Capitolo 31

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"Cosa ne dici di questi?" Ivy mi sorride porgendomi un paio di sandali dorati, stile impero, senza nemmeno una briciola di tacco.

"Puoi darmi anche delle pantofole, non voglio disturbarti tanto." Il mio tono è dispiaciuto, sento di chiederle troppo.

Dopo aver fatto l'amore, Henry è andato a chiamare Ivy. Mi ha garantito che lei mi avrebbe aiutata, sa essere la più dolce delle ragazze quando vuole. Parole sue. E ne sto avendo la conferma in questo momento. Henry aveva simpaticamente proposto di tenermi in braccio fino all'arrivo di Sean, in modo che non avessi camminato sulla caviglia dolorante, ma sarebbe stata la situazione più assurda del mondo. Il problema insormontabile erano i tacchi. La caviglia è gonfia e avrei camminato a piedi nudi se non fossimo stati ad un evento simile. Già immaginavo gli occhi delle invitate puntati su di me e le loro risatine maligne al seguito incitate dalla strega rossa. Non mi sento a mio agio in mezzo a quelle persone normalmente, figuriamoci con questa caviglia. Ivy è corsa in mio aiuto, come se fossi la questione più interessante della serata. Mi sto preoccupando della sua gentilezza. Da quanto ho capito lei e Amanda sono molto unite, se la matrigna mi odia lei perché mi aiuta con tanto garbo? Non voglio essere diffidente, ma in questa casa non mi viene da agire diversamente.

"Pantofole? Scherzi spero!" Poggia i sandali sul pavimento, guardando un po' preoccupata la mia caviglia gonfia. "Sei fortunata ad avere il mio stesso numero, non potevo rovinare il tuo vestito con delle pantofole!" Ride cercando di sdrammatizzare.

"Ti ringrazio davvero, Ivy." Le sorrido.

"Se solo Amanda sapesse che ti ho aiutata!" Copre la sua bocca con una mano, come a nascondere un sorriso.

"Credevo non mi avessi aiutata, infatti, mi immaginavo zoppicante e scalza nel tuo salone." Immagino la scena facendo una smorfia.

"Io so perché ti odia, Lily." Il suo tono diventa più serio e si siede sul materasso, accanto a me.

Le rivolgo uno sguardo carico di stupore.

"Io le voglio bene, certo, ma ne voglio di più a mio padre. Quando mi accorsi del suo tradimento la affrontai pesantemente e parlai anche con Henry, non so se te lo ha mai detto o ne avete parlato. Sai, non potevo permettere che tutto quello continuasse oltre, capisci?" La sua voce un po' tremolante rivela il dolore che sta risalendo in superficie al solo ricordo di quel periodo.

"Mi dispiace molto. Sul serio, Ivy." Non so cosa altro dire. Poggio una mano sulla sua come a rassicurarla.

"Non ho mai visto Henry così, tu gli stai facendo bene, Lily. Amanda dovrebbe smetterla di focalizzare il suo odio su di voi, dovrebbe smetterla con i suoi giochetti." Sospira nervosamente e io la accompagno. "Per lei è un gioco, non farti condizionare. Non fraintendermi, lei è importante ormai per me, è una specie di mamma amica che non mi giudica, che mi è costantemente vicina, i suoi consigli sono vitali per me, però questo non significa che appoggio i suoi errori. Io non ti odio, anzi, spero tu sia felice con Henry." Mi sorride leggermente.

Ivy mi ha appena sorpresa. È molto matura per la sua età, me lo ha dimostrato con le sue parole. Non immaginavo potessimo avere questo dialogo così aperto, non mi aspettavo fosse così esplicita senza paura di parlarmi di certi argomenti. Lei ha scoperto la relazione tra Henry e Amanda ed è stata lei a metterli in condizione di finire lo schifo in cui si erano messi. Il suo atteggiamento libertino all'Ultra Bar mi aveva fatto avere una visione diversa di lei, non bisogna mai giudicare un libro dalla copertina.

"Con Henry era complicato all'inizio, ma adesso le cose stanno andando bene." Le sorrido e lei ricambia dolcemente.

