CAPITOLO 7

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"Non è fuori, è dentro. Non voglio vedere nessuno, né parlare con nessuno. Voglio solo silenzio"
-Mara Torres "La vita immaginaria"

Non so come spiegare il resto. Sembro un irresponsabile e immatura, che fa le cose senza preoccuparsi degli altri. Non è così.
Mi preoccupo più per gli altri, che per me stessa. Non voglio fare del male a nessuno, ma lascio vuoti nelle vite di tutti e poi pretendo di essere rimpiazzata o di riuscire a tappezzare tutti i vuoti. Ma sono una. Ed è impossibile.
Ma le cose impossibili mi attraggono.
Non voglio compassione, né pena, né delle persone che pensano di capirmi. Voglio solo essere ascoltata. Una cosa che non mi capita così spesso. Trovo sfogo nella musica, nel disegno e nello scrivere. Esprimo tutta me stessa e mi rilassa, come se oltre me non ci fosse più niente. Trovo spesso nel silenzio la mia ispirazione o la mia felicità. Non c'è niente di più bello del silenzio. Anche se inquietante, mi tranquillizza e mi rinchiude in una campana di vetro.
Il silenzio sprigiona sentimenti, quello più noto nel mio territorio è la mancanza.
La mancanza di persone, di aria, di affetto, di attenzioni, di serenità e di tranquillità.
Combatto da una vita intera con la mancanza di alcune persone, che susseguono alla mancanza di affetto e di attenzione, a sua volta di serenità e tranquillità che mi portano a non respirare e a sentirmi soffocare.
Ogni mattina sto una decina di minuti sola con le cuffie, a contemplare il paesaggio e scovare qualsiasi cosa nei minimi dettagli.
Ho notato che i fiori stanno fiorendo ed hanno dei colori vivaci, lilla e gialli, dalle mille sfumature. Alcuni devono ancora sbocciare, altri sono già fioriti.
Trovo sempre più cicche di sigarette e tappi di birre, stappate nelle sere precedenti, sicuramente da ragazzi che il sabato sera si divertono ad ubriacarsi.
In quel posto c'è una cosa che mi attrae più di tutte, il cielo. Quel cielo che è sempre sgombro di nuvole che cambiano sfumature ogni ora che passa, dall arancione al rosa.
Quelle nuvole farebbero innamorare chiunque.
Abbassando lo sguardo si nota la ferrovia, che mi ricorda spesso che vorrei partire e andarmene via di qui. In un posto lontano da tutto e da tutti, come direbbe Margo Roth Spiegelman in Città di Carta, questa è una città di carta. Ma nessuno si accorge della bellezza solitaria di questo posto.
Oggi, differentemente dagli altri giorni, mi sembra che tutto mi sorrida. Forse sarà perché manca solo una settimana al mio compleanno. Non sono molto felice di questo, ogni anno è monotono e triste.
Vorrei riuscire a realizzare i miei sogni.
Ma mi sento impotente e piccola, una piccola formica tra mille.
Sono una di quelle ragazze che si immagina di essere una persona importante nella vita, vorrei tanto essere ricordata nei libri o nella memoria di molti. Non per essere un'attrice o una cantante, ma perché vorrei fare qualcosa di veramente significativo per questo pianeta.
Ho un po' troppi sogni nella vita, ma alcuni spero di realizzarli. Come ad esempio, fare la logopedista oppure la missionaria.
Adoro aiutare il prossimo, ma non c'è soddisfazione più grande di aiutare un bambino. Il loro sorriso illuminerebbe pure il più cupo d'animo.
Se dovessi mai spiegare un sorriso ad un cieco direi che è caldo, ti fa sentire a casa, è la frase più bella nella tua canzone preferita, è sentirsi pieni d'amore dentro.
E non c'è cosa migliore di un sorriso vero, che ti illumina la giornata.
Vorrei anche trasferirmi in un posto dove non mi conosce nessuno e ricominciare la mia vita da zero, come fossi rinata.
Vorrei finire gli studi e rendere orgoglioso mio padre, che aspetta questo momento.
Vorrei adottare più di un bambino e avere una famiglia felice.
Tante aspettative che vorrei tanto realizzare e sono convinta di riuscirci.
Una frase che mi sta motivando ultimamente è "Se vuoi, puoi. Se puoi, devi".
Mi manda avanti ogni giorno. E se devo farlo, beh farò tutto quello che ritengo necessario.

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