14.

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Cercare le risposte è meglio che farsi le domande, stare svegli è meglio che dormire.
Fare una cosa, anche se dovesse rivelarsi il più grande, il più tremendo degli errori, è decisamente meglio del non averci provato.

"Se noi dovessimo prendere questa strada qui, ci metteremo meno tempo." disse Tokyo facendomi vedere una mappa e annuii prendendo un pennarello e cerchiando il punto, eravamo tutti riuniti attorno ad un tavolo ma avevo lo sguardo perso letteralmente nel vuoto.
Erano passati giorni da quando avevo discusso con Zulema e non ci parlavamo.
"Dovete stare attente perché solitamente in quella strada ci sono diverse pattuglie." disse Berlino raggiungendoci e sospirai confusa.
"Allora prenderemo la strada secondaria a destra, non abbiamo altra scelta se non vogliamo farci beccare." disse Denver portandoci un fascicolo e studiammo i volti di chi dovevamo cercare, era sempre la stessa storia.
"Mi sto annoiando, ci si vede." dissi alzandomi e mi sciolsi i capelli beccandomi un'occhiataccia da Sergio, mi recai in cucina e decisi di prepararmi un panino.
Non appena mi voltai mi trovai Zulema che mi fissava con un sorriso sulle labbra e boccheggiai come sempre davanti alla sua bellezza, la scansai furiosa e andai a sedermi mangiando in silenzio.
"Devi fissarmi ancora per molto?" sbottai dopo alcuni minuti non appena finii di mangiare e bevvi l'acqua nel mentre che la donna davanti a me rise.
"Ti sto studiando bionda e sei un tale casino, dico davvero." disse sarcastica e alzai gli occhi al cielo facendo spallucce ma non appena feci per andarmene mi bloccò afferrandomi per un polso.
"Zulema non ho voglia di sentire le tue cazzate prive di senso, davvero." sbottai guardandola annoiata e i suoi occhi mi scrutavano attentamente, mi dava fastidio il fatto che per qualunque cosa non ci dava il giusto peso.
"Perché mi stai evitando? L'ultima volta non sembrava che ti stessi opponendo, anzi." disse appoggiandomi nel ripiano e lentamente si avvicinò ad un centimetro dal mio viso.
La guardai intensamente e alzai gli occhi al cielo stanca di questa situazione, ma la sua mano si serrò attorno alla mia gola.
"Non alzare gli occhi al cielo con me." sbottò guardandomi furiosa e sorrisi divertita.
"Altrimenti?" sussurrai sfidandola nel mentre che la sua mano scendeva lungo il mio petto fino a depositarsi nella mia vita per attirarmi più vicino a lei.
"Bionda." ringhiò contro il mio orecchio e gemetti leggermente, fece per baciarmi ma la spinsi lontano da me.
Non volevo più cedere a niente, se c'era una cosa che mi dava fastidio era perdere il controllo senza nemmeno averci provato del tutto a tenerlo stretto.
"Sei una perfettina del cazzo." disse scuotendo la testa incredula e mi voltai sconvolta verso di lei.
"Io? Vogliamo parlare di te?" esclamai alzando la voce e ridendo isterica.
Vidi il suo guardo cambiare e per un attimo ebbi paura per come potesse reagire.
"Cosa vorresti dire? Sentiamo." sbottò innervosendosi e scossi la testa toccandomi viso con rabbia.
"Distruggi tutto ciò che ti circonda Zulema e non pensare minimamente di usarmi come uno dei tuoi tanti giocattoli a tuo piacimento. Sono una persona libera e non hai nessun potere con me, non me ne frega un cazzo se sei il mio capo. Ne ho già uno e tu non mi servi." dissi avvicinandomi ma uno schiaffo mi arrivò dritto in faccia spaccandomi il labbro.
Tentai di allontanarla ma mi fece voltare con la faccia al muro, imprecai per la sua forza e tentai di liberarmi.
"Non puoi permetterti di fare l'orgogliosa con me quando sappiamo entrambe che muori dalla voglia di avermi ogni secondo." sussurrò nel mio orecchio e serrai la mascella dandole una gomitata sul fianco facendola imprecare.
Successivamente le diedi uno schiaffo e me lo restituì come se niente fosse.
"Tu non mi conosci e le tue convinzioni mi mandano letteralmente fuori di testa, non sono come le altre!" urlai avvicinandomi ad un centimetro dal suo viso e notai del sangue uscirle dal labbro inferiore.
Mi afferrò per la gola e mi spinse contro il muro, facendomi sbattere la nuca forte.
Un dolore lancinante alla testa mi fece chiudere gli occhi e imprecai liberandomi da lei a fatica.
"Non toccarmi." sussurrai camminando piano fino ad appoggiarmi nel bancone, la testa mi faceva male da morire e mi venne una nausea assurda con i capogiri.
"Tu vivi con il mio tocco perché ogni volta ti sento bruciare, smettila di scappare dalla realtà bionda." la sentii dire dietro di me e mi infuriai il doppio.
"Non sai che cazzo ho dovuto passare nella mia vita, non puoi entrare nel mio mondo e stravolgerlo tutto quanto!" le urlai con tutto il fiato che avevo in corpo e la vidi serrare la mascella, sicuramente stava pensando a cosa dirmi.
"Posso fare quello che voglio con te perché me lo permetti come niente." disse sorridendomi strafottente e mi avvicinai nuovamente per colpirla.
"Pensi che due baci o due carezze significano questo? Sei proprio un'idiota se pensi davvero così." dissi ridendo istericamente ma mi bloccai accorgendomi di aver esagerato con le parole, non potevo permettermelo.
La donna davanti a me mi guardò malissimo e notai le sue mani tremare.
