Capitolo 25

17 5 4
                                    

Clara

Una volta uscita dal bagno, la giovane poté finalmente tirare un sospiro di sollievo, ma, non tanto per il fatto di aver appena assistito alla disgustosa esplosione di una specie di blob un po' troppo "pasciuto", più che altro, per l'estrema vicinanza con quell'angelo delle tenebre, sceso in terra per il solo gusto di tormentare le sue veglie e i suoi sogni!

"Va bene, adesso non è proprio il caso di pensare a "Mister Muscolo" dietro questa porta, piuttosto sarà meglio che cerchi una scusa convincente capace di giustificare un tale disastro." Si disse, ripensando allo stato pietoso in cui era ridotto il bagno. Ma quale scusa avrebbe mai potuto essere abbastanza convincente?! E come se tutto questo non fosse abbastanza per far uscire di senno una qualsiasi persona normale, c'era un altro problema a cui porre rimedio.

«Oddio... Ehi tu, so che non vedevi l'ora di sbarazzarti del povero Elijah, quindi dimmi subito dove l'hai fatto finire o ti assicuro che passerai un brutto quarto d'ora.» Esordì come una furia, ritornando in bagno proprio nell'esatto momento in cui il drago si era appena spogliato degli indumenti rovinati. Ci fu un brevissimo momento in cui i loro sguardi si incrociarono, fin quando lo sguardo di lei cadde dai vistosi e prominenti pettorali per poi seguire la flessuosa e sinuosa V... E dopo di ciò, l'imbarazzo della ragazza raggiunse il picco del K2, assumendo il colorito di una Red Velvet, spingendola a fare retro – front verso l'uscita, onde evitare ulteriori imbarazzi, per non dire peggio! In tutto ciò, Amos mantenne la solita aria da sbruffone soddisfatto di aver appena "ammaliato" la "povera" avventuriera!

"Fantastico, ora sì che la mia giornata è davvero perfetta!" Pensò, cercando disperatamente di frenare il suo istinto di lanciare un urlo così potente da infrangere le finestre! Una volta calmatasi, rientrò, questa volta, però, premunendosi di mano davanti agli occhi per proteggerla da viste non adatte ai minori di 14 anni!

«Se speri che basti questo per mandarmi in crisi, sappi che ti sbagli di grosso. Comunque, prima ero venuta a chiederti che fine abbia fatto Elijah, perché sono certa che sia venuto anche lui.»

«Oh, non sia mai che non ci preoccupiamo del "povero" pennuto. Ti garantisco, mia cara, che quello è tutto tranne che un debole essere umano come qualcuno di mia conoscenza di cui non farò il nome. E come ti ho già spiegato, siamo venuti perché quella vecchiaccia...»

«Insomma, vuoi smetterla di chiamarla così? Porta un po' di rispetto.» Lo interruppe lei, sempre con gli occhi coperti.

«Ah giusto, dimenticavo di star parlando con la paladina della giustizia. Mi devi perdonare, ma non vedo il drappo della libertà, cos'è non entrava in borsa?» Proseguì lui, riducendo sempre più lo spazio tra loro. La situazione si stava facendo fin troppo scottante e questo non aiutava di certo la giovane a mantenere uno straccio di lucidità!

«Wow, sai fare una battuta, i miei complimenti, ma il problema è dannatamente grave, vuoi capirlo o no?!» Inveì lei, cercando di allontanarsi, senza riuscirci, dato che l'interlocutore l'aveva circondata come un polpo con la preda.

«Non morirà, beh, almeno credo, altrimenti le forze del "Bene" sarebbero nei guai privi del loro prode eroe senza macchia e paura.» Esordì lui, con fare teatrale.

«Non mi sto preoccupando di questo, imbecille. Ti voglio ricordare che questo è il pianeta Terra e qui le persone normali non sono dotate di ali o piume, non fanno magie e non hanno gli occhi di tutte le sfumature dell'arcobaleno!»

Amos la guardava con uno sguardo tra lo stupito e l'interrogativo, come se non riuscisse a comprendere a pieno la sua preoccupazione.

