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Persi il conto ormai di quante settimane passarono e cercavo in tutti i modi di evitare Zulema, mi rinchiudevo in camera da sola e pensavo a cosa fare.
"Hey, posso?" disse Tokyo bussando alla porta e annuii facendola entrare.
"Non puoi stare così, lo so che la sua domanda ti ha spiazzata ma cazzo, Maca vuoi continuare ad evitarla per sempre? È la tua ragazza." disse stringendomi amorevolmente la mano e una lacrima mi rigò subito il viso.
Ero confusa, non sapevo nemmeno io cosa pensare perché era come se fossi offuscata da miliardi di cose messe assieme.
Sapevo che avere paura non risolveva la situazione ma con lei ne avevo terribilmente tanta perché mi rendeva viva come non mai e se l'avessi persa una parte di me si sarebbe distrutta.
"Tokyo non so che fare, ho solamente bisogno di tempo per pensare a cosa fare." sussurrai sorridendo alla mia migliore amica che mi abbracciò stringendomi con forza lasciandomi qualche bacio tra i capelli.
"Ti devo dare una cosa." disse staccandosi dall'abbraccio e mi porse un biglietto, lo aprii velocemente e sgranai gli occhi notando che era da parte di Zulema.

"ti piace il dolore, perché pensi di meritarlo e il tuo cuore ha pianto finché non è diventato asciutto. quanto ancora ne devi provare affinché puoi sentirti davvero libera?"

Lo feci leggere a Tokyo e altre lacrime rigarono il mio viso, mi alzai versandomi un bicchiere di vodka e mi legai i capelli scompigliati, ero trasandata e avevo pochissime ore di sonno.
"Fottuta donna affascinante con la sua filosofia incredibile." sbottai bevendo ancora e Tokyo si alzò preoccupata togliendomi la bottiglia dalle mani.
"Basta Maca, stai esagerando." disse abbracciandomi e scoppiai a piangere un'altra volta accasciandomi a terra senza forze, sembrava che il passato mi avesse travolto senza darmi nemmeno il tempo di respirare.
Mi vennero in mente tutti i litigi con Kabila e tutte le lacrime versate, sembrava che stessi rivivendo la stessa identica cosa solamente che la colpa era tutta mia.
"Dobbiamo uscire preparati, ti porto a pranzo fuori non posso vederti così." disse Tokyo spingendomi in bagno e annuii svogliata facendomi una doccia rigenerante e sistemandomi come si deve.
"Dio mio Maca, seria?" disse indicando la mia maglia a maniche corte oversize e i miei jeans stretti, infilai i tacchi e feci spallucce mettendomi solo il mascara.
Non ero abituata a vestirmi così ma non avevo voglia di mostrarmi, volevo scomparire nel buio più totale.
Mi asciugai i capelli lasciandoli mossi e feci un lungo respiro profondo, Tokyo mi aspettò fuori e la raggiunsi nervosa sperando di non incontrare Zulema.
"Ho bisogno di fare shopping." disse la mia amica sorridendo e annuii, cercai le chiavi della macchina e misi in moto dirigendomi in centro.
Indossai gli occhiali da sole e abbassai il finestrino nel mentre che l'aria calda scompigliava i miei capelli facendomi sentire per un attimo libera.
"Prima dal parrucchiere, che dici?" disse afferrandomi una ciocca di capelli e sbuffai notando che aveva ragione, il mio colore era praticamente morto così anche come il mio viso.
Ero priva di vita, impaurita.
"Buongiorno, ho prenotato l'altro ieri." disse Tokyo una volta che fummo entrate e alzai gli occhi al cielo.
"Non ci posso credere, avevi già organizzato tutto." mormorai sedendomi nella sedia e il parrucchiere mi sorrise proponendomi le cose che voleva fare e annuii, non vedevo l'ora di vedere il risultato.
"Okay incominciamo, tesoro hai un viso angelico praticamente morto chi ti ha spezzato il cuore?" disse nel mentre che mi faceva lo shampoo e successivamente incominciò a preparare dei colori mischiando il tutto.
"Nessuno, è un momento un po' così." dissi sorridendo nervosa e il ragazzo dietro di me incominciò a dividermi le ciocche.
"Chiamami Lucas e sarò la tua salvezza perché i tuoi capelli mi stanno chiedendo pietà." disse ridendo e lo seguii a ruota sentendomi spensierata e cercai di non pensare.
"D'accordo Lucas, a te invece come va la tua situazione sentimentale?" gli domandai rilassandomi nella poltrona e mi sorrise tramite lo specchio.
Ma era un sorriso triste, come i miei.
"Mio marito è morto circa due anni fa in un'incidente stradale, da allora nulla ha più senso nella mia vita apparte questo lavoro che mi aiuta a non uscire fuori di testa." disse senza guardarmi e sgranai gli occhi.
"No, non fare quella faccia ormai sono abituato a questo genere di cose e stai tranquilla." disse posando lo sguardo sul mio e annuii.
"Se posso chiedere, come hai fatto a capire che eri innamorato di lui?" dissi titubante e mi regalò un sorriso sincero.
"Beh, per vivere hai bisogno di mangiare e dell'ossigeno giusto? Devi capire se questa persona ti fa mancare il fiato, fino a soffocare. E non appena è di nuovo al tuo fianco capisci di essere completa, capisci di non volere nessun altro se non quella persona che ti fa battere forte il cuore. Ecco cosa significa essere innamorati ma è un processo che richiede tempo, non lo capisci subito perché devi viverti ogni singola cosa." disse finendo di tingermi i capelli e restai in posa, scossa da quelle parole.
"Se potessi tornare indietro, direi a Michael che l'amavo terribilmente tanto ogni secondo ma invece il destino ci ha separati, non fare questo errore e apri un pochino di più il tuo cuore." aggiunse asciugandomi velocemente una lacrima dal viso e lo ringraziai imbarazzata.
"L'ho già fatto ma purtroppo ho il cuore rotto in mille pezzi e difficilmente riesco ad aprirmi di nuovo con una persona." gli risposi facendo spallucce e il suo sguardo si incatenò al mio, mostrandomi tutta la sua sofferenza.
"Chiediti se ne vale veramente la pena." mi rispose facendomi l'occhiolino e andò da Tokyo lasciandomi senza fiato.

