Capitolo 10

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<<Ti avevo detto di non fare una cosa, una sola cosa, e tu l'hai fatta. Mi dici cosa c'è che non va? Potevi fare tutto quello che volevi, ma hai deciso di disobbedirmi. Ti sembra così strano che non voglia far vedere ad una bambina di tredici anni un pericoloso criminale che ha come unico scopo quello di conquistare il mondo?>> chiese Thor camminando avanti e indietro per la stanza della nipote, che se ne stava seduta a capo chino nel letto. <<Lui non è pericoloso>> ribatté alzando il capo, e lo zio si fermò e la guardò alzando un sopracciglio.

<<Come fai a saperlo? Non lo conosci nemmeno>> esclamò lui, e Dahlia scrollò le spalle. <<Nemmeno tu se è per questo. Me lo hai detto tu stesso: non giudicare una persona dagli errori commessi, ma dalla sua voglia di rimediare.>> <<Lui non ha commesso un singolo errore; ne ha commessi molti e ripetutamente. Ho smesso di fidarmi di lui, tutte le volte che l'ho fatto ho sbagliato, e non ripeterò ancora lo stesso errore>> ribatté lui, e la ragazza lo guardò curiosa. <<Quindi tu lo conoscevi?>> chiese, e in quel momento Thor avrebbe voluto rimangiarsi ciò che aveva detto prima.

<<Non provare a cambiare discorso. Qui si tratta del fatto che tu mi hai disubbidito, e che come al solito hai fatto di testa tua, mettendo in pericolo non solo te stessa, ma anche il resto del mondo.>> <<Esagerato, lui non è poi così male...anzi l'ho trovato piuttosto simpatico>> esclamò Dahlia, guardandosi le unghie. <<Ti ha detto qualcosa? Di cosa avete parlato?>> chiese Thor teso, e la ragazza lo guardò riducendo gli occhi a due fessure. <<Cosa ti importa? Non sono affari tuoi>> replicò lei incrociando le braccia al petto, e lui le si avvicinò pericolosamente. <<SONO AFFARI MIEI! LO VUOI CAPIRE CHE LUI è PERICOLOSO? NON PENSARE DI RIUSCIRE A CAMBIARLO SOLO PERC->> urlò lui, ma si fermò appena in tempo. Stava per rivelarle tutto. Dopotutto era la figlia di Loki, il dio dell'inganno...doveva aspettarselo.

<<Solo perché cosa? Cosa stavi dicendo?>> chiese Dahlia curiosa, ma lui si limitò a sospirare e a raggiungere la porta senza risponderle. Proprio quando stava per aprirla, però, un fascio di luce rossa gli sfiorò l'orecchio, andando a chiudere la porta. Deglutì rumorosamente, e quando si girò vide quello che aveva temuto. Dahlia era sospesa in aria, e le mani erano circondate da una fiamma rossa. <<RISPONDIMI HO DETTO!>> gridò poi, ma la voce non era la sua: era molto più profonda, quasi robotica. 

<<Dahlia lo so che mi senti. Sono io, Thor, tuo zio. Adesso devi solo rilassarti, nessuno ti farà del male>> disse con voce calma, e lei lo guardò di traverso. Dahlia portò le braccia lungo il collo, e lo zio sospirò. Ci era riuscito, l'aveva calmata. <<MI HAI GIà FATTO DEL MALE>> gridò però poi, e gli scagliò una grande palla rossa addosso, che schivò per un pelo. <<E io che volevo passare una serata tranquilla>> sospirò Thor tendendo il braccio in avanti, dove poco dopo comparse il suo martello. Non voleva di certo far male alla nipote, ma in qualche modo doveva calmarla.

Le lanciò il martello contro, ma lei lo schivò facilmente ridacchiando. <<Questo è il meglio che sai fare, dio del tuono?>> chiese sarcastica, e lui alzò le spalle. <<Credo che basterà>> esclamò, e prima che lei potesse rendersene conto, il martello la colpì da dietro, buttandola sopra il letto ed intrappolandola sotto il suo peso. <<LASCIAMI ANDARE!>> gridò dimenandosi, ma era tutto inutile. Improvvisamente smise di muoversi, e cominciò a respirare affannosamente. In un primo momento Thor pensò che il martello fosse troppo pesante e le stesse impedendo di respirare, ma prima che potesse fare qualcosa, lei parlò. <<Zio...>> sussurrò, questa volta con la sua voce normale. Il dio non esitò un attimo e tese la mano, dove in pochi secondi si trovò il martello, liberando la ragazza. 

<<Dahlia stai bene?>> le chiese preoccupato sedendosi sul letto accanto a lei, che annuì in risposta. <<Cosa è successo?>> chiese confusa scostandosi i capelli da davanti al viso. <<é successo...i tuoi poteri sono venuti fuori e hanno preso il sopravvento come temevamo>> rispose lui sospirando, e lei spalancò la bocca. <<Cosa? E cosa facciamo adesso? Non voglio far male a nessuno>> <<Per adesso rimarrai allo S.H.I.E.L.D., poi con gli altri decideremo come fare, e se c'è un modo per liberartene.>> Dahlia fece una smorfia. <<E con la scuola come faccio?>> chiese rizzandosi in piedi, e Thor la imitò subito dopo. <<Mi dispiace, lo so che sei andata solo per un giorno, ma lo sai che potrebbe essere pericoloso. Mi prometti che almeno questa volta mi darai ascolto?>> disse con tono triste, e lei sbuffò.

Non ne poteva più. Avrebbe desiderato essere come tutte le altre adolescenti, di cui il problema maggiore era di che colore farsi le unghie, ma non era così. Lei voleva solamente essere normale, invece era pericolosa. <<Va bene, te lo prometto>> esclamò infine, e Thor accennò un sorriso. <<Brava, adesso riposa un po'>> disse, e dopo averle lasciato un leggero bacio sulla fronte, uscì dalla camera chiudendo la porta dietro di lui. 

Lei però non poteva starsene lì a fare niente. Aveva un vero e proprio indizio di un qualcosa che nemmeno comprendeva, ma che aveva intenzione di scoprire. Suo zio aveva chiamato il prigioniero Loki, e lei era sicura di aver già sentito questo nome da qualche altra parte. Il primo impulso fu quello di cercare in Internet, ma lo S.H.I.E.L.D. avrebbe potuto facilmente vedere le sue ricerche: doveva pensare a qualcos'altro. <<Ned!>> esclamò improvvisamente, maledicendosi per non averci pensato prima.

Durante il tempo in cui avevano parlato, infatti, le aveva rivelato di avere la camera piena di fumetti, quindi probabilmente poteva sapere qualcosa di questo Loki. Prese il telefono e cercò il profilo Instagram del ragazzo, che trovò dopo poco. Aveva appena postato una storia in cui lui e Peter erano in una caffetteria che fortunatamente era poco distante da lei, così prese il telefono ed uscì dalla finestra. Doveva scoprire cosa stesse succedendo, e nulla avrebbe potuto fermarla dalla verità.

Away from you//LokiWhere stories live. Discover now