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Mi sto annoiando: sono a casa tutta sola, sono le otto di sera e sto studiando da quando sono tornata da scuola. Il mio cellulare, appoggiato accanto a me, vibra, così lo prendo vedendo che Jesús mi ha scritto, mi compare un sorriso, e poi lo apro, leggendo quello che c'è scritto: che fai?

Vorrei non pensare continuamente a lui, vorrei evitare di sorridere quando vedo che mi cerca, vorrei evitare tante cose, quando si tratta di lui, ma proprio non ci riesco.

I compiti, tu? Gli rispondo.

Niente... studi sempre, se non ti fanno diplomare giuro che vengo nella tua scuola e spacco la faccia a tutti. Rido, però ha ragione...

Non è il primo a dirmi che studio troppo, ma me ne rendo conto anche da sola. È che... non avendo amici, quando sono sola, non è che abbia molto da fare. Devo anche decidermi su cosa fare per il futuro, devo scrivermi le varie opzioni da qualche parte e capire bene... magari è come dice papà, che sono nata per fare il poliziotto come lui, oppure devo fare altro, vorrei tanto saperlo. E poi... se diventassi un poliziotto e i miei fratelli mi voltassero le spalle?

Posso chiederti una cosa? Gli chiedo, forse trovandolo simile a Miguel ed Enrique potrei chiedergli cosa ne penserebbe se io diventassi una poliziotta come papà...

Puoi chiedermi sempre quello che vuoi.

Se io andassi in Accademia e tornassi che sono una poliziotta, che cosa penseresti?

Cavolo, ho sempre pensato che non facesse per me quel lavoro, ma... in questo modo potrei togliere dalla strada le brutte persone, aiutare la città, potrei aiutare, come fa papà, i ragazzi. Sarebbe bello togliere dai guai i miei fratelli, anche se prima o poi dovranno cambiare sul serio vita.

Che cosa dovrei pensare, princesa? La vita è tua, puoi fare quello che vuoi e né io, né nessun altro abbiamo il diritto di dirti che cosa puoi o non puoi fare. Sono felice che lui la pensi così, ma non sono sicura che gli altri la penserebbero come lui... oltre a mio padre, non ci sarebbe nessuno felice della scelta che prenderei, se dovesse essere questa...

Anzi, in realtà c'è una cosa che penserei... Ecco, lo sapevo che non poteva essere la verità...

Che cosa? Gli chiedo, pronta a vedere andarsene una persona, l'unica, che credevo fosse interessata a me...

Penserei che sei la poliziotta più bella che abbia mai visto, e che mi farei arrestare ogni giorno da te. Giuro, sono disposto a combinare ogni giorno un guaio diverso. Sorrido: non me l'aspettavo.

Sentirmi dire queste cose proprio da lui è come se mi desse una spinta in più per seguire quello che mi sento dentro, perché comunque saprei che qualcuno dalla mia parte ho... ma se tornassi e scoprissi che lui ha trovato un'altra ragazza, ci resterei male... e comunque non è detto che io andrò di sicuro a fare la poliziotta, no, potrei anche capire che non fa per me davvero, come ho sempre pensato, e decidere di fare altro.

Una lacrima mi riga il viso, perché è come se mi sentissi in dovere di scegliere tra quello che voglio io e quello che vuole la mia famiglia... mamma ci è passata prima di me, infatti vorrei che fosse qui per aiutarmi, ma non c'è. Ho sempre paura di prendere la decisione sbagliata e non ne posso più di questa situazione. La mia famiglia dovrebbe stare sempre dalla mia parte, invece non lo fanno...

Vorrei che la pensassero tutti come te. Gli scrivo.

Princesa io sarò sempre dalla tua parte, sempre. Fregatene se gli altri non la pensano come me, che ti importa?

Sono la mia famiglia, perché non lo capisci? Non me la sto prendendo con lui, anzi, dovrei smetterla di allontanare l'unica persona che mi fa stare bene.

Certo, è la tua famiglia. Cazzo, ne stiamo davvero parlando? Se è la tua famiglia significa che devono stare dalla tua parte, dal momento in cui decidono di voltarti le spalle soltanto perché vuoi prendere quella strada, secondo me dovresti solo mandarli a fanculo. Già, lui la pensa come me...

Sono rare le volte in cui le persone mi parlano di mamma, ma quando sono Miguel ed Enrique a parlarmi di lei, mi rendo conto da sola di come ancora la odino per averli lasciati, per aver lasciato il loro padre, la loro famiglia, la loro casa, il loro quartiere, ogni cosa... per stare con un poliziotto. Ancora oggi non l'hanno perdonata, credo che non la perdoneranno mai, è proprio per questo che non voglio che scoprano che sono uscita con Jesús, che lo sento e che... forse mi piace. Volterebbero le spalle a me esattamente come le hanno voltate a nostra madre, non voglio che per colpa mia la famiglia si divida.

Che stupida che sono... sto piangendo e non me ne ero nemmeno resa conto, tutto questo perché ho paura di perdere le persone a cui tengo di più al mondo, che non starebbero mai dalla mia parte.

Sei la mia princesa e ti conosco abbastanza da sapere che non mi rispondi per tre motivi: o sono arrivati gli stronzi, o ho detto qualcosa di sbagliato e ti sei incazzata, o stai piangendo. Quale delle tre? Rido... ha ragione, questi sono gli unici tre motivi per cui non gli risponderei, sono sorpresa che lo sappia.

Mi asciugo le lacrime che ricadono sulla mia guancia, anche se mi continuano a scendere. Sono stupida, me ne rendo conto da sola.

Non è la prima, sono sola a casa. Gli dico.

Beh, siccome mi hai risposto, significa che non è nemmeno la seconda, altrimenti non mi avresti risposto. Stai piangendo, princesa? Mi chiede.

Nonostante sia un messaggio, posso immaginare la sua preoccupazione e non vorrei che si preoccupasse per me.

Lascia perdere.

No, non lascio perdere. Vuoi che venga da te? Dimmi che cosa devo fare.

Non lo so nemmeno io. Sospiro e blocco il telefono, ora è meglio che io mi concentri soltanto sui compiti, così da pensare ad altro.

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