorella. Passarono alcuni secondi di  silenzio poi scoppiò a ridere. "Hai intuito ragazzina te lo devo concedere. Hai ragione hai nascosto molto bene la tua sorellina ma... " allungò una mano dietro di lui e Ian avanzò porgendogli qualcosa " So esattamente dove si trova Dominic , che donne usa,  quali sono i suoi orari,  i suoi vizi" una marea di foto che  ritraevano Dominic  mi  vennero  mise davanti. Erano tutti scatti  rubati  e in tutti Dominic   era  solo e vulnerabile. "Lui è il mio vantaggio, immagina il tuo Rhett quando verrà a sapere la verità su di te e che tu sei la ragione dell'uccisione del proprio fratellino. Ne rimarrebbe devastato e non credo che ti proteggerà ancora " avrei voluto  davvero non credergli, avrei voluto credere che Dominic fosse in grado di poter badare a se stesso ma non potevo rischiare, Rhett poteva anche non essere un marito perfetto   ma sapevo bene cosa significasse perdere un fratello e non lo avrei mai  causato a qualcun altro. "Morirai per questo" scoppiò ridere poi il magazzino in cui ci trovavamo  si immerse nel buio. All'inizio pensai fosse  opera loro puoi dei colpi di  pistola risuonarono per tutto l'edificio. Mi  accovacciai  a terra per schivare le pallottole poi venni afferrata e in un secondo mi ritrovai fuori. Venni butta in una macchina mentre le pallottole si schiantavano sulla carrozzeria . "Lasciami  andare" urlai,  scalciai poi venni spinta verso il sedile e immobilizzata"Guardami  Mia" ci impiegai qualche secondo, a stento riuscivo a respirare e sentivo il bisogno di vomitare tutto quello che avevo mangiato durante la serata  ma alla fine riconobbi l'uomo davanti  a me "Andrew  Hughes" mormorai riconoscendolo. Era l'uomo che avevo visto con Robert,   che diavolo ci faceva qui?

"Andrew?" Domandai di nuovo  confusa. Lui annui "Ascolta non abbiamo molto tempo, non dire a nessuno di avermi visto e non dire nulla a Rhett di quello che ti ho detto sono stato chiaro?" Lo osservai attentamente, era un bell'uomo nonostante l'età e aveva un'aria autoritaria. All'improvviso, non so perché mi venne un'illuminazione.

"Sei tu quello che mi ha fatto avere  tutte quelle informazioni?"  Chiesi non trovando altra spiegazione, mi stava salvando, se lavorava  con Robert la nostra conversazione sarebbe stata totalmente differente.

"Ascoltami  continua a cercare dei soldi,  stai facendo  un buon lavoro ma tieni tutto per te ancora per un po', Rhett non è ancora pronto. Stai facendo un ottimo lavoro Mia,  sei stata coraggiosa, i tuoi genitori sarebbero fieri "

Lo osservai  a bocca aperta mentre assimilavo le informazioni.

"Aspetta come mi conosci? Come fai a sapere chi sono ?" Sapeva dei miei genitori?

"Ti spiegherò tutto ma prometti che non dirai nulla finché non te lo dirò io" non risposi, era tutto dannatamente confuso. Nella mia mente avevo pensato che una vota uscita da quel magazzino del cavolo avrei confessato tutto a Rhett, non si parlava più di me, adesso le minacce erano rivolte anche verso Dominic ma lui mi stava chiedendo di non farlo.

"Promettimelo  Mia"sembrava una questione di vita e di morte per lui e forse sarà stata la commozione oppure uno strano istinto ma alla fine accettai.

"Okay lo prometto" mormorai. Lo vidi annuire sollevato poi mi strinse a se. Mi immobilizzai mentre il mio corpo entrava in contato con il suo. Non avvertì nessuna sensazione sessuale, non c'erano secondi fini, le sue mani non lasciarono mai la mia schiena. Quello era un semplice abbraccio. Andrew Hughes mi stava abbracciando. Che cazzo? "Sei stata brava finora, sii fiera di te" la macchina si fermò e un uomo aprii la portiera. "Rhett sta arrivando, si prenderà  cura di te." fece una pausa osservandomi attentamente." Sei cosi simile ai tuoi genitori " feci per parlare ma venni punta con qualcosa all'altezza del collo. Portai istintivamente la mano all'altezza del leggero pizzico e vidi Andrew guardarmi con uno strano sguardo misto tra preoccupazione e orgoglio che nelle mie condizioni non riuscì a capire. Poi venni solleva. Venni appoggiata a terra  e più  passavano i secondi   più sentivo  le palpebre diventare  pesati "Aspetta- io"  mormorai ma l'unica cosa che vidi fu il blu del cielo stellato di Boston.

Sentii  la macchina partire e poi nulla, ancora.

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