Capitolo 22

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POV di Henry

Il mio succo d'arancia è sul comodino. Ezra sa come farmi iniziare al meglio una giornata di lavoro. Lo bevo, assaporandone ogni sorso. Scendo dal letto e mi lascio investire dalla luce del sole, che incontrastato domina il cielo.

Mi dirigo verso la mia serra. È stata un'idea originale crearla su una terrazza. Qui posso realmente isolarmi da tutto e da tutti, si puó accedere ad essa solo tramite la portafinestra della mia stanza. La maggior parte delle persone non ne conosce l'esistenza, volevo fosse esattamente così, interamente di vetro, ma l'architetto ha fatto in modo con dei sistemi di cui non ricordo minimamente il nome di avere sempre una temperatura normale. Posso riscaldarla in inverno e renderla fresca d'estate. Qui dipingo. È il posto in cui, ultimamente mi riesce meglio. Quando Ezra mi fa trovare il succo d'arancia è perché si aspetta da me un successo, mi fa sentire mentalmente carico e pieno di adrenalina. La mia mente mi riporta subito a Lily. Non so. Spero che le emozioni forti che mi sta trasmettendo da quando è qui siano un'ulteriore fonte d'ispirazione. Prendo una tela e la posiziono sul cavalletto. Non ho intenzione di fare bozzetti stamattina, voglio usare i colori direttamente. Afferro la mia tavolozza e fisso i colori, in attesa che uno di essi richiami il mio istinto più degli altri. Il bianco della tela deve scomparire. Quel bianco mi ricorda la purezza di Lily, purezza che io forse rovinerò e distruggerò. Un senso di colpa mi invade minacciando il mio controllo.

*Flashback*

Sono sul sedile posteriore di un banalissimo taxi che puzza di muffa e tabacco. Il guidatore cerca continuamente una conversazione mentre mangia rumorosamente un panino con troppe salse, situazione che lo costringe a pulirsi di continuo ovunque. Cerco di non dare a lui troppa attenzione, potrei non riuscire a vederla. La cintura di sicurezza inizia a darmi fastidio e la slaccio con noncuranza. Ha parcheggiato esattamente sotto un lampione, la cui luce mi balza dritta negli occhi. Non posso colpevolizzarlo per questo, gli ho ordinato io di parcheggiare esattamente di fronte questa casa. Comincio ad essere impaziente. RJ mi ha assicurato che questa sarebbe stata l'ora giusta. Ecco una ragazza camminare distrattamente verso la casa che praticamente sto pedinando. È sola, senza protezione a quest'ora della notte. Provo un leggero fastidio, nessuno si preoccupa per lei. Ha i capelli legati in una coda, è castana. Riesco a vedere a stento dei lineamenti sottili e garbati, ma l'ora tarda non mi concede di più. Tira fuori dalla borsa delle chiavi ed entra in casa, chiudendo la porta alle sue spalle e accendendo immediatamente la luce. Era magra, una taglia 40 direi. Perfetta. Lavora in un bar ha detto RJ, quindi saprà il fatto suo. Potrebbe andare bene. Dopotutto, era sicura a camminare sola ad un'ora non comune, e già il lavoro che svolge la fa stare a contatto con persone di ogni genere. RJ prenderà tutte le informazioni su di lei.

"Possiamo andare." Il tizio alla guida posa il panino e avvia l'auto, sapendo già che dopo questo appostamento mi avrebbe riportato esattamente dove mi era venuto a prendere prima, a casa mia.

Potrebbe andare bene. RJ mi ha detto che il piano avrebbe funzionato solo se la persona in questione vivesse una situazione difficile, a livello economico insomma. Suo padre scommette e ha avuto modo di conoscere RJ in un locale. Quando è ubriaco rivela molte informazioni involontariamente, ed RJ è venuto da me con tutto un piano stabilito. So che sarà una cosa meschina, ma non ho intenzioni orribili nei suoi confronti. Alla fine le darò una condizione più agiata. Ho tutte le migliori intenzioni. L'intero percorso in auto è occupato al pensiero di quei lunghi capelli castani e di quei lineamenti eleganti di quella solitaria ragazza.


*fine Flashback*

Chiudo e riapro gli occhi. Il senso di colpa mi sta divorando in questo momento. Prima o poi Lily dovrà sapere tutto questo, prima o poi la perderò per questo. La mano che regge la tavolozza sta tremando e sono costretto a posarla sul tavolo accanto a me.

*Flashback*

"Perché volete mia figlia? Pagherò, lo giuro. Prendete me! Prendete me, mi sentite?" Il suo tono è supplichevole. Ha la fronte sudata e i suoi movimenti sono rallentati dall'alcol. Sembra che stia per mettersi a piangere e potrebbe essere più banale?

"Hai detto che avresti fatto qualsiasi cosa per rimediare al debito!" RJ gli urla in faccia e io mi metto le mani nei capelli. Non so se è la cosa giusta da fare. Non che mi importi qualcosa di quest'uomo, ma abbiamo perso troppo tempo dietro questa storia. Troppi dettagli. Avremmo potuto cercare qualcun'altra. Cazzo.

"Ma non credevo avreste voluto una cosa simile. Perché questo? Perché?" Il tono ancora più supplichevole e ormai la sua faccia è piena di lacrime e disperazione. Mi sento sopraffatto.

"RJ, vieni qui." Mi guarda stralunato, ha capito che sono titubante.

"Cazzo Henry non venirmi a fare il moralista. Se l'è cercata, lo sai. Alla fine è una cosa positiva anche per lei." Il suo tono convincente, il suo lavoro sa farlo.

"Potrebbe denunciarci." Affermo.

"Sai benissimo dove siamo. Finirebbe lui in galera, in qualunque caso." Tira dalla sua sigaretta in modo frustrato.

"Ci parlo io." Alza gli occhi al cielo e si allontana.

*fine Flashback*

Mi siedo sulla sedia che ho di fronte. Respiro forte. Adesso lei significa qualcosa per me, non posso perdonarmi. È stato tutto un fottuto inganno. Un fottuto meschino inganno. Mi sono fatto contagiare da RJ. Non è mai stata una buona idea. A livello morale mi sento zero. Mi faccio schifo. Il mio respiro è irregolare e la confusione dentro me mi sta soffocando. Sto sudando. Porto le mani nei capelli e con loro vorrei strappare via anche i ricordi del passato.

*Flashback*

"Mi giurate che non le farete del male?" I suoi occhi sono spalancati e pende dalle mie labbra.

"Lo giuro."

"Se è per quello che ha detto, accetto. Non la sfiori nemmeno con un dito, mi ha capito? Ha già sofferto troppo la mia Lily, e io continuo a farla stare male." Poggia le mani sull'asfalto. Durante la mia spiegazione si è accasciato a terra aumentando i miei dubbi.

"Non la farò soffrire, ho intenzioni solo mediatiche. Faccia ricerche, non sono un criminale." Cerco di giustificarmi. Mi guarda con disgusto.

"Lo sembra, però." Si asciuga una lacrima come a raccogliere i pensieri. "Ha paura del buio. Lily, intendo. Ha paura del buio." I suoi occhi grigi incontrano i miei.

"Lo ricorderò." Sembra essere una cosa importante e il mio senso di colpa aumenta.

"Faccia in modo ci siano libri. Tanti libri. E fogli per disegnare. Solo questo." Cerca di alzarsi con scarsi tentativi, cerco di aiutarlo ma mi scosta nervosamente. "Mi dia il suo numero."

"Ecco il mio biglietto da visita." Glielo porgo lentamente. Le sue mani ormai sporche lo afferrano tremanti. "Tra tre giorni verrà un taxi a prendere sua figlia."

Joshua si allontana senza degnarmi di uno sguardo. Sono sempre stato uno stronzo, ma una cosa del genere non l'avevo mai fatta. Fisso il cielo scuro appena visibile in questo vicolo stretto. Vorrei scomparire.

*fine Flashback*

Voglio urlare. Voglio spaccare tutto. Cosa ho fatto? Potremo mai essere qualcosa di vero se le nascondo ciò che ho fatto? Sarà disgustata da me. Mi odierà come mi odio io adesso. Mi alzo di scatto dando un pugno liberatorio nella tela bianca e spaccandola nel mezzo. Poi la scaravento sul pavimento ed esco via dalla serra.

Note dell'autrice:
Salve lettori! Scusate se sono sparita per quasi un mese, è tutta colpa dello studio! Oggi ho pubblicato due capitoli per rimediare. Sono stata sempre a scrivere solo per voi! Spero vi piacciano. Fatemi sapere.

Olimpia

Gabbia d'oroWhere stories live. Discover now