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Gioco con il cucciolo di cane che mi ha regalato Cesar, sorrido mentre cerca in modo giocoso di morsicare la mia mano senza farmi male, ovviamente, e penso a che nome dargli. Stare con lui e pensare al nome mi aiuta a non pensare a ciò che è successo poco fa tra i ragazzi... non ne posso proprio più di loro e delle loro gang. La porta viene aperta senza che nessuno bussi, non mi giro nemmeno per capire di chi si tratta.

«Hai pensato che potrei essere allergico al pelo del cane? O che mi sta sul cazzo il tuo amico e non voglio che accetti ciò che ti dà lui?» mi chiede Jesús sbattendo la porta e facendo sussultare sia me che il cucciolo.

«E tu hai pensato che sono una persona alla quale non puoi dare ordini?» gli chiedo.

«Quali cazzo di ordini ti starei dando, Olivia? Ti sto dicendo di stare lontano da un coglione che ci prova continuamente con te e che ha provato a baciarti davanti ai miei occhi.» sbotta.

So che gli altri stanno ascoltando, non sono stupida, e probabilmente in molti vorrebbero intervenire per dirgli di non parlarmi così, ma vengono tenuti fermi per evitare che peggiorino la situazione.

Capisco che Jesús sia geloso, anche io lo sarei al suo posto, ma ci sono modi e modi.

«Ci ha provato, lui ci ha provato, ma secondo te io gliel'avrei lasciato fare?» gli chiedo.

«Cosa cazzo ne so? So solo che lui si avvicinava e tu stavi ferma, cosa vuoi che pensi?»

«Sai qual è l'unica cosa di cui ti devi preoccupare Jesús?» gli chiedo guardandolo dritto negli occhi: «Da quando ero in ospedale non faccio altro che pensare al fatto che tu non sia più quello di prima. Adesso che tutti sanno di noi due non cerchi nemmeno di passare un po' di tempo con me... per te basta avermi chiesto di sposarti, poi per il resto passi tutto il tempo con i ragazzi e io sono sempre da sola. Cesar è l'unico che viene a farmi compagnia, e tu riesci solo a farti vivo quando vicino a me c'è lui. La verità è che tu sei uguale a loro, la cosa che ami di più al mondo non sono io, ma la tua gang, quindi dovresti solo preoccuparti del fatto che quando mi stancherò sul serio ti lascerò.»

È un sollievo per me essere riuscita a dirgli tutto, anche se ora ho un po' di paura perché è arrabbiato e non so come potrebbe reagire. Prima quando mi arrabbiavo lui mi girava continuamente intorno e alla fine lo perdonavo sempre, ma ora che le cose sembrano cambiate non so che cosa accadrà.

Non lo so, è come se, con la proposta che mi ha fatto, lui volesse solo essere certo che fossi sua e dare conferma non solo a Cesar, ma anche a tutti gli altri, che nessuno ci dividerà mai... ma se continuasse a cambiare, a non stare più con me solo perché sicuro di trovarmi sempre qui per lui, forse alla fine qualcuno a dividerci ci sarà, ma non un'altra persona... proprio lui.

Lui scoppia a ridere, come se trovasse divertente ciò che gli ho appena detto, e questa cosa mi fa arrabbiare ancora di più.

«Io ti devo cercare? Solo io? Perché non alzi il culo qualche volta e vieni tu a cercarmi? Non sono come quel coglione che ti gira sempre intorno.» mi dice.

«Prima però non ti facevi problemi a venire sempre a casa mia a cercarmi.» gli faccio notare, facendolo tornare serio.

«Senti, sai cosa ti dico? Pensa a quel cazzo che ti pare, so solo che se lo vedo girarti ancora intorno lo ammazzo.» mi dice andando di nuovo verso la porta.

«Jesús...» lo fermo, ma lui non si volta nemmeno a guardarmi, faccio finta di niente e provo a calmarmi almeno io: «Indipendentemente da ciò che lui prova per me, io amo te... ma anche se ti amo, non posso e non voglio allontanare gli altri ragazzi che conosco da quando sono nata. Se non accetti la mia famiglia di cui fa parte anche Cesar, allora forse dovremmo pensarci su, prima di fare un passo avanti.»

Per mesi seppur non stessimo tutto il tempo insieme, ci fidavamo l'uno dell'altra, nonostante la gelosia e qualche discussione, quindi non capisco perché ora dobbiamo discutere invece che passare il tempo insieme.

Non so a che cosa pensi, so solo che apre la porta e se ne va senza darmi una risposta, ciò non fa altro che creare altre domande dentro alla mia testa... insomma, quindi? Che cosa facciamo? Si fida di me o no? È sicuro di voler passare la sua vita al mio fianco? Perché io sono sicura di voler passare la mia vita con lui, ma... non così. Cioè, è giusto che stia con i suoi amici, ma non soltanto con loro, anche se fosse solo per due minuti, potrebbe stare con me. Chiedo soltanto che mi dedichi un minuto del suo tempo, e che non si faccia vivo solo per le sue scenate di gelosia. La porta però si riapre, segno che ci ha ripensato, ma sono zio Álvaro, Diego, e tutti i ragazzi... l'unico a mancare è lui.

«¿Estás bien?» mi chiede Álvaro.

«Non capisco se il vero Jesús sia questo oppure quello che conoscevo prima.» sussurro.

«Lui è entrambi... prima eravate sempre da soli, ora ci sono i suoi amici e la tua famiglia, ma è comunque sempre lui.» mi dice Diego.

«E ti ama...» mi dice Enrique.

Abbasso lo sguardo, so che hanno ragione, ma ho ragione anche io, e anche lui... abbiamo ragione tutti, forse serve soltanto che stiamo lontani per un paio d'ore per metterci le idee in chiaro.

«Parliamo del cane, Cesar e Olivia. È come quando avete trovato quel gatto per strada e lo avete portato a casa?» chiede Álvaro facendoci ridere entrambi.

Già, una volta mi ha portato a prendere un gelato, avrò avuto circa otto anni, lui ne aveva sedici, ho visto quel gattino tanto dolce e mi sono messa ad accarezzarlo, poi l'ho pregato di portarlo a casa e dopo avermi detto di no per ben venti minuti, alla fine me l'ha data vinta... pur sapendo che, una volta tornati a casa, saremmo stati nei guai entrambi, e così è andata... dopo due ore il gatto è scappato. Breve storia triste.

«Avrei dovuto chiedervelo, ma prometto che la aiuterò a prendersene cura.» dice Cesar.

«Stai attento a non farti uccidere.» gli dice uno degli amici di Jesús uscendo dalla mia stanza insieme agli altri e a Manuel.

«Lui non ti ucciderà.» dice Diego, seguendoli fuori.

«Diego, aspettami! Cesar, ti conviene educare insieme a Olivia quel cane.» lo avverte Álvaro prima di seguire gli altri fuori.

Pensano che non me ne potrei prendere cura da sola?

Guardo i ragazzi, ma i loro sguardi sono troppi e troppo da sopportare, quindi guardo il cucciolo che si è teneramente messo accanto a me con il muso sulle zampe, è dolcissimo.

«Tieni a bada il cane e il tuo ragazzo, princesa... se si azzarda a parlarti di nuovo in quel modo, Cesar sarà l'ultimo dei suoi problemi.» mi dice Miguel.

«Quindi posso tenerlo?» chiedo sorridente come una bambina.

«Se morde una delle mie cose o se lascia il suo schifo in casa, se ne va.» mi avverte il maggiore dei miei fratelli, per poi andarsene.

Hector mi sorride, Enrique mi fa un occhiolino e spinge fuori Santos, lasciandomi di nuovo sola con Cesar, il quale si appoggia al muro con le mani in tasca e sorride.

Io voglio essere sua amica, voglio che faccia parte della mia vita, ma se dovesse continuare a non rendersi conto che non può provare a baciarmi e a provarci con me, sarò costretta a prendere le distanze... sarà comunque una scelta mia, non di Jesús o di chiunque altro.

«Ho sbagliato, e ti chiedo scusa per questo... ma non sono io a trattarti da bambina, non ti parlo in quel modo, e non ti lascio quando so che l'ultima cosa di cui hai bisogno è rimanere da sola.» mi dice facendomi sorridere.

«Accetto le tue scuse, Cesar. Hai da fare adesso?» gli chiedo sorridente.

«Intendi oltre a farmi odiare dal tuo ragazzo? No, niente.» mi risponde mettendo le mani in tasca.

«Andiamo al negozio a prendere qualcosa per il nostro cucciolo?» gli chiedo alzandomi e saltellando di gioia.

«Nostro?» lo guardo male, lui sorride e sospira: «Va bene, andiamo, ma se lo vesti di rosa dirò che è solo tuo.» mi avverte facendomi ridere.

È questo ciò di cui ho bisogno: compagnia e simpatia, e dovrebbe rendersene conto Jesús, invece di fare il pazzo e andarsene chissà dove...

PrincesaWhere stories live. Discover now