1: Il lupo

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<Non trova che questa mattina il tempo fosse delizioso?> chiese civettuola la donna, <Sì, decisamente incantevole...> rispose distratto il nobile, stretto nel suo completo d'alta sartoria; era un figurino con quel magnifico vestito, un regalo fatto agli occhi degli altri.
Tanta bellezza non poteva che essere ammirata e, probabilmente, invidiata.
La donna lo scrutò attentamente <Aspetta forse qualcuno?> tale domanda sicuramente nasceva dal profondo disinteresse che il castano stava mostrando per quella stucchevole conversazione.

<Mi perdoni mia signora> le baciò delicatamente la mano coperta da un lungo guanto in seta avorio, <ma non posso trattenermi oltre, oggi, come saprà di certo, arriva da Parigi Louis Tomlinson, non posso che accoglierlo con tutti gli onori del caso> spiegò, tentando di rabbonirla il più possibile, l'orgoglio ferito di una dama non conosceva rivali.

<Oh, non si preoccupi, riprenderemo la nostra conversazione un'altra volta> sorrise contrita, non era di certo felice, ma il sorriso brillante che le regalò il nobile fu più che sufficiente per ammansire il suo disappunto.

Dopo essersi congedato opportunamente, per il giovane rampollo di casa Styles iniziò la caccia, tentando di destreggiarsi fra le ampie e ingombranti gonne femminili, scrutava l'ambiente con avidità, desiderava essere il primo in quella lussuosa sala a scorgere il soggetto di tanta attenzione.

Sentì due colpi di tosse provenire da dietro di lui: Gigi.
Jelena Noura Hadid, per gli amici e i nemici era una dama di encomiabile bellezza; aveva tutto quello che un uomo avrebbe voluto in una donna e tutto quello che una donna avrebbe voluto per sé stessa. Ad ogni suo passo fioriva l'invidia e l'ammirazione altrui; Gigi però aveva un problema: la sua spiccata intelligenza.

Come si può rimanere in silenzio sapendo di avere ragione? Gigi era elegante, bella ed educata, ma troppo arguta. La sua superiorità intellettuale faceva scappare gli uomini, che assolutamente non tolleravano l'inferiorità rispetto ad una donna.

Harry amava Gigi più di quanto in generale amasse le donne; a partire da sua madre fino ad arrivare alle cameriere, leggermente dozzinali, dei locali che frequentava in notturno. Le donne per lui erano le creature più affascinanti create da Dio.

La giovane di avvicinò con passo felino, tra di loro era sempre così, un gioco di ruoli.
<Lord Liam ti sta aspettando alla fine del corridoio ovest, non indugiare, sembra molto impaziente di vederti> sussurrò sensuale, con l'indice e il medio a sfiorargli il mento con calcolata delicatezza, i loro modi di fare erano talmente innaturali da risultare perfettamente reali per la loro ipocrita società.

<Liam, eh?> le strinse la mano, stringendole il fianco con l'altra, <Spero che il pianoforte di casa Hadid ispiri il nostro ospite la metà di quanto la sua presenza ispira me> ghignò, con il viso a pochi centimetri da quello della dama, <Presumo che non ti rivedrò molto presto> la bionda passò la mano guantata sulla guancia del giovane, mentre i loro occhi si sfidavano irriverenti.

<Se fosse per me non mi rivedresti mai più> lei si finse indignata a quelle parole, <Voi uomini siete tutti uguali> tirò la sua giacca con forza, <illudete la brave ragazze come me e poi cambiate gonna, o pantalone: siete spietati. Cosa dirà di me l'opinione pubblica?> finse di piagnucolare.

<Che sono la vostra amante? Nei loro occhi leggo già la parola "sgualdrina"> lui rise a quelle parole, <Chiedo il vostro perdono mia signora, per averla sedotta e abbandonata come l'ultimo dei dongiovanni> le prese il mento tra pollice e indice, <Come posso farmi perdonare? Ho distrutto la vostra reputazione di vergine intoccabile...> lei sogghignò, <Domani sera avremo un appuntamento> lui alzò le sopracciglia, <Credo di non poter rifiutare> disse con staccando gli occhi da i suoi, <Non rientra tra le tue facoltà> ribatté lei.

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