58.

966 87 97
                                    

3 weeks later.

Saray mi lanciò un po' di farina addosso e alzai gli occhi al cielo ripulendomi subito i jeans, avevamo deciso di cucinare qualcosa dopo aver finito gli allenamenti in modo tale che potessimo passare del tempo senza sprecarlo.
"Io voglio fare i biscotti a forma di renne perché tra un mese esatto è Natale." dissi orgogliosa mettendoli nel forno e azionando il tutto estasiata.
"Bionda cazzo, siamo da quattro giorni preparando questi biscotti." disse la gitana incominciando a pulire la cucina e le puntai il mescolo contro offesa.
"Decido io, il Natale è la mia festa preferita e voi non mi ostacolerete." dissi furiosa guardando i miei biscotti prendere forma e sorrisi orgogliosa.
Ad un certo punto qualcuno mi abbracciò da dietro baciandomi il collo e sorrisi notando le braccia tatuate di Zulema cingermi la vita possessivamente.
Era da tantissimi giorni che lavorava per il caso di Hanbal e ci vedevamo pochissimo.
"Hai finito di fare l'isterica? Ti sento urlare dal soggiorno." disse ridendo e mi voltai spingendola leggermente offesa.
"Zule se fossi in te le starei lontana, prima mi ha picchiata perché ho detto che le renne facevano schifo." disse Saray ridendo ma smise subito non appena la guardai male.
"Infatti le renne fanno schifo, mi ricordo che una mia amica aveva addirittura comprato una lampada a forma di renna che si illuminava al buio." disse il mio scorpione ridendo e l'allontanai sconvolta.
"Io e te, non scoperemo più." dissi con un tono egocentrico spegnendo il forno e Zulema smise subito di scherzare diventando incredibilmente seria.
"Ah ?" disse avvicinandosi e Saray esultò battendo le mani non vedendo l'ora di vedere le nostre provocazioni.
"Stronze, ricordate la mia proposta." disse ridendo e Zulema non staccava per nessuna ragione al mondo lo sguardo dal mio spingendomi contro al bancone.
Guardai le sue labbra mordendomi le mie e la provocai puntando prevalentemente ai suoi punti deboli che conoscevo.
Le spostai i capelli di lato ansimandole contro l'orecchio e feci l'occhiolino a Saray che mi indicò l'impasto posizionato alle sue spalle.
La donna davanti a me chiuse gli occhi stringendomi la vita e leccai la zona della giugulare strappandole un gemito.
Con mossa veloce afferrai dell'impasto dalla ciotola e le sporcai la guancia staccandomi di scatto.
"Maledetta." disse sconvolta ripulendosi con un tovagliolo e non appena si voltò incominciai a correre lontano da lei e Zulema scattò inseguendomi.
Essendo molto più allenata di me stava per prendermi ma spinsi Saray in mezzo per guadagnare tempo.
"Ti prendo bionda, oh cazzo!" urlò Zulema divertita e la gitana ci fece alcuni video ridendo a crepapelle, recuperai fiato ma il mio scorpione mi prese in braccio caricandomi in spalla, urlai per poi scoppiare a ridere e le graffiai la schiena cercando di staccarmi.
"Mettimi giù!" urlai con le lacrime agli occhi a causa delle risate e Zulema si diresse verso il divano in soggiorno appoggiandomi sopra di esso.
Incominciò a farmi il solletico ridendo e urlai nel mentre che si metteva a cavalcioni sopra di me baciandomi il collo velocemente provocandomi ulteriori risate.
"Amore, ti prego!" urlai piangendo e avevo il viso innondato di lacrime, la pancia mi faceva male da morire ma Zulema continuò ridendo contro la mia pelle.
"Ti arrendi?" disse fermandosi e scossi la testa cercando di ribaltare le posizioni, l'afferrai per il collo baciandola con passione e strinsi i suoi capelli con il fiatone.
Mi morsicò il collo baciandolo subito dopo e prese a rifarmi il solletico facendomi dimenare ancora una volta sotto di lei.
"Non vorrei interrompere ma." disse una voce alle nostre spalle e alzai la testa nel mentre che Sergio ci sorrideva.
Tutti gli altri erano sconvolti nel trovarci così ed entrarono, Denver mi fece l'occhiolino e sorrisi notando Tokyo farmi un sorriso a trentadue denti.
"Dimmi." disse Zulema alzandosi dal mio corpo e sistemandosi i capelli scompigliati, era bellissima e mi alzai dolorante a causa delle mie risate.
"Non l'ho mai vista ridere così tanto da moltissimi anni, sai?" disse Berlino porgendomi una sigaretta e fumai guardando la mia ragazza attentamente.
"So tutta la storia, me ne ha parlato." dissi sorridendo appena e Berlino annuí un po' titubante, lo guardai inarcando un sopracciglio confusa e feci uscire lentamente il fumo dalle labbra.
"Cosa mi stai nascondendo, mhm?" gli domandai mettendomi davanti al suo corpo e non appena fece per rispondermi guardò alle mie spalle furioso.
Zulema mi afferrò per la vita allontanandomi possessivamente con uno sguardo omicida e Berlino ricambiò eccome, sicuramente dovevano essere successe alcune cose tra di loro e non dovevo intromettermi in cose che non mi riguardavano.
Non dissi una parola e la seguii nel suo ufficio nel mentre che mi attaccava contro al muro divorandomi il collo, chiusi gli occhi gemendo ad alta voce e la sua coscia si infilò in mezzo alle mie gambe facendo pressione.
Il mio sguardo era concentrato su un punto fisso e non riuscivo a togliermi dalla testa l'espressione infuriata di Berlino, doveva essere successo per forza qualcosa di grave ed era assurdo il fatto che proprio lui non me ne avesse parlato.
Zulema sbottonò la mia camicia scendendo lungo il mio seno e la bloccai di scatto spintonandola fino a farla barcollare.
"Whoa bionda, che cazzo ti prende?" disse ridendo leggermente ma le diedi le spalle rivestendomi sconvolta, mi toccai il collo notando che mi aveva marchiato come suo solito e diventai tesa.
"Cosa è successo tra te e Berlino?" dissi incrociando le braccia al petto e la vidi scuotere la testa serrando la mascella.
Si accese una sigaretta e andò davanti alla finestra fumando nervosamente, odiava da morire quando ero così diretta.
"Perché questa domanda?" disse tranquilla e mi mise ancora più paura quando era totalmente apatica.
"Perché sono innamorata di te e dal suo sguardo ho capito molte cose." sbottai alzando le braccia incredula ma riassunsi il mio autocontrollo perché non volevo litigare nuovamente con lei.
Infatti Zulema si accigliò mantenendo uno sguardo serio e finì di fumare scuotendo la testa.
"Non so di cosa tu stia parlando." rispose tranquillamente e arricciai le labbra sorridendo furiosa, mi stava prendendo in giro ma decisi di lasciar perdere perché con lei non dovevi forzare proprio nulla.
"Va bene, Zulema." dissi incredibilmente tesa e uscii dal suo ufficio, fortunatamente non mi raggiunse e notai che erano le quattro del pomeriggio.
Chiusi la porta a chiave e mi accoccolai sotto le coperte rilassandomi completamente senza togliermi dalla testa lo sguardo autoritario del mio amico.
Qualcosa non tornava.