«Oh per Dio, avanti, intanto usciamo di qui, poi cercherò di infilarti un po' di sale in zucca, sempre che sia possibile.» E detto ciò, afferrò il compagno per la manica della giacca di pelle che gli aveva trovato, sperando che almeno quella, la camicia, i pantaloni e le scarpe potessero far in modo di farlo apparire più "normale". D'un tratto, però, si accorse del dettaglio mancante, ma fondamentale!

«Ma tu non hai più le ali?!» Esclamò la giovane, evidentemente accortasene solo in quel momento!

«Complimenti per lo spirito d'osservazione, davvero! E poi, mi pare che tu abbia molto insistito sul dover sembrare così "tristemente" umano, perciò ho fatto come mi hai "caldamente" suggerito.» Disse lui, molto tranquillamente.

Adesso sembrava una stella del rock, di normale aveva veramente poco, ma era il massimo che potesse fare in quel momento, ora la priorità era uscire da lì e trovare l'altro membro del gruppo!

Prima di scendere al piano di sotto, i due si aspettavano di trovare gente in preda al panico e al delirio, ma, una volta giù, videro infrangersi le loro aspettative. Altro che paura e terrore, la ragazza e il drago si trovarono immersi nella solita calma piatta tipica delle biblioteche, scandita dagli occasionali picchiettii sulla tastiera da parte di alcuni ragazzi. I due si guardarono a vicenda, a dir poco, scioccati.

«Qua c'è qualcosa che non mi quadra. È impossibile che non abbiano fatto neppure una piega con tutto il casino che abbiamo fatto. Quel mostro deve aver scagliato una specie di incantesimo per far in modo che nessuno si accorgesse di niente, eccezione fatta per noi. Anche se mostri di quella razza non spiccano per intelligenza e non sono certamente in grado di lanciare incantesimi tanto complicati. No, c'è senz'altro qualcuno dietro a tutto ciò e, se è davvero come penso, la storia è appena iniziata.»

«Bene Sherlock, adesso che hai finito con le tue rivelazioni fataliste, preoccupiamoci di trovare Elijah, poi ci occuperemo di quest'altro pazzo che, di sicuro, sarà una tua vecchia conoscenza. È mai possibile che tu sia riuscito a farti così tanti nemici?! Ti do un consiglio per il futuro, prova a cercare un altro modo per approcciarti alle persone, altrimenti non rimarremo vivi a lungo e, per la cronaca, non ci tengo a lasciarci le penne per te.» Concluse Clara tutto d'un fiato.

«Guarda che quelle "persone", come le chiami tu, non sono proprio degli angioletti propensi al dialogo. Ma, ora che ci penso, mi spieghi chi diavolo è Sherlock?» Domandò Amos. Clara si mise le mani nei capelli, tentata di scuotersi la testa per vedere se fosse tutto un incubo, ma, purtroppo, era proprio realtà!

«Te lo spiego dopo, adesso andiamo.» E riafferrandolo per il braccio, si allontanarono alla ricerca dell'amico, lontani da occhi indiscreti.

Improvvisamente, Amos si fermò, frenando così la "corsa" della ragazza.

«Mi spieghi perché diavolo ti sei fermato?! Siamo di fretta, qualcuno vuole probabilmente ucciderci e tu te la prendi anche comoda?!» Inveiva lei, con le gambe ancora in movimento, mentre lui la tenerva per il colletto della camicia.

«Sta' buona un attimo. Ehi, che ne dici di farti vedere? Non stai un po' scomodo là dentro?» Esordì Amos, sotto lo sguardo attonito di Clara, pensando che fosse improvvisamente impazzito.

E dopo quelle parole, le porte dell'armadietto delle scope si aprirono, svelando... Elijah!

«Scusate, ma fino a poco fa c'era gente e non potevo uscire. Allora, è tutto a posto?»

"Spero che le sorprese per oggi siano finite!" Pensò la ragazza, esausta.



Prigionieri della guerraWhere stories live. Discover now