5.

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Incredibile come il mio corpo reagiva a causa della donna alle mie spalle, se l'avessi guardata probabilmente sarei svenuta come niente.
Dovevo cercare di allontanarmi perché non mi avrebbe potuto dare nulla, ma allo stesso tempo volevo conoscerla perché sapevo che era l'unica che poteva rendermi tutto ciò che mi era stato tolto.
Era un fottuto controsenso.
"Perché sei qui?" le domandai dandole ancora le spalle e Zulema si appoggiò nel muretto al mio fianco, con un sorrisetto sulle labbra e lentamente si accese una sigaretta, volevo parlarle e conoscere ogni aspetto della sua vita.
"Perché c'è silenzio." disse guardando il paesaggio davanti a noi ma il mio sguardo era posizionato in tutto il suo profilo perfetto.
La sua era una bellezza al di fuori dal normale, la volevi al tuo fianco però al minimo movimento scappavi perché ti avrebbe uccisa.
"Non ami il caos quindi?" le domandai incuriosita nel mentre che sorrideva, facendo uscire lentamente il fumo dalle sue labbra, chissà che sapore avevano.
"Il caos ci ha liberato dall'ossessione del controllo e ci ha aperto gli occhi sulla realtà, niente determinismo. Niente catene su cause ed effetti, il caos ha salvato la libertà ed è l'unica cosa che rinnova la vita. Un gioco che ha regole precise ma con libertà infinita per i giocatori." disse continuando a guardare davanti a sé e analizzai per bene quelle parole.
"Cosa pensi che ci sia all'interno di questo caos?" dissi incuriosita, mi piaceva il pensiero che aveva sulle cose.
Voltò la testa verso di me e buttò la cicca, serrò la mascella e mi guardò dritta negli occhi, senza nessuna emozione.
"Per saperlo devi conoscere prima te stessa, il caos maggiore lo portiamo dentro da sempre e sta a noi identificarlo fino all'ultima briciola." disse sorridendomi appena e annuii.
"Non voglio dimostrarmi per quello che sono, la maschera che porto sul viso è troppo pesante e toglierla significherebbe mostrarmi vulnerabile." dissi rabbrividendo un pochino e Zulema inarcò un sopracciglio.
"Talvolta se le maschere sono tanto appiccicate rischi di strapparti pure la pelle se cerchi di levartele." disse spiazzandomi completamente e distolsi lo sguardo dal suo.
"E tu ne indossi qualcuna?" le domandai di getto, tanto non mi avrebbe mai detto la verità, però ero curiosa.
La donna davanti a me rise e lentamente si avvicinò, ad un soffio dal mio viso.
Con cautela mi accarezzò la mascella e percosse tutti i miei lineamenti incantata, una scarica di brividi mi colpii in pieno e abbassai lo sguardo terrorizzata.
"Perché non mi guardi?" mi domandò semplicemente e feci spallucce, avevo paura di perdere completamente il controllo con lei, non mi sarei fermata.
"Tu sei il caos fatto in persona." dissi facendola ridere leggermente e mi incantai ascoltandola, anche la sua risata era perfetta.
"A te piace il caos?" domandò con cautela e annuii, sembrava che avesse paura di oltrepassare la nostra linea.
"Mi piace dominarlo." dissi con un sorriso strafottente sulle labbra e la vidi sogghignare divertita dalla mia risposta.
"E ci riesci?" disse trascinandomi contro il muro e stringendomi la vita incollandomi nella parete, mi morsicai il labbro guardandola e sorrisi perché essendo più alta di me, riusciva a coprirmi tutta.
"Io domino sempre tutto." dissi sfiorandole l'avambraccio e con cautela le sue labbra finirono nel mio collo.
"Interessante." la sentii dire sensualmente e fece un sospiro di approvazione non appena inalò il mio profumo, sembravo il suo burattino ma con lei ogni minimo contatto mi piaceva.
Misi la testa di lato e la lasciai fare sentendo l'eccitazione invadermi completamente, i suoi baci erano caldi e umidi e sapeva esattamente riconoscere ogni mio punto debole.
Sembrava che fossi letteralmente un libro aperto davanti a lei, aveva già identificato cosa mi piaceva e cosa mi faceva uscire fuori di testa.
Mi morsicai il labbro serrando la mascella e percepii l'ombra di un sorriso divertito contro la mia pelle, era bellissima.
Le accarezzai con cautela la spalla e continuò la sua tortura facendomi gemere, aderendo ancora di più il seno contro il mio ma era tutto sbagliato.
Lei era uno sbaglio enorme per me.
Potevo percepirlo eccome.
"Voglio sentirti." disse scendendo con i baci e subito un'altro gemito fuggii dalle mie labbra, accontentandola subito.
Le afferrai il viso e i suoi occhi ardevano di pura adrenalina, mi avvicinai ad un soffio dalle sue labbra e sorrise.
Sussultai non appena sentii la porta aprirsi e Zulema si dedicò nuovamente al mio collo, il mio battito cardiaco era accelerato e inarcai leggermente la schiena non appena la sua lingua percorse la mia giugulare.
"Capo, mi dispiace interromperla ma sono arrivati quei documenti che aveva richiesto circa tre ore fa." disse un ragazzo guardando la donna davanti a me che sbuffò contro al mio collo nervosa.
