Capitolo 50

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Doppio pov


Sulla Terra, più specificatamente in una villetta di Modena, la disperazione regnava sovrana! I familiari di Clara erano a dir poco terrorizzati di cosa sarebbe stato della loro bambina, sola, in un mondo a lei praticamente sconosciuto, in balia di esseri empi e senza scrupoli. D'altro canto, nessuno dei presenti aveva un modo per aprire un portale presso l'altro mondo, dato che la loro unica opportunità era sparita con Clara ed Eliza.

Elijah tentava in ogni modo di non farsi prendere dal panico a sapere le due ragazze sole, alla mercè di quel dannato mostro senza cuore, però cercava anche di evitare di far venire un attacco di cuore agli altri presenti.

La situazione era davvero critica all'inverosimile. La madre di Clara era quasi svenuta per lo shock, il padre tentava senza un gran successo di soccombere ai peggiori pensieri e il fratello faceva lo stesso, provando a dissimulare, ma si coglieva il terrore anche nei suoi occhi.

In tutto ciò, Lillybeth versava ancora in gravi condizioni e anche se il drago dorato aveva impiegato i suoi poteri taumaturgici, non erano sufficienti per migliorare la situazione, al massimo, potevano evitare che peggiorasse ulteriormente.

Amos non aveva ancora mosso neppure un dito o emesso un solo fiato da quando si era visto trascinare via la donna che amava senza aver neanche il tempo di reagire. Era stato tutto così rapido che quasi non aveva ancora avuto modo di razionalizzare. D'improvviso, però, si ridestò finalmente da quello stato di trans. Era davvero terrificante vederlo così ammutolito e non era proprio la reazione che si sarebbe aspettato Elijah, piuttosto lo fu quella che seguì.

Si avventò come una furia sulla ferita chiedendole, anzi urlandole, se ci fosse un modo per raggiungere subito Lyria.

«Ti prego, ti supplico, ti imploro, farò tutto ciò che mi dirai, non mi opporrò mai più a nessuna tua decisione, però, deve esserci il modo di tornare a casa anche senza la pietra magica che hai donato a Clara.» Tra le urla le lacrime cadevano copiose sulla veste della donna. Non importava quanto avesse cercato di celare i suoi sentimenti per la ragazza, ormai era chiaro come un'insegna al neon in una strada completamente al buio!

La donna aveva la fronte imperlata dal sudore e si vedeva chiaramente quanto stesse soffrendo, ciò nonostante decise di fare tutto quanto in suo potere per rimandarli indietro. Lei era l'ultima speranza e, anche se ciò le fosse valso la vita, l'avrebbe fatto col sorriso se voleva dire la salvezza dei mondi e, soprattutto, quella della vita di quella ragazza tanto speciale che aveva imparato ad amare.

«Un modo c'è, ma ho bisogno dell'aiuto di tutti.» Confessò la donna quasi allo stremo delle forze.

Questa volta fu il fratello di una delle interessate a spezzare il silenzio.

«Che diavolo stiamo aspettando allora? Faremo qualunque cosa necessaria, basta che ci aiuti a riportare indietro mia sorella.» Asserì il giovane, non preoccupandosi nemmeno più di nascondere la voce rotta.

I genitori si unirono subito allo spirito di iniziativa del ragazzo, come, del resto, gli altri due.

«E va bene dunque, riunitevi tutti intorno a me e lasciate che vi spieghi...»

Nel frattanto, su Lyria, Clara era occupata a cercare di non farsi uccidere e di evitare che un imprevisto di un metro e novanta circa impedisse la sua fuga per la libertà, anche perché non teneva proprio ad andare a prendere parte ai festeggiamenti incivili che stavano avendo luogo ai piani inferiori!

Proprio quando era ad un passo dalla meta, il losco figuro la raggiunse con uno scatto degno di un atleta.

