PARTE 11

377 27 0
                                    

il rumore delle sirene. Rosso e blu. Le macchine della polizia. Lacrime. Rumori. Preoccupazione. Agenti. Sam. Sarah.
-Bucky andrà tutto bene devi solo prendere dei respiri profondi chiaro?-
La voce di Sam.
Volti sfocati. Panico.
-Amico non abbandonarmi ora-
Sam. Giramenti di testa. Altre voci sovrastanti.
-Fai dei respiri profondi con me intesi?-
Sarah. Sfocata.
Un respiro profondo. Lento.
-bravo, ora un altro-
Sarah.
Respiro profondo.
Vista più chiara.
-molto bene amico, molto bene- la voce cauta di Sam e l'aiuto della sorella fecero riprendere James, andato incontro al secondo attacco di panico in tutta quella nottata e in quel trambusto.
Le macchine della polizia ancora accostate davanti alla casa. Gli agenti che si confrontavano tra di loro e quelli che cercavano qualunque indizio all'interno della casa.
Era passata una lunga settimana e nessuno aveva ancora trovato nulla.
Ogni secondo che passava e che non portava a nulla, per James, era una grande sconfitta.
Una settimana di ricerche che non aveva ancora portato a nulla.
Bucky, seduto sui gradini della sua casa. Davanti a lui, accovacciati: Sam e Sarah.
-andrà tutto bene. Lei se la sa cavare alla grande- disse Wilson appoggiando una mano sulla spalla di James, ancora scombussolato dalla confusione che aveva avuto pochi minuti prima in testa.
-trovato qualcosa?- domandò di getto Barnes alzandosi di scatto, come se avesse percepito qualcosa.
Falso allarme.
-no Bucky. Stanno cercando di fare del loro meglio- ammise la Wilson mettendosi in piedi come suo fratello e James.
-non stanno facendo abbastanza magari- sbuffò lui alzandosi velocemente per andare verso i poliziotti ma Sam lo prese per il braccio, fermandolo prima che andasse dai poliziotti per lamentarsi e distraendoli solo dal loro lavoro.
-Sam lasciami-
-Bucky stanno facendo del loro meglio, non rimproverarli. Li ho sentiti discutere molte volte e anche loro ci tengono a questa missione. Lei non ha salvato solo te James, ha salvato tutti quanti e tutti quanti si vogliono sdebitare con lei-
Ci fu un silenzio assordante.
Forse Sam aveva sbagliato a dire quelle parole all'amico oppure gli aveva appena fatto aprire gli occhi. Non lo sapeva ma aveva bisogno che quello gli desse un segno.
-nessuno di loro la ama quanto me Sam e tu lo sai bene-
Con queste parole ben marcate e con allusioni a vari episodi del loro passato James se ne andò verso il bosco per stare un po' da solo, anche solo cinque minuti.
Si sedette con la schiena appoggiata ad un albero e lo sguardo posto verso il buio più totale. Questa volta non stava perdendo solo l'unica persona che era riuscito ad amare veramente ma anche ciò che il loro amore aveva creato. Michael. Sarebbe nato in due mesi e forse lui non sarebbe stato lì con lei durante il parto. Questa cosa lo fece rabbrividire. Lui voleva e doveva esserci in un momento così importante.
Il loro matrimonio poi...
Voleva trovare il momento perfetto, voleva invitarla a cena fuori e dirle tutto ciò che si era sempre tenuto dentro. Dirle di quanto l'amasse, di quanto lei fosse speciale e lo facesse impazzire ogni volta che apriva bocca, sorrideva o si preoccupava per lui.
Doveva farle quella proposta anni prima ma aveva paura che qualcosa andasse storto.
Se lei fosse stata lì con lui, ora, sarebbero stati abbracciati tra le coperte facendosi calore a vicenda, le avrebbe ricordato quanto fosse speciale per lui e avrebbero programmato insieme cosa avrebbero fatto in futuro, come facevano ogni notte.
Lei però non era lì e non sapeva dove fosse.
"Se l'Hydra é ancora dentro di me, ti prego, eliminami ogni ricordo" pensó mentre le lacrime gli stavano annebbiando la vista.
Soffriva ogni giorno di più quando pensava a lei perché lei non era lì e ancor peggio, non sapeva dove fosse.
Questa volta non ci sarebbero state seconde oppurtunitá, se questa volta fosse morta lo sarebbe stata per sempre.
-TOGLIMELA DALLA TESTA- pensó in crisi mettendosi le mani dai capelli.
Per quanto l'amasse e le volesse bene, ora, voleva eliminare ogni ricordo che la riguardasse perché faceva troppo male pensare a lei, a ciò che avevano passato, a tutto quanto. Lei era la ragione per cui anni prima non aveva ancora lasciato la Terra, lei era la ragione per cui aveva avuto sempre un sorriso sul volto, lei era la ragione per cui aveva intrapreso tutti quei percorsi psichiatrici per togliersi le cose dell'Hydra dalla testa, lei e solo lei era la ragione della sua vita.
Cercò di calmarsi prendendo respiri profondi e così finalmente il corpo si rilassò, togliendo l'idea che avesse ancora bisogno di quelle macchine da tortura per eliminare ogni ricordo ed essere un soldato perfetto.
Non era quello il momento di disperarsi, aveva bisogno di un piano e una persona a cui chiedere aiuto. Una persona che gli avrebbe dato sicuramente delle risposte.
Ne individuó due e si maledisse per non averci pensato prima.
Una persona non la vedeva da ormai più di quattro anni perciò non poteva sapere dove si trovasse mentre l'altra...aveva avuto diverse occasioni per incontrarla e sapeva esattamente dove fosse.
Non se lo fece ripetere due volte e, con gli sguardi ancora confusi degli agenti e dei due fratelli Wilson, salpò sulla moto e sfrecciò via.
Nessuno si mosse tranne Sam che con un movimento veloce aprì le sue ali da falco e lo iniziò a seguire dall'alto.
Non lo avrebbe lasciato da solo, soprattutto ora che la situazione si stava facendo molto più complicata

A un passo dalla felicità 2/ Bucky BarnesWhere stories live. Discover now