Capitolo 20

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Amos

Dopo i soliti battibecchi, i tre raggiunsero l'antro della caverna. Una volta giunti là, Amos disse tanto "gentilmente" alla ragazza di aspettarli lì e lei, altrettanto "gentilmente", declinò l'offerta.

"Io non ce la posso veramente fare. Potrebbero esserci mostri di ogni tipo nelle profondità di questa grotta, ma questa marmocchia non ne vuole proprio sapere di starmi a sentire!" Borbottò lui, sempre più contrariato!

Sembravano ormai trascorse delle ore da quando avevano iniziato la loro discesa ma, a detta dell'orologio di Clara, era passata appena mezz'ora e, almeno per il momento, nessun ostacolo si era posto sul loro cammino.

«Ma secondo voi quanto ancora dovremo camminare? Questo percorso sembra non finire mai e io ho perso il conto di tutte le storte che ho preso.» Si lamentò la ragazza, beccandosi le frecciate di Amos, per non aver voluto seguire il suo consiglio.

«Forse non saresti stata costretta a un tale "supplizio", se fossi rimasta ad attenderci fuori.» La rimbeccò lui.

«E tu avresti avuto il coraggio di lasciarmi sola alla mercè di chissà quali creature mostruose, mentre voi due avreste tranquillamente proseguito il cammino in compagnia?! Voglio ricordare a tutti i presenti che io sono una donna e merito quindi un miglior trattamento.» Continuò a inveire la ragazza, risentita.

«Ma da quanto abbiamo potuto vedere, sei benissimo capace di difenderti da sola, quindi perché dovrei avere timori a lasciarti indietro a guardarci le spalle?» Domandò ironico Amos e Clara non si fece scappare la succulenta occasione di rinfacciargli il fatto che avesse indirettamente detto che era merito suo se i due draghi erano ancora tutti interi!

«Se ti fa piacere pensarlo, allora fa' pure!» Replicò lui, stuzzicandola ancor di più.

«Ehi voi due, non vorrei disturbarvi, ma perché non guardate un attimo davanti a noi?» Intervenne Elijah, staccandoli dalle loro importanti elucubrazioni.

«Wow, è la cosa più incredibile che abbia mai visto...» Disse lei, completamente ammutolita. Era davvero uno spettacolo da togliere il fiato.

Un vero regalo della natura si ergeva dinanzi a loro! I giochi di luce davano un'atmosfera magica a dir poco incredibile. Una vastità di stalattiti si stagliavano su di loro splendenti come le gemme più preziose e il riflesso sull'acqua dava l'impressione di trovarsi davanti a un vero e proprio specchio. Ed eccolo là, al centro del piccolo laghetto, su un modesto altare, ben visibile il primo strumento, una scintillante pietra rossa.

«Ma quello sembra proprio un rubino.» Affermò decisa la ragazza, avvicinandosi all'acqua.

«Ferma, si può sapere cosa vorresti fare?» Domandò Amos con la sua solita irruenza.

«Farmi un bagno nel lago? Ma che razza di domanda è, scemo?!» Replicò a sua volta lei.

«Chi hai chiamato scemo?!»

«Insomma voi due, finitela. Abbiamo altro a cui pensare!» Intervenne il biondo.

«Clara, mia cara, nonostante i suoi modi rozzi e volgari, Amos non è in torto. Non è prudente entrare in acqua con una tale scioltezza. Potrebbe essere una trappola dalle conseguenze fatali.» Disse seriamente lui, cingendole una spalla.

«Dimmi un po', per tutta questa pantomima e per dare ragione al sottoscritto, è necessario starle appiccicato come una cozza a uno scoglio?!» S'intromise il drago oscuro, interrompendo così l'atmosfera da principe fiabesco del "rivale"!

«E va bene, allora sentiamo, cosa proponete miei prodi?» Domandò ironica la ragazza, quasi spazientita da tante attenzioni (o almeno così voleva dare a intendere!).

«Ma è ovvio, andrà Amos...Elijah.» Dissero al contempo i due!

«Sì, siamo proprio a cavallo!» Esclamò la giovane sempre più sconsolata.

"Di questo passo non tornerò mai più a casa." Pensò lei, prendendo coscienza delle intenzioni di quei due.

