Capitolo 6

9.5K 362 11
                                    

Non posso fare a meno di pensare a ieri sera. È riuscito a mettermi a mio agio. In pochi minuti la sua risata e i suoi occhi blu mi hanno fatto dimenticare tutte le mie preoccupazioni, il peso che questa situazione aveva assunto per me, il rancore verso mio padre, tutto. Semplici parole del tutto sconnesse dalla serietà di questa situazione, ma che mi hanno fatto stare incredibilmente meglio. Un pizzico di delusione si era impossessato di me quando Henry aveva ricevuto una chiamata di lavoro; o meglio, un'interminabile chiamata di lavoro. La voce era femminile e irritante. Chissà se era realmente lavoro. Lui sembrava ascoltare quasi sotto costrizione dicendo qualche bisillabo di tanto in tanto. Ha mimato un paio di volte con le labbra scusa, ma dopo dieci minuti di attesa con qualche gesto gli ho fatto capire che sarei andata a dormire e mi ha sorriso appena, un po' dispiaciuto penso. Quel sorriso l'ho decifrato anche come una buona notte silenziosa. Non dovrei sentirmi delusa, nel giro di qualche ora sono passata dall'odio per lui al desiderare la sua compagnia. Non si puó negare abbia già sconvolto ogni mio piano. Quegli occhi blu non erano previsti. Occhi blu che mi potranno anche fissare per ore e ore, ma con un significato che non sarà mai quello che desidero io. Cosa desidero? Non si potrà mai innamorare di me, questo è certo. È uno dei motivi principali della mia presenza qui. Lui non ha relazioni. Mi ritrovo adesso, in questo letto, mentre la sveglia segna che sono quasi le nove, ancora a pensarlo. Ieri notte nel mio percorso per ritornare in camera ho aperto tutte le porte del lungo corridoio. Ho scoperto un'altro bagno con tanto di vasca idromassaggio e uno studio pieno di libri e scartoffie. Della stanza di Henry nessuna traccia, penso sia al piano di sopra. Accanto alla mia porta c'è una scala, deve per forza portare al piano di Henry. Perché non mi hanno fatto fare un tour della casa? Ah giusto, perché mi rifiutai appena arrivata. Voglio andare in esplorazione. Penso che Henry sia a lavoro, quindi non ci sarà.

Scendo dal letto e scalza comincio a camminare in punta di piedi. Prima di uscire dalla stanza mi assicuro se ci sia o meno qualcuno nel corridoio. Vuoto. Fisso la rampa di scale alla mia destra e dopo una minima esitazione interiore comincio a salirla. C'è un ampio spazio occupato da divani, cuscini di ogni genere sparsi ovunque e un camino. Mi tufferei già adesso tra quei cuscini a leggere un libro o ad abbozzare un disegno. Proseguo oltre e mi inoltro in un corridoio molto più largo di quello al piano di sotto ma anche più corto. Vedo una stanza sulla sinistra. C'è un letto ancora in disordine. Sporgo nella stanza e noto che non c'è nessuno. Felice della mia scoperta entro e mi siedo cautamente sul letto. Odora di dentifricio alla menta e di...gelsomino forse? Sì, di gelsomino. L'odore delicato riempie i miei sensi. Resto immobile un secondo. Immagino a quanto bello sia Henry mentre dorme tra queste lenzuola bianchissime. Sento un cigolio. Alzo lo sguardo. La porta di fronte a me si apre improvvisamente e giuro che vorrei davvero scomparire in questo istante. È il momento più imbarazzante di tutta la mia vita. Probabilmente non sto diventando solo violacea ma paonazza adesso. Henry è di fronte a me, quasi completamente nudo, fatta eccezione di un asciugamano fermo sulla vita. È appena uscito dalla doccia. I suoi capelli sono tutti bagnati e gocciolanti, piccole goccioline d'acqua cadono disinvoltamente sui suoi muscoli scolpiti. La pelle è dorata e luccica appena quando alcuni raggi di sole, che si fanno strada tra le tende che coprono l'enorme finestra, incontrano l'acqua sul suo corpo. Potrei svenire solo per la bellezza che i miei occhi possono contemplare. Mi sforzo di non spalancare la bocca, reazione normale per chiunque sarebbe al mio posto. È incredibilmente sexy. Credo di essere una ragazza molto fortunata, troppo fortunata in questo momento. Henry appena mi vede spalanca gli occhi per la sorpresa, ma ben presto si stampa un sorriso beffardo sul volto e frizionandosi un'altra asciugamano tra i capelli si avvicina al letto con nonchalance e sguardo bruciante. E adesso cosa cavolo faccio?

Gabbia d'oroWhere stories live. Discover now