27. Perché tutte a me?

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Joel aveva una brutta sensazione.

Si sentiva nello stomaco che stava per succedere una catastrofe.

Quella sensazione divenne certezza quando gli arrivò un messaggio di Bran.

Stava combattendo con Ryan, cercando di aiutarlo con la medicazione al braccio, senza che gli venisse una crisi isterica, quando sentì il classico din din del suo iPhone.

Ehi, Joel, posso passare da te? Devo dirti una cosa.

Non gli piacque per nulla quel messaggio.

Prima di tutto, quando un ragazzo voleva parlarti non era mai un buon segno; poi, solitamente, Bran, quando gli scriveva, o lo chiamava Tweety o mischiava nel
messaggio qualche allusione sessuale.

Quel messaggio era troppo scarno, per essere stato inviato dal suo ragazzo.

"Mmmh... prevedo una tempesta," affermò Ryan.

"Io prevedo un omicidio," ribatté Angel.

"Oh, sorellina, sei sempre così esagerata."

"Ma ve li fate i fatti vostri?" sbottò Joel.

Sentì già le sue amiche del cuore paranoie che stavano prendendo possesso del suo cervello, quei due stavano solo rendendo più pesante la situazione.

A breve, Bran sarebbe arrivato e Joel stava per morire a causa dell'ansia.

Si poteva morire a causa dell'ansia?

Oh, ma sicuramente, si poteva passare a miglior vita a causa di quella gran bastarda dell'ansia.

Maledetta.

Il citofono del palazzo suonò e Joel balzò in piedi, come uno di quei clown inquietanti a molla che sbucavano a sorpresa fuori da delle scatole colorate.

"Vado iooo!" esclamò Ryan, correndo verso il citofono; alzò la cornetta e disse: "Sì? Oh, Bran, ti stavamo aspettando... Adesso, finalmente, potrai dirci quale altra cazzata hai combinato." Ryan poi gli aprì il portone di ingresso e attaccò la cornetta.

"Cretino," sibilò tra i denti Joel, andando verso la porta del loro appartamento.

Buttò fuori un respiro profondo e abbassò la maniglia, poco dopo vide le porte dell'ascensore aprirsi e Bran andargli incontro.

Era come al solito bellissimo, da mozzare il fiato. Immancabile bandana nera in testa, giacca di jeans e pantaloni di tuta dell'Adidas un po' scoloriti dai lavaggi in lavatrice.

Da che ne aveva memoria, Joel non aveva mai visto Bran con un pantalone elegante o con una camicia. Quel look trasandato era il suo e gli stava bene.

Quando notò Joel sulla porta del suo appartamento gli sorrise, ma era un sorriso teso, se ne accorse subito. Non era il classico sorriso di Bran, che gli raggiungeva le orecchie e che gli faceva formare le pieghette di espressione ai lati della bocca.

"Ehi, Tweety," lo salutò, gli arrivò vicino e gli diede un bacio leggero sulle labbra.

"Ciao, Bran. Lo so, che stai per dirmi qualcosa che mi farà arrabbiare," disse, arrivando subito al nocciolo della questione perché l'ansia gli stava per far prendere fuoco lo stomaco.

Aveva avuto la stessa sensazione quando si era presentato da lui per dirgli del piano che avrebbe voluto escogitare per incastrare suo padre.

Bran gli fece scorrere delicatamente il pollice sul labbro inferiore. "Molto probabilmente sì, ti farà arrabbiare, ma spero che capirai tutta la situazione che si è creata attorno."

Riesci a toccare la luna?  (Red Moon Saga 2)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora