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Visto che nei weekend ho il permesso di dormire dai miei fratelli, siccome non c'è scuola, e visto che è sabato sera e a casa ci stavamo annoiando, Enrique ha proposto di andare in un locale a ballare, ma zio Álvaro gli ha ricordato che io sono minorenne e che non mi avrebbero fatta entrare, quindi abbiamo deciso di andare sul molo di Santa Monica dopo che Cesar e un altro loro amico hanno scommesso su non so che cosa. Siamo un gruppo di cinque persone e io sono l'unica ragazza. Mentre cammino di fianco a loro, mi sembra di essere tornata a quella sera in cui ho deciso di fare una cavolata e scappare di casa, raggiungendo qui un ragazzo qualunque che mi aveva chiesto di vederci... che stupida sono stata. I ragazzi si dividono, quindi i miei fratelli vanno insieme a prendersi da bere, mentre gli altri due se ne vanno non so dove. Resto immobile chiedendomi con chi di loro debba andare, ma se la loro intenzione è quella di rimorchiare qualche ragazza, la mia presenza non gli sarà per nulla d'aiuto. L'ultima cosa che voglio è annoiarmi per tutta la sera, quindi inizio a girare cercando qualcosa di divertente da fare, ma non mi sembra che ci sia nulla di interessante. Mi blocco quando, a qualche metro da me, vedo un gruppetto di ragazzi bere una birra e ridere a squarciagola per qualcosa, il punto è che, tra loro, non posso che non riconoscere Jesús. Cavolo, ma è possibile che lo abbia davvero incontrato qui? Mentre ride, alza lo sguardo e incontra quasi subito il mio, così dice qualcosa agli amici e si allontana da loro iniziando a venire verso di me, ma io inizio a camminare. Non è che la mia intenzione sia quella di evitarlo, ma sono qui con i miei fratelli e mi hanno detto chiaramente che cosa pensano di lui, o, meglio, quello che pensano di tutti quelli come lui, quindi è meglio mantenere le distanze. Naturalmente, come sempre, mi raggiunge appoggiando la sua mano sulla mia spalla e mi costringe a fermarmi, così chiudo gli occhi, riaprendoli mentre mi giro per guardarlo.

«Adesso mi eviti?» mi chiede, dando poi un sorso alla sua birra.

Se fossi qui da sola non mi sarei fatta problemi, lo avrei salutato e poi me ne sarei andata tranquillamente per i fatti miei, invece sono qui con altre persone che non sarebbero per nulla felici di vedermi con uno come lui.

Sono sicura che, se mamma fosse qui, non si farebbe problemi e mi lascerebbe uscire con lui senza problemi, tanto mica ci dobbiamo mettere insieme, possiamo essere solo amici, il fatto però è che mamma non è qui e, per una volta, papà, zio Álvaro, Miguel ed Enrique si troverebbero d'accordo sul fatto che non devo vedere questo ragazzo, che sta aspettando una risposta da parte mia.

Prima che io possa anche solo pensare alla risposta da dargli, se dirgli la verità, cioè che non sono sola, oppure se dirgli che, sì, lo sto evitando, alle sue spalle vedo Cesar e Hector avvicinarsi agli amici di Jesús, così anche lui si gira e, senza dirmi niente, si allontana da me per raggiungere loro, che iniziano a discutere. Enrique e Miguel, avendo visto come me quello che sta accadendo, si avvicinano anche loro iniziando a fare ancora più casino. Qualcuno li guarda, qualcun altro se ne va per allontanarsi temendo che possa scoppiare una rissa. Volendo evitare che capiti qualcosa di brutto a qualcuno, mi avvicino a loro. Jesús mi guarda come a dire "vattene, non sono affari tuoi", ma quando mi vede affiancare Miguel e gli altri, la sua espressione cambia.

«Olivia, vai a prenderti qualcosa al bar.» mi dice il più grande dei miei fratelli passandomi dei soldi.

«Perché non venite con me?» chiedo con tono di voce nervoso.

Tutti e quattro si girano a guardarmi male, come se avessi sul serio detto qualcosa che non avrei dovuto dire. Certo che però qualcosa di bello potrebbe accadere nella mia vita.

«TU, RAZZA DI TROIA MESSICANA!» tutti, ma proprio tutti, ci voltiamo... Melanie, la ragazza che ho picchiato a scuola, sta venendo verso di me e non sembra avere buone intenzioni: «MI HAI ROTTO IL NASO, ORA IO TI ROMPO IL CULO!» continua.

«Cazzo, se arrivano gli sbirri siamo nei guai.» dice Miguel, iniziando a correre via insieme a Enrique e Hector.

«Princesa, scappa. Ci vediamo alla macchina.» mi dice Cesar, correndo via anche lui.

Mi lasciano sul serio qui da sola?

Menomale che dicevano che chiunque se la fosse presa con me sarebbe stata come prendersela con tutti loro... capisco che se si trovano in mezzo ad una rissa sono guai perché hanno dei precedenti e mi sembra anche che Hector sia in libertà vigilata, ma non mi aspettavo che sarebbero scappati via in quel modo senza nemmeno guardarsi più indietro. Anche gli amici di Jesús sono scappati via, l'unico che è rimasto qui è lui, e mi chiedo perché non se ne sia andato via, visto che potrebbe arrivare la polizia e di sicuro lo porterebbero via.

Melanie mi tira un pugno in faccia, che mi fa quasi cadere all'indietro, quindi glielo tiro anche io, poi gliene tiro un altro e un altro ancora, fino a che lei non cade a terra. Qualcuno urla che c'è la polizia, e io so che chiameranno subito papà che arriverà furioso e, dopo avermene dette di tutti i colori, se la prenderà anche con i miei fratelli, che mi hanno lasciata qui da sola. Jesús, però, mi prende la mano e inizia a correre, con lui anche io. Corriamo verso la fine del molo e poi lui mi guarda, non penso che voglia... che voglia buttarsi in mare. Mi stringe forte la mano, quindi si butta e io dietro di lui. Nel momento in cui arrivo sott'acqua, la mia mano non è più stretta alla sua e mi inizio a preoccupare, ma poi lui appoggia le mani sui miei fianchi e insieme riemergiamo, arriviamo alla riva e ci allontaniamo verso il parcheggio.

«Perché cazzo non me l'hai detto che sei fidanzata con uno di loro? Che poi, wow, ti hanno lasciata sola. Se non ci fossi stato io adesso saresti sulla macchina della polizia.» mi dice lui, mentre si strizza la maglietta.

«Grazie.» sussurro, respirando affannosamente.

«Vattene, prima che ti trovino con me.» mi dice, girandosi senza più guardarmi.

Consapevole del fatto che sia davvero meglio andare via, mi giro e mi incammino, bagnata fradicia, verso il posto in cui abbiamo parcheggiato l'auto prima, sperando di trovarli lì.

Li odio.

PrincesaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora