Addobbi

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L'avvicinarsi del Natale non aveva fatto altro che rendermi più triste del solito.
Io sono sempre stata, insieme a mio padre, una fan sfegatata del Natale.
Quest'anno il Natale per me è triste, deprimente e lo vivo con il sapore amaro della solitudine.
Molti hanno qualcuno che non c'è più, qualcuno a cui dedicare un pensiero, a volte una lacrima, altre volte un sorriso.
E ciascuno di noi sente che il Natale non è più lo stesso da quando quella persona "è andata via".
E così quel posto a tavola rimane vuoto, quel regalo che tanto avrebbe desiderato rimane solo un rimpianto, quella festosità tipica dei giorni natalizi sembra spegnersi al contrario di tutte quelle luci che tradizionalmente illuminano i nostri balconi.
Quando una persona cara che è anch'essa stata una parte della "tradizione" muore, la perdita è ingrandita. Diventa così difficile, spesso, farsi avvolgere dall'atmosfera festosa quando si vive nel dolore. Incontro la gente che si appresta a vivere le festività e tutti sembrano essere pervasi da un unico "sentire": la gioia. Mentre io sono pervasa da un senso immenso di malinconia.

Per questo Natale avevo un unico desiderio: concedermi tempo.
Mio padre era morto da poco, non potevo pensare che il dolore si dissolvesse in un nulla. Avevo bisogno di tempo per affrontare il lutto, concentrandomi su me stessa e, in caso di necessità, appoggiarmi ai miei cari.
In questo modo, col tempo, ripensando a mio padre, potró pensare alle gioie dei ricordi e non alla sofferenza dell'assenza.
Mi ero sempre concentrata su altro, prima su mia madre poi la terapia di mio fratello e poi il surf, non ho pensato ad affrontare il mio lutto.
È come se lo avessi chiuso a chiave in uno scatolone con la promessa che, presto o tardi, lo avrei riaperto.

Albert porta su un grosso pino e lo posiziona nella sala comune, non mi sarei aspettata un albero di Natale alla Surfrider anche perché saremmo tutti tornati a casa per le feste.

«Forza ragazzi, bisogna addobbare l'albero»
Sophie ci chiama tutti porgendo a ciascuno di noi degli scatoloni dentro ai quali c'erano gli addobbi più belli che io avessi mai visto.

Io insieme a Grace, Noah e Benjamin ci dedichiamo all'albero di Natale, Liam aveva preferito dedicarsi ad altro purché stesse lontano da me.
Avevo provato a parlare con lui, di certo non mi sentivo di dirgli di me e Daniel, sarebbe stato un suicidio.
Daniel era intento con gli altri istruttori a scegliere le nuove tavole da surf per noi atleti, per l'anno nuovo la Surfrider ci avrebbe dato dei kit di allenamento completamente nuovi.
Nessuno lo sapeva, ma avevo scelto personalmente la mi nuova tavola da surf, per questo Daniel nel guardarmi mi lancia un occhiolino.

«Allora Amanda, tornerai a Maui?» mi chiede Liam con mia assoluta sorpresa, erano giorni che non mi parlava.

«L'idea è quella...» rispondo mentre aggancio un angioletto sull'albero

«Sento che c'è un ma...»

«Giá...» il mio volto diventa viola dall'imbarazzo, non volevo parlarne con Liam

«Avanti Amanda, qual è il problema?»

«I biglietti aerei sono un po' costosi quindi non ho ancora ben chiaro come fare, tutto qui» era la prima volta che dicevo ad alta voce questa cosa, volavo tornare a casa più di qualsiasi altra cosa e se lo avessi detto a mio fratello e a mia madre avrebbero fatto di tutto per farmi tornare ma non volevo dare altri problemi.

Mi allungo su una sedia provando ad agganciare una pallina sulla parte alta dell'albero, senza riuscirvi, ovviamente.
Con un gesto rapido, e senza il mio permesso, Liam mi solleva facendomi appoggiare sulle sue spalle così da riuscire ad appendere la pallina. Rivolgo immediatamente lo sguardo verso Daniel, il quale era rimasto a fissarmi attraverso il muro di vetro che ci separava.
Lo vedo incrociare il mio sguardo per poi rivolgere il suo altrove. Liam mi lascia scivolare attraverso le sue braccia fino a tenermi stretta

Live Love SurfWhere stories live. Discover now