2. Non ce la faccio più

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Oggi...

Se qualcuno mai avesse chiesto a Joel: "Descrivi te e la tua vita con un aggettivo ciascuno."

Joel avrebbe risposto: "Sfigato e di merda."
Pazienza se di merda non era un aggettivo, ma più un complemento di specificazione perché a lui davvero non veniva in mente altro di più adatto per descrivere la sua infamia esistenza.

Si scolò con un unico sorso lo shot di vodka che gli aveva portato Ryan, sentì la gola e lo stomaco andargli a fuoco e gli occhi iniziare a lacrimare leggermente. Non era abituato a bere e soprattutto odiava con tutto il cuore venire al Red Moon. Evitava normalmente quel posto come evitava di calpestare la cacca di cane per strada.

Ma Ryan lo aveva obbligato con la forza ad uscire con lui quel sabato sera perché secondo il suo fantastico amico usciva poco e stava diventando un monaco di clausura con le palle raggrinzite.

Non potevano andare a giocare al bowling?

No, Ryan preferiva di gran lunga andare a caccia di maschi che tirare una palla contro dei birilli. Aveva un po' l'indole della sgualdrina, il suo amico. Un po' tanto, se proprio doveva essere onesto fino alla fine.

Joel guardò Simon, il nipote della compagna di sua sorella maggiore, scuotere le chiappe a tempo di musica sul palco del Red Moon insieme ad altri tre ragazzi. Sorrideva lascivo, dispensava occhiolini a tutti e si muoveva completamente a proprio agio e sicuro di sé stesso.

Joel avrebbe tanto voluto possedere solo una briciola della sua sicurezza.

"Cazzo, leccherei quei corpi divini come se fossero dei coni gelato, panna compresa," sentì dire da Ryan.

Joel spostò lo sguardo su di lui, aveva gli occhi languidi puntati sugli spogliarellisti e si leccava le labbra come se improvvisamente gli fossero diventate aride.

"Sei vergognoso," borbottò Joel.
Ryan lo guardò con la coda dell'occhio. "E tu dovresti levarti quella cintura di castità e scopare di più," replicò.

Okay, se l'era cercata.

Joel sbuffò e senza che riuscisse a fermarli, i suoi occhi si catapultarono automaticamente sull'oggetto dei suoi desideri da tempo immemore.

Sull'unico ragazzo che gli avesse mai fatto battere il cuore.

Sul ragazzo più stronzo che avesse mai conosciuto.

Sull'unico che voleva.

Bran O'Neil.

Stava lavorando dietro al bancone, a torso nudo come l'altro barista. Joel sapeva quanto potesse essere fantastico e confortevole quel petto ampio e ricoperto da una spruzzata rada di peli scuri.

Aveva una bandana nera in testa che gli raccoglieva i capelli corvini e le luci rossastre del locale si riflettevano sulle goccioline di sudore che gli imperlavano la fronte e il collo.

Gesù, perché doveva essere così splendido e allo stesso tempo così bastardo?

Purtroppo non si poteva avere tutto dalla vita e Joel lo sapeva bene.

"Ti sta uscendo la bava dalla bocca. Poi chi sarebbe tra i due quello vergognoso?"

Joel diede una gomitata nel fianco di Ryan. Il suo amico sghignazzò poi i suoi occhi castani si illuminarono in direzione di qualcuno.

"Oh, guarda, è arrivato Eddie," affermò, facendo un cenno del capo verso il ragazzo con i capelli verdi che si stava dirigendo, facendo lo slalom tra gli avventori del locale, verso loro due.

Riesci a toccare la luna?  (Red Moon Saga 2)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora