Capitolo 9

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Amos


Al guardarla attraversare quel passaggio, Amos non poté che provare una sgradevole sensazione, anche se neppure lui riusciva a capirne il motivo o, meglio, forse preferiva semplicemente ignorarlo.

«Allora, adesso che la ragazza è momentaneamente fuori dai giochi, ti spiacerebbe dirmi in cosa consiste davvero questa ricerca e il perché tu abbia ceduto tanto facilmente a rimandarla da dove è venuta, poiché puoi fregare quella povera ingenua, ma quel millennio di vita in più mi hanno insegnato che non in molti fanno niente per niente e sono sicuro che tu non faccia parte di questa ristretta cerchia.» Disse Amos, attirando la curiosità della donna, la quale mise su un gelido sorriso capace di spegnere un incendio, "gentilmente" congedando l'uomo canuto insieme a lei.

"Uh, uh, mi sa proprio di essere nei guai. Dallo stare rinchiuso in cella, sono passato nelle mani dell'ordine delle sacerdotesse e, sinceramente, non so se siano peggio loro di quei boriosi dei draghi dorati. Dannazione, dovrò cercare un modo per andarmene il prima possibile, altrimenti saranno guai seri." Pensò lui, ma doveva anche escogitare qualcosa per evitare che se la rifacesse su Clara e la sua famiglia. Aveva un debito nei suoi confronti e lo avrebbe onorato ad ogni costo.

«Hai davvero una pessima opinione di noi, eppure dovresti sapere meglio di chiunque altro che ciò che facciamo è solo in nome della pace e del bene comune. Tornando a noi, invece, ti posso assicurare che non sto architettando alcun piano malefico, semplicemente abbiamo bisogno che quegli strumenti tornino nelle giuste mani. Sono estremamente potenti e se finissero in mani sbagliate, saremmo tutti in pericolo.»

Al sentirla pareva sincera, ma non sempre il fine giustifica i mezzi e, di certo, servirsi di vili minacce per arrivare ai propri scopi non era nello stile di Amos.

«E dimmi, minacciare di fare del male alla sua famiglia, ti sembra corretto? Rispondimi!» Tuonò il ragazzo. Era questione di principio, quando lui aveva un obiettivo lo colpiva direttamente e lasciava fuori i suoi cari.

«Ti posso assicurare che non ho intenzione di far alcun male a nessuno di loro, tutt'altro. Noi lottiamo per il trionfo del bene, come puoi pensare che farei una cosa del genere?»

«Perché sono in giro da molto più tempo di chiunque di voi e so per certo che anche i "paladini della legge" come voi, sono capaci di bassezze degne degli esseri più empi, celandosi dietro le tanto decantate buone intenzioni, ma ti posso assicurare che non ti permetterò di farle del male. Questa non è una minaccia, ma una promessa. Ora dimmi, qual è il prossimo punto in lista?»

«Per il momento, puoi prenderti la serata libera. Domani mattina ti manderò da lei.» Disse candidamente la sacerdotessa come niente fosse al mondo.

«Pensavo fossi folle, ma adesso ne ho la completa certezza. Vuoi mandarmi in un mondo che non conosco e farmi incontrare la sua famiglia? E cosa diavolo dovrei dire loro? Sapete signori il nostro mondo corre un enorme sconosciuto pericolo e vostra figlia è di fondamentale importanza per impedirne la distruzione, ma non dovete preoccuparvi perché potrà tornare ogni qualvolta vorrà, sempre che non ci lasci le penne, s'intende.» Amos era davvero sconvolto ed è difficile sconvolgere un essere millenario!

«Esatto ragazzo, questo mi pare davvero un ottimo riassunto. Beh, anche se cercherei di essere un po' meno diretto con i genitori della ragazza, sai? Detta così potrebbero spaventarsi, cerca, invece, di essere il più rassicurante possibile. Ti consiglio di puntare sul tuo fascino, se ti impegnassi saresti capace di conquistare davvero chiunque.» Rispose lei, concludendo con una grassa risata.

"Almeno sa ridere sul serio. Questo sì che mi rincuora, peccato che lo faccia delle mie disgrazie." Pensò il drago, sempre più amareggiato e rassegnato.

«Senti, ti propongo di lasciarmi andare da solo. Troverò tutto ciò che serve e ve lo porterò, tornerò anche in quel tugurio se devo, ma lascia fuori lei; in fondo, non sa niente di noi, del nostro mondo, sarebbe solo una palla al piede.» Cercò di convincerla Amos, ma senza successo, sfortunatamente.

«Spiacente, ci hai provato, ma niente. La ragazza è la prescelta, come lo sei tu. Non so ancora perché, ma è dotata di poteri spirituali e unendo le vostre abilità riuscirete a vincere il male e poi, non penso vi stiate così antipatici, ma questa è solo la mia modestissima impressione, eh.» Proferì sorniona Lillybet.

«Cosa... ma..., oh, maledizione, non voglio una ragazzina come palla al piede, io lavoro meglio da solo, chiaro?» Protestò lui, decisamente imbarazzato!

«Certo, come no. Comunque, se ci aiuti, non ti farò tornare in cella, ma sconterai la tua pena aiutandoci in questa delicata impresa. Mi sembra un patto più che equo, non trovi anche tu?»

Il drago tacque, anche perché se avesse aperto bocca, non avrebbe più garantito per sé!

«Magnifico, allora è deciso. Che il cielo vi benedica cari ragazzi e, non temete, perché noi saremo sempre con voi per qualsiasi dubbio o chiarimento.» Esultò lei, saltellando quasi come un grillo canterino! Tanto aveva deciso già tutto per tutti alla faccia della democrazia!

«Anzi, ora che ci penso, invece di attendere domani, che ne diresti di andare adesso? Prima si chiarirà la situazione e meglio sarà per tutti.» "Propose" lei.

«Ma non se ne parla proprio, né ora né mai...» Rispose Amos, anche se non riuscì neppure a terminare la frase che sentì il terreno svanirgli da sotto i piedi e un fortissimo vento trascinarlo verso il basso. Quella perfida megera aveva già aperto un portone senza neppure consultarlo. Questo andava ben al di là dell'inconcepibile!

«Dannata, sappi che mi vendicherò e ti pentirai amaramente di esserti messa contro di me.» Le urlò lui, mentre cercava di non essere risucchiato dal portale, con enorme fatica!

«Oh bravo, stavo proprio per dimenticarmene, dalle questo, lei saprà come usarlo per tornare qui e adesso buon viaggio.» L'oggetto in questione era un ciondolo con una bellissima pietra arancione.

"Ma come diavolo dovrebbe fare a saperlo usare, visto che fino a poco fa non sapeva neppure di avere dei poteri?!" Rifletté scettico lui, anche se i dubbi avrebbero presto trovato risposta visto che stava venendo trasportato verso quel mondo sconosciuto da cui proveniva Clara.

Una volta arrivato, finì dritto in una specie di vasca, ma non ebbe neppure il tempo di guardarsi attorno che sentì un grido acuto. Aprì gli occhi di getto e dinanzi a sé trovò Clara, rossa come un peperone, nuda e decisamente su tutte le furie!

«Cosa diavolo ci fai nel mio bagno, mentre mi accingo a fare la doccia, eh?» Gli gridò lei, indossando immediatamente qualcosa di estremamente soffice e coprente non ben identificato.

«Lunga storia. Se mi dai un minuto, ti spiego tutto, va bene?» Chiese molto incertamente lui, con lo sguardo di lei puntato addosso, incerta se volerlo uccidere o meno!

Prigionieri della guerraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora