Capitolo 15

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Clara

E dopo il solito "giro della morte", i due compagni riuscirono a raggiungere terra, più o meno intatti.

«Non c'è che dire, anche dopo essere stato tanti anni senza poter volare, non ho perso il mio tocco. Non pensi anche tu?» Chiese, rivolgendosi alla giovane, non trovandola molto d'accordo.

«Non posso dire niente, dato che non ti conoscevo prima e, se mi è concesso, quanto stavo meglio. Comunque, se proprio tieni alla mia opinione, allora è decisamente negativa. Ormai ho perso il conto di tutte le volte in cui ho rischiato di rompermi l'osso del collo per colpa delle tue manie di protagonismo!»

Amos, nel frattempo, stava facendo di tutto per non ridere a crepapelle della sua reazione, ma con scarsi risultati.

Clara intanto si era avviata a "prendere posto" vicino a una maestosa quercia o, perlomeno, il suo corrispettivo in quel fantastico mondo, in cui essere magici e incantesimi erano all'ordine del giorno. La ragazza aveva anche avvistato un posticino appartato, non troppo lontano dove potersi cambiare per la notte.

"Non pretenderà certo che dorma con i vestiti! Mamma mia, ma come ho fatto a finire in un guaio del genere? Praticamente, mi trovo in una specie di pseudo Medioevo magico! Come minimo, mi mangeranno le zanzare, ammesso che qui non ci sia qualcosa di addirittura peggiore!" Rifletté la ragazza, in preda al più totale sconforto, nel mentre veniva raggiunta da mister Pantene!

«Ma è possibile che ti potrebbero buttare nel fango o in una palude, e tu sembreresti sempre uscito da una pubblicità?» Domandò Clara, riflettendo su quanto la vita possa essere ingiusta.

«Cos'è una pubblicità?»

«Oh, lasciamo perdere. Piuttosto, io ora vado a cambiarmi, altrimenti mi prendo un malanno, visto che non sono mai neanche andata in campeggio. Tu vedi di non spiarmi o son dolori, ci siamo capiti?» Chiese la giovane, puntandogli "minacciosamente" il dito contro.

«Non era proprio nei piani, puoi stare tranquilla.» Rispose lui, "disinteressatamente".

«Mph, come se m'interessasse essere guardata da te.» E detto ciò, alzò i tacchi e si allontanò borbottando.

«Mi raccomando eh, attenta a non farti mordere da qualche serpentello nei pressi.» Continuò a schernirla lui, stendendosi sul soffice prato ad ammirare il cielo stellato.

«Sarà una mia impressione, ma stasera mi sembra tutto un po' troppo tranquillo e dobbiamo ancora capire dove diavolo andare a recuperare la Statuetta bianca, il primo oggetto magico.» Borbottò Amos, mettendosi comodo (per quanto possibile).

Vedendo tutta la roba che la ragazza aveva tirato fuori da quel "modesto" zaino, il drago pensò che dovesse esserci una sorta di passaggio inter – dimensionale al suo interno!

Finalmente, la compagna pensò bene di far ritorno.

«Sai, non mi sembrava che lo spiazzetto davanti al lago fosse tanto distante da qui, ma forse mi sbaglio.» Ironizzò lui.

«Forse da queste parti non siete grandi conoscitori del galateo, ma si dia il caso che non è buona educazione far notare certe cose alle persone, sai?» Spiegò lei, alquanto imbarazzata.

«Una bellissima filippica per non dire di esserti persa, giusto?»

La ragazza non lo ritenne degno di risposta e si sdraiò accanto a lui ad ammirare la meravigliosa volta celeste.

«Certo che da dovunque tu lo guardi, il cielo resta sempre di una bellezza senza confini.» Disse lei di punto in bianco, avvolta in un caldo pigiama con una stampa a nuvolette.

«Che mise affascinante. Da dove vieni tu, vi vestite tutte così?»

«Amico, io non devo affascinare proprio nessuno e, comunque, se anche fosse, per quello basta solo la mia persona.» Dichiarò soddisfatta lei.

