26. Sexting

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V: non vedo l'ora di scoparti

Jungkook rilesse il messaggio più volte, grattandosi la testa.

Si guardò attorno nella sala riunioni gremita di gente, in cerca dei suoi hyung. Avevano preso posto disordinatamente, così gli ci volle una manciata di secondi per individuare Jin, che fissava lo schermo del suo cellulare, inorridito, le orecchie di lava incandescente. Il vibrare insistente dei loro telefoni annunciò l'arrivo di un nuovo messaggio.

V: ti voglio scopare fortissimo, ti scoperei anche adesso

Jungkook tentò di soffocare le risate in un bicchiere d'acqua, allagando il tavolo e rischiando di mandare in cortocircuito il proiettore sotto lo sguardo esterrefatto di Namjoon, i cui occhi rimbalzavano furiosi dal maknae all'idiota che stava inviando quelle sconcezze nella chat sbagliata. Dal canto suo, l'ignaro Taehyung attendeva speranzoso una risposta che non sarebbe arrivata, perché Bee era concentrata sull'ordine del giorno. Il bruno aveva nascosto il cellulare sotto al tavolo, poggiandoselo sulle gambe, e a Jungkook parve che si stesse ammirando il cazzo, così scoppiò a ridere di nuovo, stavolta spruzzando la sua adorata kombucha sulla giacca di manager Hoboek.

V: sei così professionale che mi sta venendo duro

A quel punto Hoseok iniziò a tossire prepotentemente, battendo i pugni sul tavolo. Jimin, seduto al suo fianco e rapito dal grafico di bilancio come un vero azionista, si limitò a dargli qualche timida pacca sulla schiena, ma Hoseok gli schiaffò il display sotto al naso.

V: mi è venuto di pietra

Gli occhi di Jimin divennero grossi come palle da biliardo mentre la sua faccia assumeva l'allegra sfumatura cromatica del calcestruzzo. Taehyung continuava a fissare il cellulare con un sorrisetto languido, mordendosi le labbra e grattandosi la patta proprio lì, dove i pantaloni tiravano. E mentre Jimin digitava frenetico qualcosa come smettila idiota, l'incorruttibile Yoongi esplose in una risata inaspettata e chiassosa, calamitando su di sè l'attenzione di tutti i partecipanti. Allarmato, Taehyung riemerse dallo schermo, fingendosi improvvisamente interessato al diagramma a torta proiettato sulla fronte di Bang Si-hyuk. SUGA stava letteralmente soffocando dal ridere, e come spesso accadeva si scatenò una reazione a catena di una magnitudo devastante: Jungkook scivolò sotto al tavolo come un paguro, i suoi strilli esilarati sovrapposti a quelli di J-Hope, mentre Jin correva fuori dalla stanza, sputacchiando scuse incomprensibili in lingue ignote al genere umano, lasciandosi dietro una scia di risate epilettiche. Il tutto accadde sotto lo sguardo rassegnato del signor Bang, ormai avezzo a quelle improponibili nefandezze, e di tutta l'alta corte presente. Hoboek li fulminò con lo sguardo e Bee non fu da meno, nonostante vederli divertirsi fosse per lei una fonte di gioia inesauribile - senza contare che la quasi totalità del fatturato era merito loro.

«Che diavolo state combinando?» sibilarono all'unisono i manager, mentre Bang Si-hyuk osservava avvilito le diapositive che aveva preparato con tanta cura, chiedendosi ancora una volta per quale assurda ragione avesse deciso di donare le bellezza di 68.385 azioni a ciascuno di quei piccoli mascalzoni.

«PDnim, sono... mortificato» singhiozzò Yoongi, chiazzandosi di rosso neanche avesse il fuoco di Sant'Antonio, «io... PDnim, per favore, possiamo anticipare la pausa pranzo? Credo di non sentirmi bene».

Considerando che Jin doveva ormai essere arrivato a piedi in Vietnam e che Jungkook era steso sotto al tavolo in preda alle convulsioni come ne l'Ultimo Esorcismo, Hitman Bang si vide costretto ad anticipare il break. Tolse gli occhiali e si massaggiò le palpebre, nascondendo un ghigno misto a disperazione nella mano rotondetta, perché Hoseok aveva appena sbattuto la testa contro il muro, incapace di controllare gli spasmi.

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