"Che hai detto scusa?" sussurrò a bassa voce chiudendo gli occhi e indietreggiai, la paura che percepivo era veramente tantissima.
Non appena feci per replicare mi diede una ginocchiata nello stomaco e mi accasciai a terra dolorante, si mise a cavalcioni sopra di me ma riuscii a mettere il viso di lato in modo tale che il suo pugno non mi colpisse in pieno.
Mi vennero le lacrime agli occhi e ribaltai la posizione bloccandole i polsi con forza, ma non avrei retto ancora per molto.
Zulema urlò dalla rabbia e mi spinse contro il pavimento dandomi un altro schiaffo, alcune lacrime mi rigavano il viso ma le sue labbra si appoggiarono prepotenti contro le mie.
Mi infilò la lingua in bocca con forza e gemetti aprendo le gambe in modo tale che potesse mettersi in mezzo, mi sollevò prendendomi in braccio come se fossi una piuma e mi spinse contro al tavolo appoggiandomi sopra di esso.
"Dimmi che mi vuoi." sussurrò gemendo non appena le circondai il collo con le braccia ma scossi la testa con le lacrime che mi rigavano il viso, non era solo per il dolore fisico ma anche per tutte le emozioni che mi stava facendo provare, non mi ero mai sentita così.
Non volevo dimostrarmi debole ma più tentavo di rimanere lucida, più uscivo fuori di testa sotto al suo tocco.
Era paradossale e insieme eravamo una forza unica, letteralmente.
Gemetti il suo nome non appena mi leccò il collo e mi aprì ancora di più le cosce, aderendo il suo seno contro il mio.
"Dimmelo, Macarena." sussurrò mordendomi il labbro e le afferrai il volto tra le mani baciandola con forza.
"Non cederò mai con te." dissi furiosa baciandola ancora con più passione e serrò la mascella afferrandomi i capelli e facendomi portare la testa all'indietro.
Le sue mani vagavano in tutto il mio corpo e strinse possessivamente il mio seno facendomi gemere contro la sua bocca, le morsicai il labbro forte e un'altro schiaffo mi arrivò in faccia.
Mi mancò il fiato per la forza che aveva applicato e tentai di levarmela di dosso graffiandole il braccio ma mi bloccai non appena sbottonò i miei jeans, abbassandoli piano e con decisione.
"Che fai?" sussurrai sconvolta e le sue labbra si appoggiarono sul mio collo, appoggiai la mano sopra alla sua ma me la inchiodò sopra alla mia testa.
Avevo perso letteralmente il controllo e smisi di lottare guardandola intensamente con il cuore che mi scoppiava nel petto.
"Ti dimostro che sei mia." disse sorridendomi in modo strafottente e ingoiai il grosso groppo che avevo in gola non vedendo l'ora di sentirla per davvero.
Inarcai la schiena non appena le sue dita entrarono dentro di me e spalancai la bocca incredula chiudendo gli occhi, si mosse senza sosta facendomi portare gli occhi all'indietro e il piacere mi invase completamente facendomi tremare.
"Zulema." mormorai senza fiato sentendomi incredibilmente sconvolta e aggiunse un terzo dito facendomi toccare il paradiso in mezzo secondo.
Con l'altra mano libera mi afferrò la gola e mi fece sua senza nessuna esitazione, come se fosse la cosa più naturale del mondo farlo e le lasciai ogni controllo.
Perché la volevo, tanto.
Disperatamente.
Non avevo più la forza mentale per bloccarla, era arrivata al limite con me.
Infatti le afferrai il volto e la baciai nel mentre che urlavo ma la sua mano si appoggiò nella mia bocca per trattenere i miei gemiti, il mio autocontrollo era andato tranquillamente a farsi fottere.
Il suo movimento aumentò di scatto provocandomi degli spasmi involontari e percepii le vene del collo pulsarmi dal piacere che mi stava regalando, ero quasi vicina all'apice e le gambe mi tremarono interrottamente.
"Non chiudere gli occhi." mi ordinò Zulema serrando la mascella incollandomi ancora di più contro il tavolo e non appena diede un'altra spinta urlai senza più fiato nel corpo, venendo.
Il suo sguardo era carico di eccitazione e notai che non aveva smesso per un attimo di sorridere con un'espressione del viso compiaciuta, come se volesse farlo da tempo e mettermi in ridicolo sotto di lei come se fosse sempre stata una sfida.
Rimase ancora dentro di me e con cautela uscì baciandomi il collo possessivamente e marchiandolo.
Ciò che era appena successo mi aveva sconvolto nel vero senso della parola e non avevo mai provato una sensazione così appagante e piena.
Lo rifarei? Altre mille volte.
"Lurida figlia di puttana." sussurrai guardando la donna sopra di me che non aveva smesso per un attimo di marchiare la mia pelle a suo piacimento.
"Quando ti dico che non scherzo, devi credermi bionda e te l'ho appena dimostrato." sussurrò seria guardandomi dritta negli occhi ma la spinsi lontano dal mio corpo, mi sentivo incredibilmente usata da lei ed ero schifata.
"Vattene." sussurrai sentendo nuovamente i miei muscoli tesi e mi misi seduta rivestendomi, rossa in viso.
Zulema si leccò le labbra e una lacrima mi rigò il viso, con lei era tutto diverso e il suo tocco mi aveva distrutto.
Scesi dal tavolo sentendo la testa girare e me ne andai con il piacere che invadeva ancora il mio corpo stremato.
Una delle due doveva cedere e quella purtroppo ero io, perché ancora una volta le avevo dato tutto il mio autocontrollo abbandonandomi completamente a lei.

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