"O mio dio!" esclamai notando il risultato finale ed ero letteralmente sconvolta da tutto il lavoro che aveva fatto Lucas.
Aveva letteralmente risistemato i miei capelli ed erano più vivi, applicando un biondo con alcune sfumature tendenti al bianco.
"Sei splendida." disse Tokyo con le lacrime agli occhi e l'abbracciai velocemente per poi abbracciare il ragazzo.
"Grazie." sussurrai stringendolo a me e mi accarezzò dolcemente la schiena, sapeva che non lo stavo ringraziando solo per quello.
"Comunque è una bellissima donna." mi sussurrò sorridendomi e sgranai gli occhi confusa.
"Come fai a-?" gli domandai stupefatta e scoppiò a ridere per la mia faccia.
"Ho visto il tuo sfondo sul cellulare, è impossibile non notare una donna così scusami ma non ho resistito." disse ridendo e sorrisi mostrandogli interamente la foto con più attenzione, era una foto mia e di Zulema dove lei era appoggiata nella mia spalla e sorrideva.
L'avevamo fatta l'ultima volta che era rimasta con me e non avevo resistito a non metterla come sfondo.
Avevo una stretta al cuore e feci un lungo respiro profondo calmandomi.
"Hey stai tranquilla okay? Non devi fare nulla di forzato, segui il tuo cuore per quanto possa essere distrutto. Magari lei può rimettere insieme i pezzi." disse appoggiando una mano sulla mia spalla e annuii per poi salutarlo e uscire.
"Biondina, ho fame." disse la mia migliore amica afferrandomi il braccio e mi trascinò dentro ad un locale prenotando subito un tavolo per due.
"Sushi? Perfetto!" esclamai felice e Tokyo rise sapendo che era in assoluto il mio cibo preferito.
"Comunque stai tranquilla, vedrai che tutto passerà devi solamente ritrovare te stessa e andare avanti come hai sempre fatto. Non devi dare il potere a Kabila di spezzarti nuovamente l'anima in due." disse stringendomi la mano e le diedi ragione, dovevo solamente stare sola.
Dopo alcuni minuti incominciammo a mangiare e Tokyo faceva qualche battuta idiota facendomi ridere a crepapelle.
Ero veramente spensierata e per la prima volta dopo giorni risi nel vero senso della parola, senza pensare a niente.
"Devi aiutarmi a prendere alcune cose, voglio che Rio esca fuori di testa." disse Tokyo afferrandomi per mano ed entrammo dentro a vari negozi, si provò alcuni vestiti e sorrisi comprando qualcosa anche per me e cambiandomi lì stesso.
"Ora che si ragiona, guardati." disse facendomi fare una giravolta e sorrisi per come i jeans fasciavano alla perfezione le mie gambe e il top in pizzo faceva risaltare ancora di più il mio seno.
"Zulema ti ucciderà ma a noi non importa giusto?" disse sorridendomi e annuii in ansia notando che si erano fatte le cinque.
Decidemmo di tornare a casa e durante il viaggio cantammo le canzoni che trasmettevano in radio a squarcia gola, mi sentivo bene ed ero quasi del tutto rinata.
Mi serviva proprio passare del tempo con la mia migliore amica.
"Questo taglio di sta da Dio." dissi indicando il suo caschetto e Tokyo mi sorrise mettendosi gli occhiali da sole, continuando a cantare.
Una volta arrivate nella villa presi le buste dal cofano e mi diressi dentro, sotto lo sguardo di tutti.
Zulema non c'era e tirai un sospiro di sollievo, altrimenti mi avrebbe destabilizzata subito.
"Oh cazzo." disse Denver squadrandomi dalla testa ai piedi e risi incamminandomi nella mia camera, incominciai a riordinare spalancando le finestre e non appena mi voltai per poco non svenni.
Zulema era appoggiata nello stipite della porta con le braccia incrociate e mi stava letteralmente trucidando con lo sguardo.
Aveva le labbra serrate dalla rabbia ed era letteralmente furiosa.
Merda, e ora?

escapeWhere stories live. Discover now