«Ah, beh, su questo non c'è proprio da dissentire, è davvero impossibile non notarti.» Disse quasi in un sibilo lui, ma la cosa non sfuggì all'orecchio della ragazza, indecisa se fosse un complimento o meno.

«Questo lo lascio alla tua interpretazione. Buonanotte cara e vedi di non tirarmi calci, sai, ho il sonno molto delicato.»

Clara non se lo fece ripetere due volte, rispondendo con un calcio ben assestato, ma che, purtroppo per lei, non sortì effetto con quel corpo perfetto. Del resto, è praticamente invulnerabile!

Amos sorrise, ma Clara non lo notò, girandosi a sua volta dall'altra parte.

«Comunque, da domani voglio imparare a combattere o, perlomeno, a difendermi.»

«Ehi tu, guarda che non faccio mica miracoli, però vedrò come evitare di farti ammazzare dal primo che passa. Buonanotte carissima.»

«Buonanotte anche a te.» Rispose lei, fintamente stizzita.

Nel mentre Clara era ancora avvolta tra le braccia di Morfeo, gli acuti sensi di Amos rilevarono una presenza sconosciuta avvicinarsi sempre più.

«Ehi, sveglia.» Fece lui per chiamare la ragazza, ma visto che quest'ultima aveva decisamente il sonno pesante, non c'era il tempo per le buone maniere. Dopo qualche scossa, la giovane si destò, assestandogli un sonoro schiaffo pensando fosse un poco di buono.

«Ah, sei solo tu, ma si può sapere perché diavolo mi hai svegliato a quest'ora della notte, brutto idiota?» Sbraitò lei.

«Sta arrivando qualcuno, quindi sta' dietro di me e zitta!» Le ordinò lui, non facendo il minimo riferimento alla sberla ingiustamente ricevuta.

«Cosa??» Ma non fece neppure in tempo ad accorgersi di ciò che stava succedendo che un bellissimo ragazzo, anch'egli alato si palesò dinanzi a loro, arrivando direttamente dal cielo.

«Ma qua siete tutti ali – muniti?» Domandò la giovane, senza essere calcolata più di tanto. Da quanto poteva capire dalla gara di sguardi tra i due, si conoscevano piuttosto bene e, purtroppo per lei, non sembrava fossero in rapporti amichevoli.

«Guarda, guarda chi si vede? Quanto tempo è passato? Cento anni?» Esordì Amos, con il suo solito tono sarcastico. Il biondo non pareva gradire l'ironia!

«Non abbastanza, dannato infame! A quanto sapevo, saresti dovuto rimanere a trascorrere il resto della tua miserabile esistenza in una lurida cella, anche se non sarebbe stato sufficiente per tutto il male che tu e la tua dannata razza avete procurato alla mia gente. Appena sono venuto a conoscenza del fatto che una banalissima umana venuta da chissà dove ti avesse tirato fuori, mi sono subito messo sulle vostre tracce. Come può un lurido verme come te, essere stato incaricato di una missione di così vitale importanza, eh?» Sentenziò adirato lui, estraendo una spada, con incisioni in una lingua sconosciuta alla ragazza.

In tutto ciò, Amos pareva inconcepibilmente tranquillo. Stava persino sorridendo!

«Ehi, mi sa che qui c'è un errore, magari se potessimo discuterne con più calma, riusciremmo a chiarirci, non credi?» S'intromise Clara, rivolgendosi al biondo senza nome.

«Tu devi essere la maledetta che ha liberato quest'essere ignobile. Bene, non so quale sia il tuo scopo, ma ti assicuro che non ti darò la possibilità di portarlo a compimento... perché perirai con lui. A morte!!!» E con uno stacco di una velocità sovrumana, il nuovo "pennuto" si scagliò contro di loro, con tutto il suo livore.

Clara ormai pensava di essere spacciata, ma proprio un attimo prima della fine, Amos la sollevò in volo con lui, sfuggendo alla morte per un soffio!

"Oddio mio, e ora che succederà?!" Si chiese la giovane spaventata a morte, ma decisa a combattere fino alla fine. Non l'avrebbe certo data vinta a un "pennuto" sbucato dal nulla, che le inveiva contro per Dio solo sa quale motivo!

Prigionieri della guerraWhere stories live. Discover now