Cap 8

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La mattina mi sveglio con la luce del sole negli occhi.
Mi alzo a malavoglia, mi cambio e mi dirigo per fare colazione.
Appena entro nella sala trovo mio padre, mia madre e mio fratello nel tavolo.

"Eccola qua la dormigliona, dormito bene?" dice Thor alandosi e venendomi ad abbracciare.
"Non ho mai dormito così bene in tutta la mia vita"
"Sono contento"

Ci sediamo e mentre faccio colazione mi padre prende parola.

"Freya... scusa, Elena appena hai finito di mangiare Thor ti porterà a fare il rituale della memoria."

Come ha detto Odino, finito di mangiare Thor mi ha accompagnato in una fuori dal castello.

"Dove stimo andando?"
"In un posto non molto accogliente" Thor

Siamo all'uscita della città, quando prendiamo delle scale che vanno verso il basso, ci troviamo in una specie di sotterraneo, quando troviamo davanti a noi una statua, con su scritto in cima "facilis descensus averni".

"Thor cosa vuol dire quella scritta?"
"La discesa all'inferno è facile"
"Carino"
"Tranquilla è uno scherzetto dei fratelli Bein, vedrai"

Scendiamo ancora finché non arriviamo in una stanza dove ci sono sette persone incappucciate, dovrebbero essere i fratelli Bein di cui parla Thor.
"Thor, figlio di Odino, cosa la porta qui da noi" parla uno dei sette
"Dovete far tornare la memoria a mia sorella, la principessa Freya"
"Ok, Freya mettiti sopra al quadrato nero al centro della stanza"

Mi metto li sopra e vedo che tutti si prendono per mano e invece quello che ha parlato prima, si avvicina a me, mi mette una mano sulla fronte.

"Dichiara il tuo nome alla fratellanza"
"Elena Franconeri"
"Non quello il tuo vero nome" mi rimprovera
"Freya Parche Evan Odison"
"Chi sei?"
"Sono Freya. Mia madre è la regina di Asgrad, mio padre è Odino e i miei fratelli sono Thor e Loki di Asgard..."

Non riesco a finire di dire chi sono che alla mente mi trascorrono tutti i ricordi di quando ero piccola, io, Thor e Loki che giochiamo; io che mi addormento nelle braccia di Thor; Thor ed io che facevamo tanti scherzi soprattutto a Heindall. Poi ad un certo punto sento un dolore, Hela la dea della morte, mi ha preso e sta cercando di uccidermi, provocandomi una cicatrice sotto l'orecchio, ma non come ho fatto una luce azzurra esce dal mio corpo uccidendola. Poi di nuovo sento un dolore improvviso che mi trafigge il braccio destro. Urlo, mentre le immagini dei miei ricordi si allontanano e cado in avanti. Sento qualcosa di freddo premere contro la mia guancia. Apro gli occhi e vedo delle stelle argentate. Sbatto un paio di volte le palpebre prima di rendermi conto di essere sul pavimento di marmo, le ginocchia strette al petto.
Vedo Thor correre verso di me, alzandomi.

"Elena tutto bene?"
"Mi fa un pochino male il braccio, ma adesso ricordo qualcosa" dico sorridendo
"Vieni ti porto al castello e ti curiamo il braccio, ok Elena?"
"Ok, Thorra"
"Non dirmi che hai visto quel episodio"
"Si e te lo menerò per sempre"

Mi porta al castello e mi cura il braccio e mi porta dai miei genitori.

"Allora Thor com'è andata?"
"Bene"
"Madre, padre!"

Corro verso di loro e li abbraccio come non ho mai fatto.
La settimana volò, mi era il mio ultimo giorno ad Asgard per poi tornare a sulla terra, a casa.
Si Asgard sarebbe casa mia, ma la terra è dove sono cresciuta, rimarrà sempre la mia vera casa.

"Thor mi potresti portare da Loki, vorrei parlargli"
"Elena sei sicura?"
"Gliel'ho promesso quando eravamo piccoli"

Mi porta nella prigione Asgardiana, ma ci siamo messi d'accordo che prima va lui e poi io arrivo dopo.
Lo vedo è li nel letto che gioca con un coso, che non riesco a identificare.

My heroWhere stories live. Discover now