Epilogo

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Circa tre mesi dopo

"Oddio! Non esiste un pulsante per silenziare questo pianto!" esclamò Annie, camminando istericamente per il giardino di casa sua.

Sabrina guardò la sua compagna, scosse leggermente il capo e non disse nulla, continuando a cullare il piccolo Jake.

Erano tutti riuniti a casa di Annie e Sabrina per festeggiare i tre mesi di vita di Jake, ma il bambino non stava collaborando.

Aveva le coliche da una settimana, Joel aveva proposto più volte a sua sorella di annullare tutto, ma Sabrina non ne aveva voluto sapere niente perché era stato già tutto organizzato.

Gli unici a mancare all'appello erano gli adorati signori Blanchard, ovviamente.

Sabrina, nonostante il dolore, aveva finito per farsene una ragione. Annie, invece, aveva confessato di sospettare da tempo il loro disaccordo sulla fecondazione artificiale e, principalmente, sulla sua relazione con Sabrina.

Joel lo aveva immaginato. Annie era troppo sveglia e Jason e Lauren Blanchard troppo bastardi.

Lui e Bran non erano mai riusciti a confessare a Sabrina le macchinazioni di loro padre contro gli O'Neil e l'odio che provava nei confronti del loro essere omosessuali. Non se l'erano sentita.

Sabrina aveva altro a cui dover pensare in quel momento, cioè crescere suo figlio nella più completa serenità.

Lisa, però, lo sapeva. Non aveva licenziato suo padre solo perché era stato lui a dargli la carica di AD dell'azienda, ma aveva assunto una persona di fiducia che doveva tenere sotto controllo tutti i movimenti di Jason Blanchard.

"Non le dici niente?" chiese Lisa a Sabrina, riferendosi ovviamente all'esclamazione poco delicata di Annie.

Sabrina negò con il capo. "È stanca. Per farmi riposare e per far dormire Jake, lo ha portato quasi tutta la notte in giro con la macchina. È un miracolo che si regga in piedi."

"Perché tu non mi hai voluto dare ascolto. Ti avevo detto di rimandare," rispose Joel a sua sorella.

Sabrina guardò Jake, il quale sembrava si stesse calmando.

"Lo so, ma volevamo passare una giornata con tutti voi. Era da tanto che non lo facevamo."

Joel allungò una mano verso suo nipote, finalmente addormentato, e gli carezzò delicatamente il nasino con l'indice.

"Si fa sempre più bello," affermò.

"E sempre più rompipalle," aggiunse Annie, quando ritornò a sedersi a tavola. Guardò suo figlio tra le braccia di Sabrina e sorrise, nonostante la stanchezza, nonostante le occhiaie violacee e le ore di sonno mancanti.

"Sei così amorevole, Annie," commentò ironicamente il signor Jake.

Annie fece la linguaccia a suo padre, come farebbe normalmente un bambino piccolo, non una madre.

"Sei diventata madre, dovresti finalmente provare a maturare, Annie," la provocò Wesley.

Annie alzò il mento, a mo' di sfida, in direzione del professore. "Non sono un avocado che ha bisogno di maturare prima di essere mangiato, prof. Non prendermi in giro che posso ancora tatuarti quel caz...," chiuse di scatto la bocca e ritentò: "Posso ancora tatuarti quell'organo genitale maschile sulla fronte, se mi dai fastidio."

Oh, Joel adorava quella donna.

Sabrina ridacchiò e poggiò il capo sulla spalla della sua compagna. Annie gli lasciò un bacio tra i capelli. Erano così dolci.

Riesci a toccare la luna?  (Red Moon Saga 2)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora