PROLOGO

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Non sono mai stata brava con le parole, ma giuro, mi piace scrivere. Vorrei tanto raccontare la mia storia, ovviamente se qualcuno è disposto a sentirla (o meglio, a
leggerla). Io sono una ragazza "come tante", che poi dire così mi fa apparire noiosa oppure abbastanza scema da credere di essere già grande; ma si mi sminuisco, lo faccio sempre, ma nessuno mi ha mai corretta. Questo penso sia un buon punto di partenza per iniziare un argomento: la mia autostima.
Si beh, non ho molta autostima, ma non lo faccio notare, non faccio che le persone mi mettano i piedi in testa,
mi reputo forte, per questo affronto tutto e tutti a testa alta. Sono la solita ragazza troppo bassa, troppo stupida, troppo noiosa, troppo monotona, troppo solitaria, troppo sbagliata per questo mondo. Non ci posso fare niente, non ho scelto io di nascere, e se avessi potuto decidere di certo non sarei qui ora a scrivere, a sentirmi una scrittrice e a raccontare la mia vita come fosse un casino senza fine.
Ecco come chiamerò questo libro, "Un casino senza fine". E non sarà un libro che parla di come superare i momenti brutti, o come aiutare gli adolescenti. Ma è un libro che parlerà di me, e di quanto faccia schifo essere me.
Ho 15 anni, ed ora sono coricata ai piedi del letto a scrivere giorno per giorno la mia vita. A rendere evidente che il mio "stare bene" equivale ad una sensazione di nausea continua che mi porta ad odiare la vita e tutto ciò che le sta attorno. Non ho ne il cancro ne nessun'altra malattia che mi abbia fatta cadere in depressione. Ma sono così, una semplice quindicenne che odia la vita e che vorrebbe scomparire il prima possibile.
Ho attorno solo persone che fanno finta di volermi bene, ma sembra che invece di farmi del bene facciano il contrario, si divertono per le mie sconfitte, e sono invidiose delle mie vittorie. Poi c'è la mia famiglia che si preoccupa così tanto ma tanto da non capire che il mio sorriso equivale ad un pianto. Si vorrei scoppiare a
piangere in qualsiasi momento della giornata.
Non sono depressa. Assolutamente no. Sono solo stanca di sentirmi dire che sono sbagliata e che faccio solo cose sbagliate.
Ecco questo è uno di quei mille momenti della giornata, dove ho gli occhi pieni di lacrime pronti a scoppiare. Ma non voglio, sono forte.

Un Casino Senza FineWhere stories live. Discover now