capitolo /1/

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Usa: Nada io esco
Scesi lentamente, stavo per chiudere la porta ma mio fratello mi Fermò dopo esser corso verso di me e dopo avermi dato una pacca sulla spalla mi abbracciò.
Li accennai un sorriso cercando poi di staccarmi dalla morsa da cui ero stato intrappolato.
Alla fine venni accontentato e lui si staccò.
Canada: mi raccomando non essere il solito scemo"
Sbuffai un pò offeso
Usa: "va bene, te lo prometto. Farò il bravo bambino e cercherò di ascoltare la maestra"
Canada:" waoh, vedo che non cambi mai"
Mi tirò uno sbuffetto e mi passò lo zaino.
Canada:" se non ci fossi io ti dimenticheresti anche la testa"
Usa: "infatti c'è il mio fratellone che mi ricorda tutto"
Lo salutai.
Mi misi le cuffiette,mentre camminavo mi sentivo spensierato, il rock mi dava quell'energia che non riuscivo mai a trovare, strano da dire ma più che vero, mentre camminavo sentivo in bocca il gusto di una sigaretta, non ne avevo ancora fumata una ma avevo una voglia matta di farlo così mi fermai allo stop e presi dalla tasca della mia felpa la confezione di sigarette che gelosamente portavo sempre con me, non ricordo quando fosse
stata la prima volta in cui le avevo provate ma ricordo che da quel giorno non avevo mai più smesso e che oramai ero finito quasi a fumarmi un pacchetto al giorno.
A scuola venivo conosciuto per essere il vandalo o quel "tipo strambo" da cui stare alla larga, sinceramente a me andava bene così, non mi interessava molto fare amicizia ed era anche inutile provarci visto che la maggior parte dei paesi mi odiava, come ad esempio Cina che avvolte alla ricreazione o al cambio di Aula mi attaccava dei bigliettini dietro la schiena con degli insulti in mandarino, ogni volta mi incazzavo ma alla fine oltre che rrabbiarmi l'unica cosa che facevo era buttare via i fogli, insomma non ero un attacca brighe. Non volevo avere problemi, soprattutto con Cina che faceva pappa e ciccia con Russia e altri paesi filo comunisti.
Arrivai davanti alla scuola ed entrai, mentre camminavo per i corridoi mi sentivo osservato, aprii il mio armadietto, presi alcuni libri e appena lo richiusi notai con dispiacere il sovietico dietro di me
Usa;ehy ehy ehy guarda chi c'è!
Dissi mentre lui mi guardava con la fronte corrugata, ma con un gelido sorriso stampato in faccia.
Ogni volta mi faceva rabbrividire, era uno di quei tipi così strani ma strani negativamente, da importi quasi un senso di inquietudine e anche se aveva uno sguardo apparentemente felicemente.
Per me in particolare riservava un piccolo angolino di odio che non riservava per quasi nessuno.
Visto che con tutti si atteggiava come la persona più carina di questo mondo.
Ma sapevo cos'era in realtà.
Un lucido comunista, approfittatene e egoista.
Russia:мудак, potresti spostarti?
Mi avvicinai a lui.
Usa: "prova magari a insultarmi in una lingua che capiamo entrambi, codardo."
Dico con un leggero tono irritato.
Russia: beh visto chi sei, vedilo come un complimento.
Dice dopo avermi tirato una leggera spinta,io faccio lo stesso, continuiamo così finché lui mi respinge più forte ed io finisco per sbattere contro degli armadietti, aprendone qualcuno dopo l'impatto.
Anche se era un tipo mingherlino se la cavava nel fare a botte.
Aprì degli armadietti semiaperti facendo cadere tutta la roba all'interno.
Russia: "ops, nessuno ti ha detto che bisogna sistemare dopo aver giocato?"
Se andò snobbandomi.
Mi appoggia alla parete per qualche istante, giusto per riprendere fiato. Poi me ne andai in classe, lasciando la roba a terra.
Tanto dopotutto non era mia.
Ovviamente lo scherzo mi aveva fatto arrivare in ritardo ma il prof ormai ci era così tanto abituato che mi disse solo di andarmene a sedere e di non arrivare più in ritardo.
Presi la mia roba e mi sistemai sull'unico banco libero.
Come sempre passavo il tempo a scarabocchiare o a usate il telefono di nascosto.
A metà lezione mentre il prof spiegava, bussò ed entrò un ragazzino dai capelli spettinati che sembrava più piccolo di noi, il professore appena lo vide lo fulminò con lo sguardo.
Professore: italia, che succede?
Mi sporsi dal mio banco e osservai meglio il ragazzino di nome Italia che aveva attirato la mia attenzione. lo guardai attentamente, tutta la classe sembrò guardarlo.
Era molto attraente e trovavo provocante il Makeup che aveva, li accentuata i lineamenti e li dava un'aria più accattivante.
Italia: "professore aveva dimenticato la borsa con i libri in classe nostra e sono venuto a riportargliela."
Professore: grazie, non so proprio dove ho la testa avvolte. Dov'era?
Italia: nell'armadio che abbiamo in classe, proprio nel ripiano più alto
Professore: nella sezione B?
Italia:"prof, noi di moda siamo nella classe A."
Lo vidi roteare gli occhi in maniera scocciata, quasi come se stesse perdendo tempo e batteva ripetutamente il piede a terra con aria imperterrita.
Professore: ok,grazie. Puoi tornare in classe.
Italia non se lo fece ripetere e se ne andò sbattendo la porta, il prof ricominciò a parlarci come se tutto ciò non fosse mai accaduto.
A fine lezione, uscii dalla classe e cominciai a guardarmi un pò intorno cercando il ragazzo di prima, non perché mi piacesse o cazzate varie, non sono gay ma volevo solo farmi dare qualche consiglio sul suo trucco.
Ad un certo punto sentii un tonfo e vidi dei ragazzini circondare qualcosa o con più precisione qualcuno , mi avvicinai, li sentii ridere, qualcosa non mi tornava, cercai di starmene lontano finché coperto da due ragazzi intravidi il ragazzetto di prima, Italia era circondata da dei ragazzini della sua età che di sicuro non erano suoi amici, lui era circondato.
Riconobbi francia e credo Spagna(?) ma sti cazzi faccio cagare in geografia e ora come ora non mi importava chi cazzo fossero, ero molto più grosso di loro, mi accesi una sigaretta, diedi un pacca a Francia, lui si girò e mi guardò male
Francia: che vuoi?
Disse in modo dispregiativo nei miei confronti.
Li diedi uno spintone, Francia indietreggiò.
Francia:MA CHE CAZZO FAI??
Usa: quel che cazzo mi pare.
Presi l'italiano dal colletto, sembrava sorpreso ma anche abbastanza spaventato
Francia : che c'è sei venuto ad aiutare il tuo amichetto??
Girai lo sguardo
Usa: "senti mi girano i coglioni, vattene o giuro che ti stacco il cranio".
Francia alla mie parole indietreggiò, sorrisi lievemente e se ne andarono.
A quel punto rimisi l'italiano a terra.
Italia:" Cosa ho fatto? "
Mi disse con una punta di terrore.
Usa; "la vera domanda è, cosa gli hai fatto? Gesù non capisco perché la gente si picchia senza motivo.
Giuro,mi date sui nervi"
Italia: "nel senso, perché hai preso le mie parti? Insomma potevo essere io quello dalla parte del torto"
Usa: "volevo solo prendere per il culo quello stronzo di Francia e dargli una lezione. Poi non mi sembra uno scontro equo due contro uno, non ti pare?"
Dico incamminandomi verso la prossima classe. Lui mi seguì continuandomi a parlare e a fare domande.
Cristo era logorroico.

Prima parte pubblicata :) in arrivo la seconda

-Motherfuckers Having Fun-Where stories live. Discover now