PARTE 10

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Un tonfo e tanto trambusto risvegliarono Julie da tutti i suoi pensieri e i suoi ricordi.
Camminò a passo svelto verso il salotto, preoccupata di quello che fosse appena successo.
Due figure a lei fin troppo familiari ma allo stesso tempo diverse.
Una donna: occhi marroni, capelli del medesimo colore, una tuta completamente nera ma c'era qualcosa a lei che non era familiare.
La donna, colei che era uguale a tutto e per tutto alla nostra protagonista, aveva un braccio in vibranio, più precisamente quello di sinistra.
Un braccio che la mora conosceva molto bene e che le faceva mancare ancora di più quello che aveva lasciato nella sua linea temporale.
L'altro uomo accanto a lei era decisamente Bucky ma, al posto del braccio in vibranio, ne aveva uno completamente normale.
Cos'era successo nell'incidente allora? E anzi, chi dei due era caduto giù dal treno?
-tu chi sei?- domandò l'altra Julie puntandole una pistola contro.
La nostra Julie alzó le mani in segno di difesa mentre giró lo sguardo verso B-15: a terra.
-ferma Julie- le ordinò Barnes mettendole un braccio davanti al corpo.
La Julie della nostra linea temporale guardava attentamente la scena per scrutare ogni movimento degli altri due. Erano lei e James. Ma se fossero stati cattivi? Infondo esistevano così tante varianti e tanti possibili universi, come poteva essere sicura di aver beccato quelli buoni?
-chi sei tu?-
-non ha importanza James, era con il nemico. È una di loro- lo interruppe bruscamente Julie ripuntando la pistola contro la sua quasi sosia.
-lasciala parlare- disse Bucky avvicinandosi con cautela all'altra variante.
Julie sentiva che il Bucky dell'altra linea temporale cercava di stabilire un contatto con lei a differenza dell'altra variante che, invece, avrebbe preferito spararle un colpo in testa in 0,2 secondi.
-sono Julie Schmidt, proprio come lei. Sono una variante qui- rispose cautamente la mora.
-dov'è il tuo Bucky?- domandò Barnes avvicinandosi ancora alla figura di lei.
-lui è rimasto dove mi hanno portata via- ammise lei abbassando lo sguardo.
-lui non era con te. Non è così?- chiese bruscamente l'altra Julie.
-esatto-
Gli sguardi dei tre continuavano a scambiarsi ininterrottamente, l'uno per capire quale sarebbe stata la mossa dell'altro.
-perchè ti hanno catturata?- domandò Julie posando la pistola nella cinta dei pantaloni.
-io e James non...non siamo mai stati destinati a stare insieme...noi siamo un errore-
-voi non siete un errore- sussultò Bucky appoggiando una mano sulla spalla di Julie, cercando di confortarla un po'.
Con la mano delicata, quella che il James della sua linea temporale aveva in vibranio, abbassò delicatamente la mano verso la pancia della Julie della nostra linea temporale.
La mano calda, cosa che non aveva mai sentito visto che il vibranio teneva la mano di Bucky sempre fresca. La mano destra la riscaldava sempre e la rassicurava ogni volta. L'altra le dava la freschezza e la aiutava quando aveva la febbre: lui le metteva la mano sulla sua pelle calda e lei si sentiva subito meglio.
Ciò che per lui era sempre stato un difetto che si sarebbe portato dietro per tutta la vita per lei, invece, era la cosa più bella che, insieme agli occhi color ghiaccio, la incantavano ogni volta che lo vedeva.
La mano di James scivolò lentamente verso la fine della maglia che poi afferrò con due dita e la alzó, fino ad arrivare prima del seno della donna.
Si abbassò lentamente sotto lo sguardo delle due Julie: una stupita e l'altra amorevole.
-sei incinta?- chiese incredula l'altra Julie avvicinandosi velocemente alla pancia dell'altra.
-ormai 7 mesi. Credo. Il tempo passa in modo strano qui dentro- ammise la donna mostrando un attimo di confusione negli occhi.
-come si chiama?- domandò James disegnando dei cerchi immaginari sulla pancia della donna.
Julie non sapeva del loro passato e di ciò che avevano fatto. Sapeva soltanto che anche loro erano stati comandati dal dottor Zola. Per quanto e come non lo sapeva ma sapeva che James voleva un figlio fin dai tempi in cui era più giovane. Voleva dimostrare di essere all'altezza e accudire un figlio secondo i principi con cui non era stato educato.
Capiva che il Bucky che ora stava davanti a lei aveva avuto un passato difficile, quello sguardo le diceva sempre molto.
-Michael Steven Barnes Schmidt- rispose lei.
Steven o come lo conosciamo meglio noi: Steve.
Il ragazzo che aveva aiutato entrambi, colui che li aveva uniti per la prima volta a casa di James, il ragazzo che li trattava come due figli e che avrebbe dato il mondo per loro. Il ragazzo altruista che purtroppo li aveva lasciati qualche anno prima per stare con la donna della sua vita.
Schmidt.
Il cognome di quel padre e di quella figlia che avevano avuto così tanti disguidi ma che poi avevano fatto pace.
Il cognome del padre e della madre.
I suoi genitori.
-ha un bellissimo nome- ammise Bucky alzandosi e abbassando lentamente la maglia di lei non togliendo mai lo sguardo dalla pancia ormai coperta.
Julie sorrise lievemente a quella reazione.
Bucky, anche se era di un'altra dimensione, era sempre lo stesso ragazzo coccolone e amorevole di sempre.
Ad interromperli, però, furono dei vociare e poi, Julie, si sentì prendere un polso.
Poteva opporsi si.
Ma non ora.
Non adesso che aveva trovato dei suoi simili.
Non ora che aveva ritrovato una figura amorevole: Bucky.

A un passo dalla felicità 2/ Bucky BarnesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora