Capitolo cinquantasette.

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Io e Nash tornammo a casa dopo qualche ora, non smettevano di festeggiare. Ci siamo divertiti tanto, devo ammettere, erano tutti elettrizzati.
"Nash vado subito a dormire, buonanotte", dissi salendo le scale.
"Notte", rispose mentre stava andando in camera sua.

Io entrai nella mia e indossai subito il pigiama, mi struccai e mi misi velocemente a letto.
Presi il telefono e vidi che avevo un messaggio da parte di Cameron.

'Mi sono divertito tanto, oggi. Grazie che sei venuta alla partita, vale molto per me. Domani devo parlarti di una cosa. Ti amo' 

Sorrisi leggendo quel messaggio.

'Stai scherzando? Non potevo perdermela! Mi sono divertita anche io, davvero. A domani, ti amo anche io'

Chissà di cosa voleva parlarmi, aspetterò. Subito dopo mi arrivò un messaggio da parte di Jade.

'Ali, domani andiamo a ritirare i vestiti per il ballo? Manca poco!'

Merda, il ballo, me l'ero quasi dimenticato. Sarà lo stesso giorno del diploma, la sera.

'Certo, per che ora?'

Mi rispose subito.

'Dopo scuola? Che ne dici?'
'Certo, va bene. A domani'
'Certo, notte Ali. Ah, domani passami a prendere tu'

Quando Jade si comprerà una macchina, nevicherà in agosto. Spensi il telefono e lo poggiai sul comodino vicino a me, cadendo subito in un sonno profondo.

***

"Ci vediamo a ricreazione allora", mi disse Jade.
"Si, a dopo", risposi camminando verso la mia classe, mentre Jade entrò nella sua.

Raggiunsi il mio armadietto e presi il libro e il quaderno di matematica e quando lo richiusi, mi ritrovai Cameron vicino.
"Dio, Cam, mi fai prendere gli infarti", dissi.

Cameron si posizionò davanti a me e mi baciò, facendomi appoggiare agli armadietti.
"E questo?" chiesi.
"Era per darti il buongiorno", rispose sorridendo.
"Dovresti farlo più spesso", risi.
"Lo farò", disse facendomi l'occhiolino.
"Rimarrei qui con te per ore, ma purtroppo ho matematica e quello è matto, meglio che vada. Possiamo parlare più tardi, va bene?" risposi velocemente.
"Va bene, a dopo", disse lui dandomi un bacio veloce.

Corsi immediatamente nella mia classe, prendendo posto e purtroppo, iniziò la lezione.

***

Le sei ore di lezione finirono presto, per fortuna, quindi presi tutta la mia roba e mi avviai verso il parcheggio. Raggiunsi la mia auto e aspettai Jade, che come al solito non era mai puntuale.

Notai Cameron che aveva raggiunto la sua di auto, tenendo lo sguardo incatenato allo schermo del suo cellulare nero. "Cam!" dissi, facendolo voltare verso di me, lo raggiunsi e gli diedi un veloce abbraccio.
"Ehi piccola. Come va?" rispose, sorridendo.
"Sto aspettando Jade. Comunque, riguardo il messaggio di ieri..."
"Ci vediamo al nostro posto verso le cinque, va bene?" mi interruppe, notando che Matt e i Jacks si stavano avvicinando.
"Oh, si va bene. A dopo", conclusi tornando alla mia macchina.

Cameron si caricò i tre ragazzi e se ne andò e finalmente arrivò Jade.
"Sempre puntuale tu eh", scherzai salendo in macchina.
"Scusami, stavo sistemando i libri nell'armadietto", si giustificò allacciandosi la cintura.

Misi in moto la macchina e mi avviai al negozio, sotto indicazioni di Jade perché non ricordavo dove si trovasse. Arrivammo al negozio dopo vari minuti.

Entrammo e chiedemmo alla signora di mostrarceli. "Wow, li hanno rifiniti", notai.
"Già. Sono bellissimi", rispose Jade facendo un sorriso a 360 gradi.

Prendemmo i nostri vestiti e risalimmo in macchina. "Non vedo l'ora di indossarlo, o mio Dio", disse Jade entusiasta.

Quando si tratta di questo genere di cose Jade impazzisce. "Si anche io, devo ammettere. La palestra è tutta sistemata, si?" risposi.
"Certo, è ufficialmente finita", disse decisa.

Facemmo un giro in centro, tanto per perdere tempo. Qualche ora dopo riaccompagnai Jade a casa sua, così io sarei andata direttamente da Cameron e infatti una volta giunta al parco, era già lì, seduto sotto il nostro salice.

Scesi dalla macchina e lo raggiunsi. "Eccomi qua", dissi facendolo sobbalzare.
"Mi hai messo paura, stronzetta", rispose.

Mi tirò il braccio sinistro verso di lui e mi fece cadere a terra. "Imbranata", continuò e gli tirai un pugno sul petto.
"Scemo. Allora, di cosa volevi parlarmi? Sono curiosa!" dissi e lo sguardo di Cameron diventò serio.
"Avendo vinto la partita, ho ottenuto una borsa di studio. E come se non bastasse, il college a cui avevo fatto domanda mi ha accettato...", iniziò.
"Cosa? Ma è fantastico!" lo interruppi.
"Sì, ma io sono indeciso sul cosa fare. Nel senso, posso decidere di andare al college e studiare come tutti gli altri ragazzi, oppure continuare con i Magcon", spiegò guardandomi.
"Cam, è fantastico. Ma non posso mica decidere io, la decisione spetta a te. Tu cosa vuoi fare?" gli chiesi.
"Io voglio andare al college ed essere un ragazzo normale, ma voglio anche continuare a stare con i Magcon", rispose giocherellando con i fili d'erba.
"Fai la scelta che ritieni più giusta per te. Ma ti do un consiglio, i Magcon purtroppo, non dureranno per sempre, dal punto di vista del mondo della fama. Per quanto riguarda il mondo reale penso che non riuscireste a separarvi neanche volendo, siete troppo uniti e avete un rapporto molto solidale, ormai siete una famiglia ed è una cosa molto bella, ma se tu vuoi iniziare a pensare al tuo futuro allora fallo, va a quel college. Penso che anche qualcun altro di loro continuerà gli studi e chissà, magari un giorno vi riunirete per fare un altro tour", spiegai sperando di avergli trasmesso abbastanza sicurezza.

Non potevo di certo decidere io per lui, ma era una cosa che doveva capire da solo una scelta che solo lui poteva fare. "Già, lo so... deciderò. Devo pensarci bene", rispose sdraiandosi sul prato verde.
"Bene, fammi sapere. Qualsiasi cosa io sono qui e non vado da nessuna parte, lo sai", dissi e mi fissò, sorridendomi.

Appoggiai la testa sul suo petto. "Grazie, Ali", disse dopo qualche minuto di silenzio.

In quel posto, qualche volta, c'era molto silenzio, quasi assordante ed era molto piacevole.

Alzai lo sguardo. "Di cosa? Non devi ringraziarmi di niente", risposi ritornando alla posizione precedente.
"Di tutto, di tutto questo. Mi ascolti, mi dai consigli... è piacevole", spiegò accarezzandomi la testa e sorrisi a quelle parole.
"Sì, hai ragione, lo è. E sono contenta che in qualche modo possa aiutarti", risposi giocherellando con la sua maglietta.

Cameron sospirò. "Non so come farei senza di te"

Il migliore amico di mio fratello || Cameron Dallas.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora