EPILOGO

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Alcuni mesi dopo

Osservai cautamente le persone sedute attorno l'enorme tavolo di vetro ridere e faticai a credere ai miei occhi. Se qualche mese fa qualcuno mi avrebbe detto che mi sarei ritrovata  a tavola con la mia famiglia,   i miei  amici e mio marito gli avrei detto di smettere di farsi di crack invece era veramente accaduto. La mano di Rhett si posizionò sulla mia gamba stringendola leggermente. Lo guardai e come ogni volta, quegli occhi neri cenere mi conquistarono.

Ci eravamo risposati  poche  settimane fa ed era stato esattamente  come sarebbe dovuto essere. Emma, Audrey,  Kaylee e Madison mi avevano accompagna ad acquistare un abito di mia scelta e avevano organizzato le nozze in ogni particolare, non ci sarei mai riuscita senza di loro. Rhett aveva ceduto tutto il potere a noi dichiarando che l'unica  cosa che gli importava  era quella di sposarmi   del resto non gliene poteva fregare di meno. Emma era stata la mia damigella d'onore, mentre le altre le mie damigelle. Chloe e  miei nipoti, Mia, Mark e Taylor avevano attraversato la navata nei loro completini e ci avevano portato le fedi. Adoravo quei bambini. Non appena  i  miei fratelli me li avevano fatti conoscere me ne ero innamorata. Ricevo chiamate giornalmente da Madison e Kaylee che mi imploravano di andarle a trovare perché i bambini volevano giocare con me e Chloe.

Avevo presentato ufficialmente la mia sorellina a Weston e Dante, quando li avevo   incontrati per la prima volta a New York avevo detto loro che Chloe mi aveva salvato la vita ed ero sincera e mi avevano preso sul serio. Eravamo andati all'attico di Rhett e avevo spiegato la situazione a  Chloe e  lei sembrò anche più eccitata di me. Era corsa incontro a miei fratelli urlando che adesso avrebbe avuto  due fratelli maggiori. I loro corpi si erano immobilizzati per un istante ma l'avevano abbracciata e ci avevano giocato per ore. La adoravano. Avrebbe vissuto con me e  Rhett, era stato lui a proporlo. La mia sorellina li aveva conquistati tutti quanti.  Si comportava in un modo assurdo con lei, era geloso dei bambini che le giravano attorno e lei pendeva dalle sue labbra e lui sfruttava la cosa. Bastardo.

Ero riuscita anche a  parlare con Andrew, e finalmente ci eravamo presentati come si doveva, non mi aveva detto la verità perché all'inizio non ne era sicuro ma più scavava e più se ne accorgeva  e alla fine era troppo tardi per saltare  dal nulla e dirmi la sua vera identità . Mi avrebbe sconvolta. Lo vedevo molto spesso, faceva avanti e indietro tra New York e Boston dividendi  tra me e i miei fratelli. Mi avevano raccontato della mamma e dell'infanzia di Weston e Dante, stranamente sentirne parlare non mi aveva turbata e lo consideravo un passo in avanti. Avevo iniziato a vedere uno specialista per traumi infantili, e nonostante non fosse una passeggiata stavo migliorando. Avevo  ancora degli incubi ma erano diminuiti e Rhett mi era stato accanto  passo dopo passo. 

Avevo incontrato le organizzazioni di New York e Boston. Era stato strano ma allo stesso tempo magnifico. Adesso per New York e per Boston passava una storia diversa, come la storia della principessa risorta . All'inizio l'avevo trovata sciocca ma non c'era stato modo di fermarli. Era diventata una leggenda metropolitana in pochissimo. Stando a quello che mi era stato riferito possedevo  lo stesso potere dei miei fratelli e di Rhett ma avevo lasciato loro il compito di dirigere, io non avevo esperienza e volevo  studiare, realizzare qualcosa che fosse al di fuori di quella realtà. Nessuno si era opposto. Rhett mi aveva mostrato quanto fosse stato felice della mia scelta. Era terrorizzato all'idea che io potessi inserirmi  nella mafia e  non perché  non credesse in me ma quella merda ti cambia e onestamente aveva ragione. La morte non faceva per me e ne ero contenta. Per quanto guardava Gabriel Harris i  miei fratelli avevano  voluto incontrarlo, ha passato dei brutti giorni ma alla fine è stato rinchiuso in una specie d'inferno. Non avevo volto sapere altro, Rhett e i ragazzi  mi avevano assicurato che l'unica  possibilità di uscire di li sarebbe stato in una sacca per morti e mi stava bene. Ci avevo fatto una chiacchierata, non era molto cosciente ma gli avvio detto quello che dovevo ed ero uscita dalla stanza dove lo tenevano senza girarmi indietro , avrebbe  pagato per le sue azioni.  I russi  non si erano fatti più vivi ma eravamo tutti sull'attenti e nel frattempo ci godevamo la vita.

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