Epilogo

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Gli anni passavano, si accumulavano. Lily Evans era diventata un Auror, una moglie e una madre. Era cresciuta al fianco di James. Avevano percorso i sentieri della vita, insieme. Non erano più i ragazzi che si insultavano nei corridoi di Hogwarts. Non erano più Evans e Potter, quei due che erano passati dall'odio all'amore, senza accorgersene. Ora erano semplicemente Lily e James. Una donna matura e un uomo coraggioso. Eppure quando lei osservava i suoi grandi occhi nocciola, notava, ancora, un guizzo di luce repentino e un ghigno accennarsi sulle labbra. Ricordava, con nostalgia, quando, durante una battaglia nell'Ordine della Fenice, lui le aveva fatto la proposta di matrimonio, rischiando di rimanere ucciso. Oppure quando, all'altare, aveva urlato al suo Felpato di aver dimenticato gli anelli a casa. Era in quei momenti che James ritornava ad essere il maladrino beffardo che aveva fatto innamorare Lily. Nonostante gli anni, quei due si amavano come il primo giorno, e, come tale, si odiavano. Certo, non era un odio vero, erano le solite battute che avevano animato i loro anni da giovani. Tuttavia gravava sulle loro spalle un peso troppo grande. Ogni tanto Lily si chiedeva in che sarebbe riuscita ad affrontare quella situazione, puntualmente arrivava Ramoso a stringerla. Probabilmente due persone normali non avrebbero retto, ma loro erano tutt'altro che due persone normali. Avevano il cuore forte, reso invincibile dall'amore. Riuscivano a darsi la forza necessaria a vicenda. E a dare la loro forza ad un bambino. Harry, il piccolo dolce Harry. Quando Albus Silente le aveva detto che il loro bambino era destinato ad essere la fonte di salvezza o di distruzione del mondo, lei gli aveva accarezzato il visino e giurò di aver visto un piccolo ghigno da Malandrino. Harry era il degno figlio di James Potter. Capelli neri ribelli, sorriso furbo, amore incondizionato nei confronti dei Malandrini e del suo padrino, Sirius. Gli occhi però erano i suoi. Avevano mille sfumature di smeraldi luminosi. Le comparve nella mente l'immagine del loro bambino che usava la sua prima scopa giocattolo, ridendo come un pazzo. Ricordò che aveva scritto a Sirius per raccontargli dell'evento. Le danzò davanti agli occhi lo sguardo luminoso del suo amato James, quando Felpato aveva proposto di sostituire il suo ruolo di Custode Segreto con Peter. Disse che Voldemort avrebbe dato per scontato che il Custode fosse Sirius Black e non il povero, piccolo Peter Minus. James allora si era girato e aveva guardato Codaliscia. E poi aveva fatto l'errore più grande della sua vita: si era fidato di uno dei suoi migliori amici.

Quel giorno il cielo era grigio. Le nuvole scure coprivano il cielo, impedendo ai raggi del sole di illuminare Godric's Hollow. Lily era pigramente seduta sul divano del suo salotto, con la testa poggiata sulla spalla di James. Stavano osservando il loro piccolo Harry, che si divertiva guardando degli sbuffi di vapore colorati. Aveva gli occhioni sorridenti puntati su quei colori e agitava le manine, tutto contento, aspettando che James creasse un'altra nuvoletta. La rossa ammirava la scena, avida di quell'amore che solo suo marito e suo figlio le donavano.

Poi era successo l'impensabile.

Uno schianto secco segnava che l'incanto Fidelius era stato infranto. La paura la travolse, come un'onda. Posò gli occhi allarmati su quelli di Ramoso, che era già in piedi. Lui le lanciò un'occhiata lunga e disperata. Non aveva la bacchetta. Avevano abbassato troppo la guardia. Ma era tardi, ormai, per questi rimorsi.

-Prendi Harry e va' di sopra, Lily!- ordinò, con un sussurro.

-Cos..cosa?- lei tremava.

Ramoso le rivolse uno sguardo dolce e carico di emozione, ma che non ammetteva obiezioni. Per un attimo fu invasa dal desiderio egoistico di restare lì, con lui. Poi sentì il lamento di Harry. Il piccolo aveva gli occhi preoccupati e li spostava dal papà alla mamma. Fu allora che la sorpresa venne sostituì dalla consapevolezza. Peter li aveva traditi, tutto qui. Un pensiero coinciso in poche, dolorose parole. Codaliscia, il loro amico di malandrinate, il ragazzo sorridente che aveva sempre una buona parola per tutti, li aveva venduti a Voldemort.