Mi svegliai dopo molte ore e afferrai il telefono al mio fianco notando che erano le 7 di sera e fuori la notte si stava inoltrando velocemente.
Sbuffai notando che Zulema non mi aveva mandato nessun messaggio e serrai la mascella indossando una felpa enorme a causa del freddo, mi legai i capelli sistemandomi la frangia scompigliata e mi aggiustai il trucco per essere presentabile.
Percorsi il corridoio con una sigaretta tra le labbra e percepii delle urla dall'ufficio di Sergio, stava litigando con Zulema ma non capivo cosa stessero dicendo.
"Hey bionda, prova questo." disse Saray facendomi un fischio e la raggiunsi in soggiorno abbastanza confusa.
Mi porse una tazza di cioccolata calda e per condensare il tutto ci mise la panna sopra.
"Mi stai viziando?" dissi provocandola e mi appoggiai nel tavolo bevendo tranquillamente e rilassandomi.
La mia amica scoppiò a ridere e fece spallucce sistemandosi i suoi lunghi capelli neri, mi piaceva il rapporto che si stava creando tra di noi nonostante tutte le nostre divergenze.
"Non lamentarti e bevi dai." disse facendomi un sorriso e mi nascosi dietro la tazza continuando a bere, gironzolai parlando con gli altri e sussultai andando davanti al camino per riscaldarmi.
In soggiorno c'era depositato un albero di Natale enorme con tutte le lucine e già alcuni regali erano posizionati sotto di esso.
Appoggiai la tazza vuota nel lavello e mi accesi una sigaretta nel mentre che giocherellavo con il telefono, notai alcuni messaggi da parte di mia madre ma non li lessi perché dovevano essere le solite cazzate.
Ad un certo punto percepii una presenza alle mie spalle e mi voltai trovando Zulema appoggiata nel bancone della cucina.
"È ancora arrabbiata la mia bionda?" disse con un sorriso meraviglioso sulle labbra e serrai la mascella cercando di trattenere la voglia che avevo di saltarle addosso.
"Vaffanculo." mormorai scuotendo la testa e la feci ridere abbastanza divertita.
Finì di fumare e si avvicinò a me nel mentre che rimanevo impassibile con una forza di autocontrollo incredibile.
"Mi sei mancata e sei ancora più bella con la mia felpa addosso." disse maliziosamente squadrandomi dalla testa ai piedi e mi morsicai il labbro sotto al suo sguardo seducente.
Non le risposi e la sentii sospirare nel mentre che si avvicinava al mio corpo.
Le sue dita accarezzarono la mia guancia dolcemente e la guardai dritta negli occhi nel mentre che si abbassava per accoccolarsi nell'incavo del mio collo.
Mi paralizzai ma dopo mezzo secondo mi sciolsi e ricambiai l'abbraccio stringendole la sua vita stretta.
"Quanto mi vuoi, Zulema?" le domandai di punto in bianco staccandomi bruscamente e sbuffò per il mio atteggiamento ma volevo capire.
"Tanto, te l'ho già detto." disse innervosendosi e annuii dirigendomi in soggiorno ma subito mi afferrò il polso.
"Non puoi essere arrabbiata con me ancora per molto, bionda." disse ridendo leggermente e alzai gli occhi al cielo.
"Chi lo dice?" dissi incrociando le braccia al petto e si avvicinò baciandomi, spinse prepotentemente la lingua tra le mie labbra e gemetti ricambiando il suo bacio scontroso.
"Forse abbiamo individualizzato Hanbal." disse tra un bacio e l'altro e mi staccai di colpo, sconvolta.
"Sei seria?" dissi afferrandole il viso tra le mani e annuì con la mascella contratta.
Mi fece sedere nel tavolo mettendosi davanti a me e capii che dovevamo parlare seriamente, percepii l'adrenalina scorrere impetuosa nelle mie vene e aspettai che parlasse.
"Abbiamo seguito il piano alla perfezione senza tralasciare nulla e siamo riusciti a localizzare il suo ultimo spostamento e si trova precisamente in Marocco." disse seria e notai i suoi occhi ardere dalla vendetta, dal rancore e da tutto il dolore che aveva depositato dentro al corpo.
"Quindi cosa dobbiamo fare ora?" le domandai estasiata e Zulema mi guardò con un'espressione del viso mai vista prima.
Paura.

"Dobbiamo partire, subito."

escapeWhere stories live. Discover now