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Rido mentre Cesar ed Enrique si mettono a fare gare di braccio di ferro e Miguel li prende in giro. Siamo venuti alla festa a cui mi aveva invitato Jesús... all'inizio non ci volevo venire, appunto per evitare di incontrarlo, ma i ragazzi hanno iniziato a chiedermi se ci fosse qualche motivo per cui non volessi venire e, per evitare che continuassero con le domande, ci sono venuta. Siamo seduti ad un tavolo in mezzo a tantissima altra gente, io sono seduta tra Carmen e zio Álvaro. Per fortuna sono venuta, perché mi sto divertendo tantissimo. Tutto questo divertimento, però, finisce quando, proprio al tavolo di fianco al nostro, si siedono Jesús e i suoi amici.

Ah... ma sul serio?

Ero convinta che, con tutte queste persone, sarebbe stato quasi impossibile incontrarlo, ma a quanto pare qualcuno lassù ce l'ha con me, visto che Jesús si sta sedendo nel tavolo accanto al nostro.

«Sigue haciendo lo que estabas haciendo.» ringhia a denti stretti zio Álvaro contro i ragazzi, dicendo loro di continuare a fare quello che stavano facendo.

Guardo verso Jesús nello stesso momento in cui anche lui posa lo sguardo su di me, sembra sorpreso di vedermi qui, forse credeva che, visto che ho detto di no a lui, non ci sarei proprio venuta. Sembra anche arrabbiato e triste, quando vede che, invece di venire con lui, sono venuta qui con loro. Sposto però subito lo sguardo da lui, posandolo su Miguel, il quale mi stava già guardando, gli sorrido leggermente, lui scuote la testa e abbassa lo sguardo.

Avrà visto che io e Jesús ci stavamo guardando?

Devo fare finta di niente come mi sono promessa e ripromessa di fare... lui non significa niente per me e mi devo godere la serata come meglio posso.

«Vieni a sederti un attimo qui.» mi dice Miguel, così mi alzo senza pensarci due volte e vado a sedermi tra lui e un altro dei suoi amici: «Lo conosci?»

«Chi?» gli chiedo confusa.

«Lo que estabas mirando.» mi risponde, come se fosse chiaro.

Quello che stavo guardando?

Oddio, mi ha beccata. Cavolo, cavolo, cavolo. Adesso che cosa mi invento? Sono nel panico più assoluto, devo fare dei respiri profondi, evitare di guardarlo di nuovo e rispondere a mio fratello senza problemi, subito, per evitare di fargli credere che stia pensando a che cosa dirgli.

«No, cioè... l'ho visto sul molo, ricordi?» gli rispondo con tutta la calma possibile.

«Entonces asegúrate de olvidarlo.» ringhia a denti stretti mio fratello.

Mi ha detto di dimenticarlo, e con il tono di voce che ha usato per dirlo, non gli chiederei mai di ripeterlo.

Ecco, ecco, è proprio questo il motivo per cui mi devo dimenticare di Jesús, perché mi farei soltanto del male da sola continuando a pensare a lui, a sentirlo e a vederlo.

È meglio che io mi alzi, visto che Miguel sembra di cattivo umore... dico ai ragazzi che vado a fare un giro, così inizio a camminare iniziando a girare tra le bancarelle. Ci sono anche quelle in cui si può giocare, prendendo una pistola finta e sparando contro le lattine, in base a quante ne cadono si può vincere qualcosa. Sorrido quando vedo un ragazzo dare alla sua ragazza un orsetto di peluche appena vinto, sul quale c'è scritto "ti amo" e si baciano, andando via mano nella mano.

Mi stavo davvero divertendo, ma Miguel, parlandomi in quel modo, mi ha appena rovinato la serata...

Un altro ragazzo vince e fa scegliere direttamente alla sua ragazza cosa preferisce, lei sembra indecisa, ma alla fine indica anche lei un peluche con una scritta carina.

«Sei sotto copertura?» sobbalzo e mi giro a guardare male Jesús, che se la ride: «Scusa, ma fissi tutti come se fossi sotto copertura. È successo qualcosa?»

«Miguel ha visto che ci stavamo guardando e... ei, perché sei qui? Stammi lontano, non voglio che qualcuno ci veda insieme.» gli dico, iniziando a camminare per allontanarmi da lui.

«Dai... non ci vedrà nessuno. Posso provare a vincere un peluche per te, servirebbe a farti sorridere?» mi blocco e mi giro, lui arriva di colpo e mi finisce addosso, come se ci stessimo abbracciando.

Quindi non ero soltanto io a fissare quei ragazzi, visto che lui invece fissava me.

«Allora sei tu quello sotto copertura?» gli chiedo facendolo ridere.

«Tu aspettami qui. Non ti muovere, io torno subito.» mi dice, girandosi e correndo via.

Mi appoggio ad un palo e lo guardo, da lontano, andare alla stessa bancarella che guardavo prima. Passa dei soldi alla donna che sembra stargli spiegando cosa deve fare, non posso credere che sia andato là davvero per vincere un peluche per me. Cavolo, per fino da qui vedo che non ne manca una, le sta prendendo tutte, quelle lattine. Lo vedo poi indicare gli orsacchiotti di peluche, la donna gliene passa uno e lui dice qualcosa, prima di tornare da me. Sembra sollevato di vedermi ancora qui.

Perché non gli sto lontana come mi ero promessa e ripromessa di fare? Non ha senso tutto questo... soprattutto dopo quello che mi hanno detto mio padre e Miguel.

«Tieni.» mi dice, passandomelo.

È un orsacchiotto bianco, che tra le mani tiene un cuoricino rosso, nel quale c'è scritto "baciami". Lo guardo, non sapendo se sia il caso di prenderlo oppure dirgli che non posso accettarlo e andarmene.

«Andiamo, tienilo. Adesso non me ne andrò in giro con questo coso. C'era questo, o quello con scritto "ti amo" e non mi sembrava il caso.» mi spiega.

«Papà mi ha detto che... mi rovinerei la vita, e Miguel mi ha appena detto...» sussurro, girandomi per non farmi vedere così.

«Qualunque cosa ti abbiano detto su di me, loro non mi conoscono.» prova a dirmi, ma io scuoto la testa, così lui mi prende la mano e inizia a camminare.

Non so dove mi stia portando, ma ci fermiamo soltanto una volta che ci siamo allontanati da chiunque ci possa vedere e ci siamo avvicinati al parcheggio.

Se ci vedessero...

«Dimmi, parlami.» mi dice.

«Non devo dirti niente, Jesús. Mio padre ha detto che stando con uno come voi mi rovinerei soltanto la vita, perché resterai da sola, mentre lui, chiunque sia, o si farebbe uccidere o si farebbe arrestare. E Miguel... ci ha visti. Ha visto che ci stavamo guardando, e si è arrabbiato, dicendomi che... ti devo dimenticare.» gli dico con gli occhi lucidi.

Non appena finisco di parlare, le sue braccia circondano il mio corpo e mi stringe a sé, abbracciandomi forte. Resto immobile per un attimo non sapendo che cosa fare, poi anche io ricambio l'abbraccio: ne avevo proprio bisogno.

È come se, nonostante io cerchi in tutti i modi di mantenere le distanze, ci fosse una calamita che non ci permette di stare lontani.

«Questa è la mia vita, princesa. Io non... non posso prometterti che non mi accadrà niente di brutto o che non mi farò arrestare, ero destinato a fare questa vita ancora prima che nascessi...» già, credo che anche i miei fratelli fossero destinati a questo: «Ma posso prometterti che farò di tutto per evitare che mi succeda qualcosa o che, soprattutto, succeda a te. Dammi soltanto la possibilità di farmi conoscere davvero da te, ti prometto che non te ne pentirai.» mi dice guardandomi dritto negli occhi.

So che cosa ho pensato per giorni, so che, soprattutto dopo aver parlato con papà, mi ero promessa e ripromessa di dimenticarmi di lui, ed è quello a cui ho pensato fino a... ora. La verità è che mi sono stufata di pensare prima al bene degli altri che al mio, mi sono stufata di fare quello che vorrebbero per me tutti invece che pensare a quello che vorrei io... probabilmente me ne pentirò, ma in questo momento non posso dirgli di lasciarmi in pace.

«È meglio che torni da loro, prima che vengano a cercarmi e ci trovino qui insieme.» gli dico, non sapendo che cosa rispondere a quello che mi ha detto.

«Okay, allora... fammi solo sapere che cosa ne pensi...» mi dice con un tono di voce triste, passandomi poi il peluche.

Lo ringrazio e lui fa per andarsene, ma si blocca di nuovo e torna a guardarmi, si avvicina a me dandomi un bacio sulla fronte e poi se ne va per davvero, questa volta. Ora devo soltanto capire se voglio davvero continuare a vederlo, oppure continuare a mettere davanti a tutto, anche a ciò che mi fa stare bene, la mia famiglia.

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