James sentì qualcosa rompersi dentro di lui. Il suo cuore si fece piccolo e freddo. Tutto sembrava così dannatamente assurdo. Vide Lily, la sua Lily, piangere, prendere Harry e correre verso le scale. Ramoso pensava ai maladrini. Pensava a Sirius, sempre sorridente e con la battuta pronta. Poi i suoi pensieri sfiorarono Remus, il furbo e cauto Lunastorta. Ricordò anche Codaliscia. I suoi occhietti acquosi e quel coraggio che lo aveva abbandonato negli anni. Si sforzò, ma non riusciva a provare rabbia o odio. Solamente delusione e senso di colpa. Sì, senso di colpa. Perché se magari lo avessero reso più coraggioso..più forte..più partecipe..magari..non sarebbe diventato un traditore. Sperò ardentemente che Peter non li avesse venduti senza rimorsi. Sperò che nel suo cuore, anche solo in una piccola parte, ci fosse ancora il sorridente Codaliscia. E così, lo perdonò. Spostò gli occhi sulla donna ferma nelle scale. Affondò in quei pozzi verdi che non avevano mai perso la loro brillantezza, negli anni. Tentò di memorizzare i suoi lineamenti. Rivolse lo sguardo al bambino, stretto tra le sue braccia, innocente e ignaro. Desiderò con tutte le sue forze che quei due sopravvivessero. Pregò che Sirius, Remus, perfino Severus Piton, si prendessero cura delle due parti del suo cuore. Poi sibilò, trattenendo le lacrime.

-Evans..-

Una parola. Una dannatissima parola, ricca di ricordi. Lei capì quanto amore ci fosse racchiuso. E allora rispose, esattamente nel modo in cui James si aspettava.

-Potter..- disse.

Ci fu un ultimo sguardo, profondo e distrutto dalle lacrime. Poi Lily si voltò e salì le scale.

La porta si spalancò e un uomo incappucciato entrò. Aveva il viso pallido e deturpato, gli occhi rossi inespressivi. James sorrise, un'ultima volta. Stava per morire, lo sapeva benissimo. Eppure era felice di aver rispettato quella promessa fatta anni prima: proteggere la donna che amava. Il sorriso di Ramoso si trasformò in un ghigno malandrino. Voldemort alzò la bacchetta e proclamò la maledizione senza perdono.

-Avada Kedavra!-

Il ghigno si congelò sulle sue labbra e nei suoi occhi rimase un grido silenzioso: Lily.

La donna sentì l'urlo proveniente dal piano di sotto e strinse i pugni, sentendo le lacrime grondarle dagli occhi. Anche Harry piangeva, nella culla, come se avesse capito realmente cosa fosse successo. James era morto. James. È. Morto. Quelle parole le strapparono il cuore, procurandole un dolore fisico. La mente cominciò a giocarle brutti scherzi. Ricordò una notte di Natale, di tanti anni prima, quando volava sulla scopa di Ramoso, sfiorando le stelle.

-Principessa, andiamo a conoscere il cielo.- Ricordò un pomeriggio innevato e il loro primo bacio ad Hogsmade. Il vischio. Pensò a quanto avesse odiato e amato i malandrini. E il suo così dannatamente perfetto James. Fu allora che decise. Lei sarebbe morta. Per Harry. Lui avrebbe avuto una vita. Doveva. Avrebbe vissuto con Sirius che gli raccontava come fossero la sua mamma e il suo papà. Si abbassò e puntò gli occhi in quelli del bambino, così simili ai suoi.

-Harry sii prudente- sussurrò -Mamma ti vuole bene. Papà ti vuole bene- singhiozzò, ma proseguì -Oh Harry, sii forte. Sii coraggioso!-

Lui piangeva, confuso. Sentì il cuore accelerare i battiti, come se sentisse che da un momento all'altro avrebbe smesso di compiere il suo dovere. Poi vide un uomo. Una mano bianca stretta alla bacchetta.

-Spostati, stupida..-

Ma lei non lo fece. Si alzò e allargò la braccia, facendo da scudo al bambino.

-No, lui no!-

Eccola qui, la Evans coraggiosa.
Oh James.
James.
Potter dove sei?
-Spostati!-

Freddo. Ecco cosa sentiva. Maledetto freddo. Esalò l'ultimo respiro. Aprì gli occhi.

-Prendi me. No, Harry no. Prendi me piuttosto!-

L'Oscuro Signore pronunciò l'incantesimo. Lily chiuse gli occhi, concentrandosi sul disperato tentativo di formare un'immagine nella sua mente. Ed eccola lì. I capelli neri, gli occhi nocciola. Le labbra piene incurvate in un sorriso. Ma non un sorriso qualsiasi. Un ghigno. Era un ghigno da Malandrino.

-Avada Kedavra!-

Until The End Of TimeWo Geschichten leben. Entdecke jetzt