44. Il principio che regola il mondo

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«I think I wanna lose you
just to find my way back to you.»



Uno sguardo all'orologio, dieci minuti al check-out.

Porto i capelli dietro l'orecchio, sorrido; nel mio riflesso nessuna paura. Siamo liberi, siamo salvi. Il mio compito a Seul può dirsi concluso.

Abbiamo vinto, siamo state silenzio e poi fragore, uno tsunami che divora la riva. Abbiamo vinto da sfavorite, col vento contro allo scadere del tempo; sul banco delle accuse una carneficina, graffi, grida e i nostri seni violati. Abbiamo fatto bagarre e abbiamo scalciato, questo non è un paese per donne ma lo diventerà.

In prima pagina Yoshi sbiadisce, lo getto nel cestino.

Sei stata brava, bambina.
Ho sognato la nonna, attorno a noi una pianura riarsa. Dentro di me è divampato un incendio, ci siamo abbracciate in un campo di niente.
Ho fatto un casino, nonna, ma qualcuno mi ha amato. Ho incontrato amici rari, amici veri.
Nella fossile terra un timido germoglio, invisibile agli occhi ma nitido al cuore.
Ho incontrato Taehyung. È sempre stato lui, la cometa del mio cammino.
La nonna ha sorriso. È una bella storia, bambina, ma avevo sperato in un finale diverso.
Le ho dato un bacio, le ho detto addio.

Cinque minuti al check-out.

Catturo una lacrima superstite, credevo di averle piante tutte e invece lei s'è rifugiata tra le pieghe dei miei sorrisi. La consegno alla lettera che ho scritto per te, troverò il modo di fartela avere. Dentro c'è tutto quello che sappiamo, il destino che abbiamo accettato; il principio che regola il mondo.


"Per ottenere qualcosa è necessario dare in cambio qualcos'altro che abbia il medesimo valore.
In alchimia è chiamato il principio dello scambio equivalente.
A quel tempo noi eravamo sicuri che fosse anche la verità della vita."


Sigillo la busta, metto via la penna. Mi manchi da morire, Taehyung. Mi mancherai sempre.

E adesso, col mare d'inverno che applaude alla mia finestra, io dovrei sentirmi felice. Felice, felice, felice! Dovrei danzare scalza in questa stanza consumata, brindare alla vittoria e ubriacarmi di vita; dovrei ridere, cantare e festeggiare.

Dovrei, invece tutto quello che desidero è una capanna per i nostri cuori, la tua pelle ambrata che sconvolge la mia. Vorrei annusarti la nuca e chiamare il tuo nome, dirti che sei stato il giardino e l'incendio e l'onda sulla scogliera, ma tu non ci sei.

Mi guardo attorno, liscio una piega sul copriletto. Adesso le lancette s'incontrano, si abbracciano, sono una cosa sola. Vorrei fossimo noi, invece è ora di andare. Arriva sempre l'ora di andare.

Spingo fuori il mio bagaglio, i documenti, la sentenza del giudice.

In corridoio sorrido, ripenso all'albergo di Gangwon, ai tuoi occhi da mendicante dietro la mia porta, la tua timida elemosina d'amore. Solo sesso hai mentito e ti sei intrufolato, mi hai fregato e mi hai salvato, hai vinto la partita del mio cuore; so che sembriamo due perdenti ma te lo giuro, amore mio, tu sei il mio campione.

E se mi sarà concessa un'altra vita allora voglio essere te. Voglio essere i tuoi passi coraggiosi e il tuo amore ostinato, voglio essere il tuo muso che sfrega contro la mia mano, ama me e nessun altro e io l'ho fatto, fino all'ultima libbra di cuore.

Non mi fido di me stessa, Taehyung, non mi conosco. Quello che ho fatto mi è costato una sofferenza atroce, se servisse non saprei replicarlo. O forse si? Non lo so, ma non voglio scoprirlo sulla tua pelle. Per questo devo andare via. Ti prometto che imparerò a nuotare e forse un giorno raggiungerò la tua spiaggia. Magari saremo vecchi e in pensione, tu sarai pigro e pieno di cani dai dubbi colori; mi vedrai emergere dall'acqua come una sirena rugosa e farai quel sorriso che sempre m'incanta, sei bellissima, signorina Lee, insieme guarderemo il tramonto e tutti quelli a venire.

About Last NightWhere stories live. Discover now