"Ma chi diavolo è questo? Houdini per correre tanto in fretta. E poi, con i miei colpi sarebbe dovuto restare come minimo incosciente per ore!" Pensò Clara, tentando di divincolarsi dalla sua presa e meditando sul fatto che gli scagnozzi del nemico, almeno quelli che aveva avuto modo di vedere fino a quel momento non sembravano avere una tale prestanza atletica. Anzi, a pensarci bene, le venne in mente solo una persona capace di fare una cosa del genere.

«Amos, grazie a Dio sei tu.» Esultò la giovane stringendosi talmente tanto forte a lui da non essere sicura potesse ancora respirare, ma andava bene così.

La sua intuizione sembrava giusta, anche perché non aveva cercato di farle alcun male e dopo che si furono spostati vicino la torcia caduta a terra, la ragazza poté finalmente avere conferma. Era proprio il suo Amos accorso in suo soccorso per strapparla alle grinfie di quello schifoso!

Presa dall'impeto del momento, dal "cogli l'attimo", dal fatto che chiunque sarebbe potuto arrivare da un momento all'altro e per una miriade di altre ragioni, la bella rossa decise di non tergiversare un solo secondo di più, tirandolo a sé e travolgendolo con un bacio così intensamente desiderato da entrambi. Seppur nella penombra, lo vide sorridere e non poté che farlo a sua volta anche lei.

Dopo un imbarazzante silenzio e un profondo ed intenso scambio di sguardi, Amos la avvolse col suo mantello e la sollevò come fosse una creatura delicata che rischiava di andare in frantumi al primo scossone. Lui non l'aveva mai trattata così, perché la considerava delicata, ma forte allo stesso tempo, però dovette ammettere che le fece piacere questa sua premura.

Nel frattanto, fuori imperversava la tempesta, ma la possibilità di finire cotta allo spiedo era più invitante di essere usata dal nemico per i suoi loschi scopi!

«Ti converrà indossare il cappuccio se non vorrai inzupparti i tuoi bellissimi capelli.»

"Ancora carinerie, si vede che l'amore lo rende davvero carino, speriamo resti così per un po'." Meditò la ragazza, arpionandosi a lui per evitare di finire come un'omelette!

Senza neanche annunciare il proverbiale "un, due, tre", il saggio moro pensò di passare direttamente al "via", buttandosi giù con lei da una delle finestre del lungo e inquietante corridoio.

Il volo non durò a lungo, anche se a Clara parve un'eternità. Quando vide Amos atterrare in una radura che non aveva mai visto, la ragazza gli domandò cosa facessero lì, invece che cercare di ricongiungersi con gli altri e partire all'attacco del ex comandante. Il silenzio di lui stava iniziando a farle paura e, purtroppo, faceva bene ad averne. Una volta voltatasi, trovò Eliza tenuta stretta da due specie di topi antropomorfizzati. E non sembravano avere un'aria per niente amichevole.

All'assistere a questa scena, Clara chiese prontamente spiegazioni, ma rivoltatasi nella direzione dell'amato, non ritrovò più lui, ma un altro! Più precisamente l'uomo che aveva organizzato il suo rapimento e quello di Eliza, a quanto sembrava; colui che aveva rovinato la vita a migliaia di esseri e persone, nonché l'uomo che amava e l'uomo che aveva osato rubarle un bacio facendosi passare per un altro.

«Bene, ora che le protagoniste sono qua, è giunta ora che i festeggiamenti abbiano inizio e i figli di quei due maledetti potranno finalmente raggiungere i loro amati genitori, non prima, però, di aver assistito alla vostra dipartita e a quella di questo mondo. Degli altri mi occuperò più in là. E ora, mie care fanciulle, preparate a lasciare la vita con dignità.»

Qualunque cosa fosse successa, Clara ed Eliza non avrebbero mai permesso a quel folle di realizzare i suoi diabolici piani!

Prigionieri della guerraWhere stories live. Discover now