Capitolo 22

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Amos

Erano ormai passate più di due ore da quando i tre avevano ripreso il cammino, o meglio, il volo, e, per tutto il tempo, Clara non aveva rivolto la parola all'Oscuro neppure per sbaglio. In più, come se non bastasse, aveva scelto di farsi portare in spalla da Elijah, cosa che stava mandando Amos su tutte le furie, anche se cercava di non darci troppo peso.

"Se spera che mi abbassi al suo livello, si sbaglia di grosso. Ho vissuto decisamente troppo per cadere in un trucco tanto scadente." Pensava lui, concentrandosi su altro. Nel frattanto, gli altri due stavano discutendo a loro volta.

«Non fraintendermi, lungi da me prendere le sue difese, ma questa volta ha solo cercato di fare la cosa giusta, quindi perché non cercate di venirvi incontro?» Esordì Elijah, non aspettandosi, però, una risposta positiva.

«Voglio solo farlo bollire nel suo brodo ancora per un po' e, comunque, da quand'è che sareste entrati tanto in confidenza voi due, eh? Fino a poco tempo fa non vedevate l'ora di uccidervi a vicenda tra le più atroci torture e, adesso, sembrate diventati fratelli dell'anima.» Replicò lei.

«Ricevuto.»

«Guarda che ho capito il motivo per cui speri in questa nostra riconciliazione, sai?» Disse lei, abbastanza stizzita.

«Ah sì, oh, ti prego metti a conoscenza anche me.» Replicò il biondo.

«Perché, di solito, è lui a portarmi e, probabilmente, è un po' che non "porti in giro" una donna di una qualsiasi magica specie, ma, essendo sempre così garbato e gentile, non hai il coraggio di comunicarmi l'amara verità riguardante i tuoi muscoli fuori allenamento e preferisci, invece, sperare in un improvviso miracolo, con tanto di ramoscello d'ulivo. Allora, ci ho preso, non è vero?» Domandò estremamente convinta della propria tesi!

Ci mancò poco che i due piombassero al suolo per lo shock subito dal povero Elijah!

«Mi sarei aspettato di tutto, ma, di certo, non una supposizione del genere e, comunque, i miei muscoli non sono affatto arrugginiti. Tanto per la cronaca, non lo considero certo un mio amico, ma siamo un gruppo e quando la fiducia inizia a venir meno, le missioni vanno a finire male e, generalmente, in questi casi, la gente muore davvero.» Disse lui seriamente. Clara non poteva dargli torto e lei non era certo tipo da tenere il muso, solo che non poteva pensare che Amos possa dare sempre la priorità alla sua vita, piuttosto che cercare un modo per salvare tutti.

«Scusate, non vorrei rovinare il momento romantico, anzi, a dirla tutta, proverei un certo piacere nel farlo, considerando quanto detesti queste sviolinate, ma, ora cosa ne direste di smettere? Siamo molto vicini.» Intervenne Amos, geloso e irritato per la situazione; in fondo, si stava sorbendo il malumore della ragazza per averle salvato la vita!

«Menomale che ce lo hai detto, altrimenti avremmo condotto una spedizione intorno al mondo.» Replicò lei, sarcastica.

«Sai che il sarcasmo non ti si addice, vero? Ti consiglio di lasciarlo a chi sa davvero farne buon uso.» Rispose lui, indicandosi.

«Ah, che peccato che questa persona non sia qui, avrebbe potuto darmi qualche dritta.»

Almeno i battibecchi erano tornati alla "normalità".

«Perdonate il disturbo, ma non pensate sarebbe meglio prepararsi mentalmente alle prossime missioni che ci aspettano?» Questa volta fu Elijah a prendere la parola.

«Alt amici miei, io prima ho delle questioni da risolvere come, ad esempio, tornare a casa mia, assicurarmi che la mia famiglia e i miei amici non mi credano nelle fauci di chissà quale mostruosa e disgustosa creatura e cose del genere.»

"Ci risiamo, ma se spera che la lasci andare da sola, ha capito proprio male." Meditò lui, adducendo come scusa la comparsa di un potenziale nemico alla ricerca delle sue capacità, quando, in realtà, era solo spaventato che avrebbe esitato a riunirsi a loro dopo aver visto tutti i rischi a cui è esposta. Lo stesso non si poteva dire del compare, visto che il pensiero non l'avesse minimamente sfiorato, anzi pareva fin troppo ben disposto ad assecondarla.

"Ma cosa diavolo ha in testa quell'imbecille?" Si chiese Amos, continuando il suo sproloquio interiore.

Dato che i due parevano troppo impegnati nei soliti battibecchi, Clara li riportò alla realtà, dicendo di aver avvistato il tempio.

"Bene e adesso si entra in scena."

I tre non fecero neppure a tempo a mettere piede a terra che le porte del tempio si spalancarono come dovuto a una forte ed improvvisa folata di vento, travolgendoli con un'ondata di luce che, per poco, non li accecò!

«Ehi vecchiaccia, ti sembra questo il modo? Vuoi forse accecarci?» Inveì Amos, cercando di coprirsi gli occhi da quell'accecante bagliore.

«Decisamente strano, a quest'ora quelli della tua specie sarebbero già stramazzanti al suolo, anche solo dopo una breve esposizione, tu, invece, hai ancora quell'espressione sfrontata e sfacciata dipinta in volto. Sarà meglio che aumenti l'intensità.» Lo schernì Lillibet.

«Di' un po' nonna, se mi fai fuori, come farai ad evitare la fine del mondo che tanto temi, eh?» Proferì lui, guardando nella sua direzione e poi verso Elijah e Clara.

«Nonna a chi?! L'essere millenario tra noi non sono certo io. Comunque, parlando di cose serie, sono davvero onorata che un membro delle schiere celesti abbia accettato di unirsi a noi per fronteggiare le forze del male.» Disse lei, riferendosi a Elijah.

"Come se quel borioso non fosse già tronfio di suo." Borbottò Amos tra sé.

«Bene, se abbiamo chiuso con i convenevoli, direi di passare al sodo. Ditemi, siete quindi riusciti nell'impresa?» Domandò la sacerdotessa, evitando di girarci troppo attorno.

«Può dirlo forte, anche se con qualche piccolo imprevisto.» Intervenne Clara, mostrandole la gemma.

«Sapevo di averci visto giusto con voi. Prima di mettervi alla ricerca del prossimo strumento, vi consiglierei di riposare un po'. Per proseguire la missione, avrò bisogno di avervi al massimo delle forze.» Dichiarò Lillybet.

«Per noi due il problema non sussiste, non basta certo così poco per stancarci, ma abbiamo una "debole" umana con noi, perciò suppongo saremo costretti ad accettare il tuo "saggio" consiglio.» Esordì Amos, accarezzando una "pallina pelosa" volante simile a una specie di criceto!

«Debole sarai tu! Comunque, per quanto detesti concordare con lui, questa volta mi vedo costretta. Vorrei che mi permettesse di tornare a casa un paio di giorni. Del resto, i patti erano chiari.»

«Ma certo, ogni promessa è debito. Per quale motivo pensi abbia detto una cosa del genere? Coraggio, vieni di là.» La incoraggiò la sacerdotessa, cingendole le spalle.

«Beh, a voi non ho neanche bisogno di invitarvi.» Continuò la donna, dato che i due erano già dietro di loro.



Prigionieri della guerraWhere stories live. Discover now