22. Beneficio del dubbio

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Joel buttò fuori un respiro profondo, si mise una mano sul petto sudato e sentì il battito del suo cuore che proprio non ne voleva sapere di ritornare regolare.

"Mi hai strapazzato per bene," disse a Bran, ancora ansimante.
Il suo ragazzo sghignazzò e stiracchiò il corpo muscoloso pigramente.
"Tu mi hai provocato. Sei uno sporcaccione, Tweety."

Joel era proprio uno scemo. Si era fatto trovare da Bran nudo, mentre si toccava e si era sentito a proprio agio; poi sentirsi chiamare sporcaccione gli aveva mandato in fiamme le guance.

Scosse il capo, ridacchiando di sé stesso, poi si mise su un fianco e intrecciò le sue gambe magre e pallide con quelle più grosse di Bran.

"Allora, cosa dovevi dirmi?" gli chiese.
Bran iniziò a fargli scorrere le dita tra i capelli e Joel quasi fece le fusa come un gattino felice di essere coccolato.

"Stamattina sono andato a fare la spesa e ho incontrato Logan al supermarket," iniziò a dirgli.

Quando Bran nominò Logan Spears il corpo di Joel divenne di marmo, tutti i sensi gli si misero in allerta e dentro di sé seppe già che qualunque cosa stava per dirgli Bran non gli sarebbe piaciuta per niente.

"Ci siamo andati a prendere un caffè insieme e mi ha raccontato delle cose," aggiunse.

Joel si mise subito dritto, il cuore che aveva finalmente ricominciato a battere regolarmente ritornò a rimbombargli nelle orecchie. "Hai fatto sul serio quello che mi hai detto?" domandò a Bran, la voce quasi un sussurro.

Anche Bran si raddrizzò, mettendosi a gambe incrociate sul letto, ancora nudo e sudato per via del sesso fantastico che avevano fatto.

Prese le mani di Joel e le intrecciò alle tue. "Ascoltami, Joel, per favore, non arrivare a conclusioni affrettate come ha fatto Simon."

Joel fissò gli occhi scuri e sempre sinceri di Bran. Sapeva bene di non dovere trarre delle conclusioni affrettate, ma non era che Logan avesse mai fatto qualcosa per guadagnarsi la sua stima quando erano al liceo. Per fortuna, Joel ci aveva avuto a che fare solo un anno.

Alla fine sospirò ed annuì. "Okay, raccontami queste famose cose di cui ti ha parlato Logan."

Bran sorrise e inclinò il capo in avanti per lasciargli un bacio delicato prima sul naso e poi sulle labbra. "Ti amo, Joel."
Joel gli mordicchiò il labbro inferiore. "Mi stai indorando la pillola?"
Il suo ragazzo rise e scosse il capo. "No, te lo dico solo per far sì che tu non te lo dimentichi."

Joel gli pizzicò una natica. "Sei uno scemo. Ti amo anche io e adesso non farmi stare ulteriormente sulle spine."

Bran, dunque, gli raccontò della confusione di Logan, del suo non accettare la sua bisessualità, del dramma vissuto dopo aver quasi visto quasi morire una ragazza di overdose per colpa sua, del suo viaggio in Inghilterra per cambiare aria e capire di più su sé stesso, dei sensi di colpa che diceva di trascinarsi ancora dietro per aver torturato i compagni di liceo che riteneva più deboli solo per sfogare la sua frustrazione.

Gli raccontò tutto e ciò non fece che confondere maggiormente Joel.

Lui odiava portare rancore; stava, appunto, cercando di non essere rancoroso nemmeno nei confronti dei suoi genitori.

Se era vero tutto quello che aveva raccontato Logan a Bran, nemmeno lui doveva aver passato una bella adolescenza. Aveva preso un sacco di decisioni sbagliate, frequentato persone pessime che lo avevano solo influenzato negativamente.

"Tu gli credi?" chiese Joel a Bran.
Bran scrollò le spalle. "Gli ho concesso il beneficio del dubbio. Mi ha detto che vorrebbe chiedere scusa di persona anche a te. Quando l'ho portato a casa per farlo parlare con Simon, lui ha reagito tirandogli prima un pugno e poi accettando che pranzasse con noi."

Riesci a toccare la luna?  (Red Moon Saga 2)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora