6: Il biglietto pt.1

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Harry era abituato ad essere osservato, gli occhi degli altri erano soliti posarsi su di lui ogni qual volta metteva piede negli ambienti della vita mondana londinese.

Sguardi di uomini e di donne lo esaminavano spesso e con solerzia, fissandosi sui suoi capelli più lunghi di quanto la moda transigesse o sui suoi occhi, di un inaspettato verde che faceva cadere le dame ai suoi piedi.

Il loro mondo lo vedeva, ma nessuno lo guardava come faceva Lord Louis. Nei suoi occhi c'era un ferocia inconsueta. Quasi inopportuna.

Gli sguardi che le lady erano solite rivolgergli erano pieni una malizia velata e nascosta sotto lo sventolio dei loro ventagli. Mai troppo lascivi o impudici.

Gli sguardi degli altri uomini spesso lo sfioravano con finta incuranza, celando invidia per la sua giovane età o per la sua bellezza. Una bellezza che pareva garantirgli l'accesso al cuore delle ragazze più ambite di Londra.

Il mondo sembrava essere il suo giardino e il giovane rampollo avrebbe potuto avere tra le sue mani qualsiasi fiore, avrebbe potuto farli sfiorire o saggiarne il profumo, ma sotto gli occhi di Lord Tomlinson il fiore diveniva proprio Harry.

Gli uomini non lo guardavano come Louis, le donne nemmeno e sotto l'esame di quegli occhi in tempesta Harry non poteva che sentirsi nudo.

———

Quelle poche ore di sonno che gli erano state concesse le aveva trascorse con l'immagine del volto di Lord Tomlinson ferma sotto le palpebre chiuse, a vegliare sui suoi sogni e influenzandoli.

Poi il sole era sorto e aveva raggiunto con i suoi raggi le finestre della sua camera, illuminandola.

Harry non si sarebbe di certo svegliato tanto presto quella mattina, avrebbe preferito continuare a sognare quei maledetti occhi e quelle altrettanto maledette labbra, ma Anne aveva fatto intrusione nel suo sonno me il sole aveva fatto nella camera.

Così si era alzato, sbuffando e strisciando i piedi, s'intenda.

Camille anche quel giorno sembrava serena e al contempo impassibile; gli aveva preparato i vestiti e il bagno e poi era uscita con in mano i suoi indumenti sporchi della sera prima, fuggendo come se Harry avesse potuto ucciderla da un momento all'altro.

Quella mattina c'erano ospiti per colazione, ovvero la peggior categoria di ospiti che avrebbe mai potuto farsi venire in mente, come diavolo faceva la madre ad esserne entusiasta?

Forse perché l'ospite era Lord Irwin, che oltre ad ospite era anche il futuro marito di Gemma.

Fosse stato per lui non avrebbe fatto sfiorare a nessuno degli uomini di Londra sua sorella, ma lei sembrava innamorata di Ashton, che era decisamente un buon partito e un bravo ragazzo, e il loro matrimonio si presagiva essere felice, dunque lui non aveva mosso obiezioni.

Si stava iniziando ad abbottonare la camicia quando, dopo aver bussato, vide Camille entrare con quel suo bel volto efebico.

<Signorino, l'ho trovato tra i suoi vestiti> disse allungandogli un foglio, uscendo veloce com'era entrata.

Dopo un attimo di smarrimento si decise ad aprire quel foglio ripiegato su se stesso come fosse una lettera e lesse quella grafia che gli rubò un battito di cuore.

———

<Buongiorno famiglia, anche a lei Lord Irwin> salutò arrivando in sala da pranzo e trovando i tre pronti per la colazione.

<Oh Harry siediti, ti stavamo aspettando> disse Anne con quei suoi modi di fare cospiratori, che fecero storcere il naso ad entrambi i suoi figli.

Peccare d'amoreOnde histórias criam vida. Descubra agora