Capitolo VII- La paura del futuro e la nostalgia del passato

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L'essere umano mostra una curiosa tendenza nel pensare a qualunque cosa tranne la sua condizione attuale, molte persone sono spesso ansiose perché riflettono troppo sul futuro o nostalgiche perché pensano troppo al passato. Entrambi gli approcci sono estremamente sbagliati, il presente, che è l'unica cosa di cui abbiamo controllo, viene messo da parte come fosse un qualcosa di scontato, no è così, anzi, in realtà è l'unica cosa di cui possiamo affermare l'esistenza in quanto lo viviamo.

Il passato ed il futuro non esistono, esiste solo lo stesso giorno che si ripete all'infinito. Il futuro è solamente un presente nel quale le vecchie preoccupazioni hanno fatto spazio a nuove preoccupazioni ed il vecchio dolore è diventato nuovo dolore. Perdere tempo a rimurginare su qualcosa è da stolti, significa sprecare l'occasione di vivere e godere delle soddisfazioni del "qui ed ora". Dunque qual è la motivazione per la quale gli esseri umani si comportano da stolti?

Esistono 2 motivazioni alle quali posso proporre la stessa soluzione.

Le motivazioni sono: Insoddifazione della propria condizione attuale ed ansia per la situazione futura.

La soluzione è molto semplice; accettare il proprio destino ed il fatto che (al contrario di come la società ci impone di pensare) questo NON sia nelle nostre mani. La convinzione e la presunzione di poter prevedere il futuro è frutto di false speranze e motivazioni infondate, gli esseri umani sono deboli, fragili e soprattutto possiedono una conoscenza limitata del mondo a cui appartengono, tutto potrebbe finire da un momento all'altro, eppure si continuano a porre limitazioni alla propria felicità.

Con questo non sto dicendo che sognare, fare pianificazioni a lungo termine o avere desideri sia completamente sbagliato, ma voglio semplicemente far capire come diventare una persona forte, indipendente e soprattutto matura intellettualmente. Questa condizione si raggiunge accettando il fatto che i sogni potrebbero non realizzarsi, che le disgrazie e le sfortune arriveranno ma anche che la fortuna potrebbe bussare alla porta da un momento all' altro, semplicemente non lo si può sapere, dunque bisogna smettere di preoccuparsi del futuro e pensare solamente a migliorare il proprio presente ed accettare il fatto che, in caso la situazione peggiorasse, staremo bene comunque in quanto non è colpa nostra se il destino ha deciso di giocare con noi, raggiungere uno stato di "indipendenza emotiva" dall'evolversi degli eventi significa elevarsi al di sopra del destino stesso e diventare un vero e super-uomo, il prototipo dell'umano perfetto secondo il Filosofo Friedrich Nietzsche.

Dunque, appreso che il futuro non è nelle nostre mani, dovremmo smetterla di riportare alla mente il passato, anche quest'ultimo non esiste, o meglio, è esistito, ma ora non più, praticamente è una realtà non molto lontana dal concetto di "morte" in quanto a livello esistenziale tutto quello che è stato fatto adesso non ce più, dunque vogliamo veramente lasciare che un qualcosa che non esiste abbia potere su di noi? Piuttosto si può guardare al passato come un'occasione di imparare dai propri errori e crescere, ma attaccarsi troppo a situazioni precedenti non ha nessuna valenza positiva. Vivere nel presente significa essere completamente immersi e concentrati in quello che si fa, dunque se ognuno di noi riuscisse a capire cosa realmente ci piace e ci dona gioia e ci immergessimo completamente nell'attività in questione non avremmo modo di pensare al passato o al futuro, la chiave è la conoscenza di se stessi. La vita andrà sempre avanti, costantemente, provare a riportarla indietro non funzionerà e neanche cercare di accelerarla darà risultati, bisogna semplicemente VIVERLA.

LA PAURA COME VELENO PER IL MONDOWhere stories live. Discover now