"D'accordo." disse furiosa e quest'ultimo si dileguò subito lasciandoci da sole.
Erano tutti neutrali e freddi, come lei.
"Che documenti?" le domandai ansimando nel mentre che accarezzava la mia pelle scoperta, procurandomi dei brividi assurdi che notò subito.
"Fai troppe domande, bionda." disse ridendo e si staccò guardandomi intensamente.
Rientrò dentro e la seguii facendo un rumore assordante con i tacchi, non volevo lasciarla dopo quello che stava succedendo tra di noi.
Dovevo per forza conoscerla di più.
"Che fai ora mi segui?" disse salendo le scale e ne approfittai per squadrare più attentamente il suo corpo snello.
"Come se la cosa ti dispiacesse." dissi provocandola e mi lasciò entrare nel suo ufficio, era più grande di quello di Sergio e notai che era quasi del tutto vuoto.
Zulema si sedette dietro l'enorme scrivania e afferrò il suo computer incominciando a digitare qualcosa, mi avvicinai incuriosita e mi guardò male.
Era tutto scritto in arabo e alzai gli occhi al cielo perché non capivo nulla, intanto afferrai una bottiglia di whiskey e me ne versai un bicchiere sotto al suo sguardo attento e penetrante.
Glielo porsi e mi ringraziò continuando a lavorare, era a dir poco bellissima anche quando era maledettamente concentrata.
"Che?" disse guardandomi e bevendo tutto d'un fiato il liquido all'interno del bicchiere, guardai i movimenti che faceva la sua gola e ne ero stregata.
"Di che si tratta?" le domandai ancora una volta incuriosita e mi avvicinai a lei, posando le mani sulla scrivania.
"Non sono cazzi tuoi." sbottò lanciandomi un'occhiataccia e risi divertita per quanto fosse affascinante anche così.
"Che cazzo ridi, bionda?" disse scuotendo la testa incredula facendo alcune telefonate, odiavo da morire non capire la sua lingua.
"Sei araba quindi?" dissi sperando che mi rispondesse, volevo conoscere alcune cose sulla sua vita privata.
"Al 100%." disse versandosi un'altro bicchiere e bevve lentamente corrucciando la fronte confusa, la guardai e gironzolai attorno al suo ufficio e guardai alcune sue foto nelle mensole.
Alcune ritraevano lei e un'altra ragazza in una spiaggia, avevano delle birre in mano e sgranai gli occhi guardando attentamente il suo corpo esposto, non aveva un'imperfezione.
"Che cazzo." disse ad un certo punto Zulema sbattendo una mano sulla scrivania furiosa e si alzò guardando fuori dalla finestra.
Sussultai e mi avvicinai a lei lentamente, sembrava che avesse tantissima rabbia repressa da sfogare.
"Qualcuno ha fatto per caso incazzare lo scorpione?" dissi sfottendola e scosse la testa appoggiando il bicchiere vuoto dietro di lei.
"Stai zitta bionda." disse serrando la mascella e con cautela le spostai i capelli da un lato, scoprendo il suo collo magro.
La sovrastai con il mio corpo attaccandola al muro e lentamente mi avvicinai inspirando il suo profumo meraviglioso che ormai stava diventando una droga, le sue mani si posizionarono sulla mia vita e me la strinse nel mentre che incominciavo a lasciarle dei piccoli baci sulla mascella, scendendo lentamente e mordendola piano.
"Ti ho detto che non mi devi toccare." disse arrabbiandosi ma non le diedi ascolto e continuai il mio percorso facendole chiudere gli occhi, percepivo la sua tensione ma anche un pizzico di vulnerabilità che non mi avrebbe mai lasciato del tutto.
Le sfiorai lentamente la guancia con il labbro inferiore e mi staccai uscendo lasciandola da sola, era sorpresa dal mio comportamento e sogghignò.
Non sapevo nemmeno io perché l'avevo fatto ma ogni volta che i nostri corpi si sfioravano provavo delle cose eccezionali, difficili da spiegare.

"Che ci facevi dentro al suo ufficio?" disse Ryan non appena percorsi il corridoio e scossi la testa infilandomi il capotto, non vedevo l'ora di tornare a casa e dormire, era stata una giornata a dir poco pesante.
"Non sono cazzi tuoi." dissi furiosa ma la mia schiena andò a sbattere contro il muro, con le sue labbra vicine alle mie.
Scoppiai a ridere e misi la testa di lato nel mentre che il ragazzo davanti a me mi guardava colmo di desiderio, ed è qui che mi accorsi che non provavo nulla.
Con Zulema invece era tutto diverso.
"Hai finito?" dissi divertita e scosse la testa afferrandomi il viso, non appena fece per baciarmi sulle labbra uno schiaffo gli arrivò dritto in faccia facendolo gemere dal dolore.
Sentii dei passi dietro di noi e Zulema mi guardava divertita, scosse la testa serrando la mascella e non mi degnò di uno sguardo nel mentre che andava in sala per raggiungere Sergio.
Il suo sguardo era strano e sussultai perché sembrava che volesse trucidarmi e uccidermi.
"Mettiti in testa che tra di noi non potrà esserci più nulla, Ryan." sbottai voltandogli le spalle e uscendo dalla villa tornando a casa.

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