Capitolo 1

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Ti sentivi male.
Tutto ciò che vedevi era come inesistente.
Provavi a toccarlo ma svaniva non appena lo sfioravi.
Ti alzasti e cominciasti a correre.
Vedevi una sola persona, tentavi di raggiungerla.
Correvi e correvi, in mezzo a quel nero infinito che pareva trascinarti nell'abisso.
Rincorrevi quella persona, ma man mano che avanzavi era come se si allontanasse.
Portasti in avanti la mano, mentre la figura si fermò.
Questa fece per girarsi, tuttavia, non appena il suo volto si faceva chiaro, un'immensa luce di accecò.

Alzasti la testa dal letto, sbattendola sulla mensola di legno che stava proprio lì.

Per qualche secondo, ti guardasti intorno confusa.

C'era la tua stanza, nel distretto di Shiganshina, con tuo fratello e tua sorella.

Tuo fratello era in piedi, e stava uscendo dalla porta, mentre tua sorella non era nella stanza.

Ti alzasti dal letto, e ti guardasti la mano, ancora tagliata da ieri.

< Allora era solo un sogno... >

Ad un tratto, senti una voce, e alzi lo sguardo.

Era una voce maschile, bassa e profonda.

Era tuo padre che ti aveva appena chiamato.

Corri giù dalle scale, e sul tavolo c'era la tua colazione, tua sorella che stava già mangiando, e tuo padre che ti guardava sorridente.

Tuo fratello era uscito appena di casa, come suo solito.

Ti sedetti a tavola, guardando la fetta di pane che si trovava davanti a te.

< Bensvegliata, Y/N. È oggi pomeriggio che esci coi tuoi amici, giusto? >

Tu annuisci, alla domanda di tuo padre.

Cominci a mangiare e a bere il tuo latte, ed essendo tardi, ti muovi ad andare a scegliere come vestirti.

Tu avevi circa 20 anni, e vivevi da tuo padre.

Tuttavia, passavi il tempo con ragazzini più piccoli, come piccolo impiego. 

Vorresti entrare nel corpo di ricerca, tuo padre però non te lo lascia fare.

Diciamo che tuo padre li chiamava amici, quei bambini. 

Erano di circa 12 anni, quelli a cui badavi... Non c'è che dire, eri come una babysitter. 

Arrivano circa le 14, senti bussare alla porta.

Tuo padre era fuori casa.

Vai ad aprire, e c'erano i tre bambini.

Eren Jaeger, Mikasa Ackerman, Armin Arlert.

Tu eri come una seconda madre per loro. Come tu esci, loro ti trascinano via, fuori, verso il fiume vicino alle mura.

Mura di 50 metri.

Riguardo le mura hai sempre avuto brutti presentimenti, sapevi che non avrebbero potuto reggere a lungo, ma questa convinzione andava via via sparendo, le mura reggevano bene anche dopo anni.

I ragazzini giocano mentre tu li guardi, e si fa sera, mentre andate verso la piazza principale, per poi tornare a casa. 

C'era una soffice luce arancionata a incoronare le mura, e nell'esatto istante in cui tu chiudi un secondo gli occhi, senti che Armin urla. 

Alzi subito lo sguardo, la prima cosa che vedi è un testone rosso, che spuntava dalle mura.

Eri spaventata.

I tuoi occhi erano come immobilizzati, mentre riflettevano quell'immagine terrificante.

Ad un tratto, un botto, e una grande folata di vento. 

Prendi per mano i tre ragazzini, ma nella movida della situazione, Armin si perde.

Cosa succede? 

Arrivi a casa di Eren e Mikasa, era stata distrutta da un masso, c'era loro madre intrappolata fra le macerie.

I due ragazzini subito corsero in salvo di lei, e li seguisti, cercando di tirarli via.

Eren era motivato, non voleva lasciare andare, e così provi ad aiutare anche tu.

Tuttavia, un gigante si stava facendo strada proprio in quella direzione. 

< Eren, Mikasa! Vi prego, dobbiamo andare! Altrimenti quello ci divora! >

Non ti ascoltavano.

Non sentivi nulla.

Era come se avessi un fischio nelle orecchie.

Tuttavia, un lampo di speranza si fece strada nella vostra direzione.

Hannes, uno del corpo di Guarnigione, era venuto a salvarvi.

Però come si muove nella direzione del gigante, si spaventa, e non fa nulla.

Prende i due ragazzini in spalla, e tu lo segui.

Ti faceva male, sentivi le urla di Eren.

Un rumore di carne maciullata e le urla di sua madre.

Ti faceva male al petto. 

Però era tuo dovere portarli in salvo.

Ci fu un casino generale, il gigante corazzato era entrato dalla breccia creata dal titano...

Però tu e i bambini eravate salvi.

Armin fu ritrovato mentre voi eravate sulla piccola nave che vi avrebbe portati in salvo.

Arrivaste in un luogo a te sconosciuto, probabilmente dentro altre mura, al Wall Rose.

Allora il tuo sogno divenne come realtà.

Tu ti volevi arruolare nel corpo di ricerca, e oggi sarebbe stato il giorno.

Oggi sarebbe stata la tua occasione.

O meglio, domani o dopodomani, perché eri stanca, faticavi a rimanere in piedi.

 O meglio ancora, tre anni fa.

Ora eri ufficialmente nel corpo di ricerca, ora il tuo sogno era finalmente realtà.

E guarda caso, quel giorno avresti dovuto fare la tua prima missione coi giganti, affiancata dal comandante Erwin Smith.



Il domani della libertà ~ Erwin Smith x Reader Where stories live. Discover now