Capitolo 37- Reputazione

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Jimin si trovava all'interno dell'agenzia di Yoongi, ma non si stava dirigendo verso lo studio del ragazzo. O meglio l'avrebbe visto senz'altro poco dopo, ma si era concesso quei minuti di anticipo perché voleva assolutamente parlare con il CEO di quell'azienda.

Certo un volere che gli faceva attorcigliare lo stomaco. Per quel breve attimo Jimin avrebbe voluto che Yoongi fosse con lui, ma non poteva sia perché stava lavorando sia perché non avrebbe dovuto farsi vedere troppo in giro insieme. La regola per loro era sempre la stessa, rimanere nascosti.

Si fece coraggio decidendo di bussare alla porta dell'ufficio del CEO. Ormai non poteva tirarsi indietro era andato con l'intento di ricevere delle risposte e l'avrebbe avuto a costo di privarsi da solo di quell'opportunità che quell'uomo gli aveva dato.

Infondo i precedenti discorsi avuti con Seokjin e Jungkook, in primis quel lunedì pomeriggio e poi quel martedì, lo avevano portato a quella decisione, ovvero all'avere un confronto diretto con Bang Si-hyuk per sapere del perché lo volesse così tanto nella sua azienda. Poi in base alle sue risposte avrebbe deciso il da farsi.

-Avanti- sentì la voce gentile di quell'uomo.

Titubante apri la porta - Salve Signor Bang mi scuso se mi presento così senza avviso-.

Perché l'aveva fatto? Forse avrebbe dovuto prima chiedere il consenso alla segretaria dell'uomo magari era impegnato con altre questioni di lavoro. E se avesse sbagliato tutto presentandosi lì?

-Oh Jimin che bella sorpresa!- lo accolse però l'uomo - entra pure ho proprio cinque minuti di pausa-.

-Mi dispiace non volevo disturbare la sua pausa, posso tornare più tard...-.

-Ma no entra pure e siediti- lo invitò a prendere posto in una delle due poltrone davanti alla sua scrivania. Jimin chiuse la porta dietro di se e accettò l'invito dell'uomo.

-Come mai sei qui? Hai deciso di unirti a noi?- sorrise l'uomo.

-In verità...- si morse il labbro - Sono qui per chiederle alcune cose-.

Bang Si-hyuk rimase sorpreso a quelle parole, ma egualmente si lasciò ricadere sulla sua poltrona volendo apparire forse meno intimidatorio per il ragazzo.

-Dimmi pure Jimin-.

Il biondo si torturò le mani. Stavo sudando e aveva paura. O forse era la troppa paura che lo faceva sudare? Insomma era ansioso di ricevere delle risposte alle sue domande ma al contempo ne aveva paura. Se non rispecchiavano il suo volere? Cosa avrebbe fatto?

-Ecco...- ingoiò a vuoto - posso chiederle perché vuole proprio me nella sua agenzia? Ci sono tantissime altre persone che lo vorrebbero-.

-Perché tu non lo vuoi Jimin?-.

Il ragazzo si prese del tempo per rispondere. In realtà non sapeva più cosa voleva e per questo semplicemente alzò le spalle.

A quel gesto l'uomo sorrise teneramente.

-è normale sai- parlò allora- arrivati ad un certo punto di una carriera è normale che non si sappia più cosa si vuole. Guardati Jimin sei il primo del tuo corso di danza, hai un ottimo potenziale per diventare un cantante ed hai un buon seguito sui social dovuto al fatto di essere uno dei modelli della Kim. E' del tutto normale sentirsi spaesati a questo punto-.

-Ma io non lo sono mai stato- rispose il biondo - cioè ho sempre pensato che il ballo fosse la mia unica ragione di vita-.

-e chi lo dice che non sia ancora così?-.

-Tutti...- si ritrovò a sussurrare.

-Tutti chi?- Bang Si-hyuk era abbastanza vicino da sentire quel sussurro.

Ananke: The DestinyWhere stories live. Discover now