«D'accordo, da persone civili e buoni amici quali siamo, risolveremo le cose diplomaticamente.» Proferì il bel biondo, scatenando un'espressione abbastanza stizzita sul volto di Amos.

«Devo essermi perso il momento di quest'inaspettata alleanza, comunque, siamo tutt'orecchi, cosa suggeriresti?»

«Ma che domande, di giocarcela, mi sembra ovvio.» Disse teatralmente lui. Dopo di ciò si sentì il tonfo dei corpi di Clara e Amos, caduti a terra per lo shock!

«Tutta questa messinscena per un'idea così stupida! Basta, andrò io, almeno non sarò più costretto a sentire le tue idiozie.» Proferì Amos, sempre più affranto.

Ma, proprio mentre si stava preparando a spiccare il volo, la ragazza gli montò in spalla, senza essere stata invitata per giunta!

«Si può sapere che diavolo ti salta in mente? Mi hai forse scambiato per una carrozza o qualcosa di simile?» Chiese lui, tra lo scioccato e lo scocciato. La cosa stava richiedendo decisamente troppo impegno!

«Vengo con te. Non è giusto che tu corra un rischio da solo, siamo una squadra o no?» Replicò lei, aumentando la presa su di lui.

«Elijah, ci aspetteresti qui, per favore?»

«Mia cara, riesci sempre a stupirci, ma del resto, quando ti metti qualcosa in testa, non c'è modo o maniera di farti cambiare idea. Va bene, vi aspetto qui.» Accettò lui, rivolgendole un sorriso preoccupato.

«Bene amico, siamo pronti. Possiamo andare quando vuoi.» Esordì lei, indicando la meta.

«Guarda che non sono un cavallo ed è quindi inutile che scalpiti, piuttosto, vedi di reggerti forte perché non ho la minima intenzione di tirarti fuori dall'acqua se dovessi cadere.»

«Oh, oh, hai forse paura di rovinarti la tua perfetta messa in piega? Ma voi draghi usate uno shampoo particolare?» Domandò incuriosita la giovane, sperando di scoprire l'arcano dietro il suo perfetto e sempiterno aspetto!

«Non ho idea di cosa tu stia parlando e non penso neppure sia il contesto giusto in cui farlo. E ora, andiamo.» Una volta alzatisi in volo, la giovane si strinse a lui sempre più; non si era ancora abituata a questo bizzarro mezzo di trasporto e, probabilmente, non l'avrebbe mai fatto, ma ciò non toglieva il fatto che, per quanto non volesse ammetterlo, quei momenti così intimi non li avrebbe scambiati con niente al mondo!

Purtroppo per lei, il viaggio durò ben poco, dato che arrivarono in pochi istanti. Clara insistette per essere lei a recuperare la pietra e visto che sul piccolo altare c'era spazio a malapena per una persona, si fece "scaricare a terra".

«Mi raccomando, attenta a non cadere, non si sa cosa possa celarsi sotto queste acque.» Disse preoccupato il suo "taxi".

«Mamma mia, ma vuoi dirmelo ancora? Come sei esagerato, cosa mai potrebbe succedere a recuperare una pietra?» Sbottò lei esasperata da questa sua "immotivata" preoccupazione.

Purtroppo, però, al contrario dei buoni propositi di lei, Amos faceva bene a preoccuparsi, visto che una volta presa la pietra, la ragazza fu scaraventata in acqua, inaugurando così la nuova stagione! Il drago non esitò un attimo, entrando in acqua a sua volta, evitando che la giovane andasse a fondo come un sasso!

«Non dirlo, ok?» Esordì lei, spuntando acqua tra una parola e l'altra, sotto lo sguardo furioso di Amos, il quale, nel frattanto, la teneva stretta a sé.

«Hai visto ora siamo entrambi bagnati.» Disse lei, mandandolo ancora di più sulle furie.

«Già, e come se non bastasse, non posso neanche volare, indovina per colpa di chi?» La rimbeccò lui.

«Beh... Guardiamo però il lato positivo, tanto peggio non può andare.» Intervenne lei, sperando di calmare i suoi roventi spiriti.

Appena proferite queste parole però, le stalattiti al soffitto iniziarono a staccarsi sempre più numerose!

«Fammi un piacere, non dirlo più.» E fu così che i tre iniziarono una nuova rocambolesca fuga per evitare di trasformarsi in succosi spiedini!

Prigionieri della guerraWhere stories live. Discover now