"Non ho mai visto Henry con una fidanzata, devi ritenerti fortunata credo." Emette una leggera risatina simpatica. "Non ci credevo all'inizio, però basta guardarvi per capire la vostra complicità." Continua arricciandosi una ciocca dei suoi capelli lunghi.

"Piccola, sei pronta? Sean sta arrivando." Henry compare sulla porta con un bellissimo sorriso a rendere perfetto il suo viso.

"Certo che è pronta!" Risponde Ivy alzandosi.

"Sarò lenta, ma ce la posso fare." Dico sorridendo.

Cerco di alzarmi facendo meno pressione possibile sulla caviglia dolorante. Sta diventando violacea e non è un bello spettacolo. Henry subito si avvicina a me offrendomi il braccio come sostegno. Lascia un bacio sulla mia fronte.

"Ci vediamo di là, piccioncini." Ivy mi fa l'occhiolino avvicinandosi alla porta.

"Ivy!" Si volta verso di me. "Grazie. Sono bellissimi." Mi guardo di nuovo i sandali.

"Non ho intenzione di regalarteli, quindi non mi adulare!" Ridendo si allontana in corridoio.

Io e Henry non possiamo fare a meno di ridere insieme. Ivy è molto simpatica in effetti.

Un applauso riempie la gigante stanza quando Sean varca la soglia di casa. Si poggia una mano sul cuore per lo stupore e inizia a ridere, è commosso direi.

"E voi cosa ci fate qui? A quanto pare mia moglie non riesce a tenere la bocca chiusa!" Il suo tono sarcastico solleva una risata generale mentre Amanda lo raggiunge trionfante baciandolo sulle labbra. Se solo Sean sapesse cosa stava facendo quella ninfomane appena un'ora fa!

"Caro, mi sembrava una buona idea condividere il successo del tuo nuovo affare; è la mostra più importante della tua vita!" Amanda si rivolge ai presenti, sottolineando le incredibili capacità del marito.

I suoi occhi spesso incalamitano me ed Henry, probabilmente si aspettava che non fossimo più rientrati in salotto e che fossimo andati via. Pensiero errato, mi dispiace.

"Bene," continua Sean, "allora posso ufficialmente dichiarare che curerò la mostra di Damian Jocker, l'artista contemporaneo di fama internazionale più seguito nel mondo! Mi aspetto la vostra partecipazione in massa il dieci Agosto, la notte di San Lorenzo, ad un evento irripetibile."

Un altro applauso invade i miei timpani e addirittura qualche fischio, mentre sul volto di Henry prende posto un'espressione preoccupata. È immobile, incapace di applaudire. Sembra rigido, come di marmo.

"Cazzo!" Esclama quasi tra sé e sé, come in uno stato di trans.

"Henry, che succede?" Cerco di attirare la sua attenzione.

"La mia mostra è prevista il dieci Agosto. E lui lo sapeva! Ha firmato il mio fiasco!" I suoi occhi sono più scuri e io spalanco le orbite, incredula della notizia appena appresa. Mi immobilizzo, mentre Henry scuote la testa con un sorriso nervoso sulle labbra piene.

"Cosa cazzo significa?" RJ urla sussurrando dietro di noi poggiando una mano sulla spalla di Henry, è furioso.

"Dobbiamo parlare, ma non qui." Risponde Henry a bassa voce.

"Questo stronzo ci vuole rovinare!" Sussurra a denti stretti il biondo.

"È una guerra aperta, Lily." Henry si rivolge verso di me. "Lui era a conoscenza della mia data, capisci?"

A questo punto resto senza fiato e senza parole. Mi pietrifico mentre gli inviati continuano a lodare Sean e applaudire, ogni suono sembra ovattato e lontano. Adesso è tutto chiaro: Sean ha volutamente fatto un torto ad Henry, ha deciso di rovinare il suo evento, lo ha colpito nel suo punto più debole, nella sua arte. Lui che era come un secondo padre, lui che gli ha insegnato tutto. Lui ha voluto una guerra.

Ma perché?

Gabbia d'oroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora