Capitolo trentasette.

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"Riguardo a cosa?" chiesi, camminando avanti e indietro per la stanza.
"Non te lo dirò per telefono, ma tra qualche ora saremo lì e ne parleremo", rispose mia madre.
"E voi state venendo dalla California fino a qui solo per parlarmi?" chiesi di nuovo, torturandomi la collana che avevo al collo, la cosa sta diventando preoccupante.
"È una cosa importante, di famiglia. Ci sentiamo dopo", rispose attaccando subito dopo senza neanche lasciarmi rispondere.
"Che succede?" chiese Cameron.
"Non ti interessa saperlo, Cam. Sei l'ultima persona a cui ne parlerei", ammisi tornando in sala, notando che tutti se ne stavano andando.
"Wow, quanta acidità", rispose lui, scherzando. Mi girai e lo guardai male, facendogli capire che non era affatto divertente. Di cosa volevano parlare i miei genitori? Avrò l'ansia fino a quando non arriveranno.

"Dove vanno tutti?" domandai a Nash.
"Ehm... beh..." cercò di rispondere, era ovvio che mi nascondeva qualcosa. Poco dopo entrò Jade che si posizionò accanto a mio fratello, iniziando anche lei a fissare sia me che Cam.
"Okay, la cosa sta diventando abbastanza inquietante. Adesso mi spiegate cosa state tramando voi due", parlai.

Jade e Nash si scambiarono un'occhiata e alternavano lo sguardo tra me e Cameron. In men che non si dica mi ritrovai sulle spalle di Nash che saliva le scale, buttando me e Cameron nella mia camera.

Entrarono velocemente anche loro e chiusero la porta a chiave. "Devo chiamare la polizia?" dissi, preoccupata. 
"Voi due avete qualcosa che non va", intervenne Cameron. 
"Wow, incredibile. Almeno su una cosa siamo d'accordo", dissi facendo un sorriso beffardo ricambiato da una smorfia di Cameron.
"È per questo che siamo qui", ribatté Nash sedendosi a terra vicino a Jade.
"Continuo a non capire e voi due siete ancora più inquietanti", ammisi.
"Dovete risolvere la cosa, forza", rispose Jade.
"Cosa?! Non c'è nulla da risolvere!" dissi.
"C'è molto da risolvere. Per sicurezza ho portato i pop corn, non si sa mai", scherzò Nash tirando fuori veramente i pop corn.

Incredibile. "Nash quando saremo fuori di qui prenderò un coltello e ti ucciderò", minacciai.
"Si certo", rispose lui "continuate".

Alzai gli occhi al cielo. "Cam, io non posso perdonarti. E tu non puoi fare come ti pare, che mi prendi e mi baci quando vuoi. Non sono un burattino", spiegai.
"Senti, non ho mai detto questo, chiaro? E lo so che ho sbagliato, non ero in me quella sera. Sono stato male tanto quanto te", rispose alzando la voce.
"Non è una giustificazione, Cameron! Proprio per niente. Ed io non so come farò a dimenticare questa cosa", sputai sedendomi a terra.

Cameron mi guardò incredulo, abbassando lo sguardo. "Okay, facciamo un gioco: obbligo o verità", disse all'improvviso Nash.
"Ma che...", risposi essendo però interrotta da Jade.
"Silenzio. Alison inizia", intervenne lei.
"Scusate io non ho voce in capitolo su questa cosa?" domandai.
"No!" risposero all'unìsono Nash e Jade.

Scossi la testa, questi due li ucciderò per davvero. "Alison, obbligo o verità?" chiese Nash.
"Mh... obbligo?" risposi.
"Bacia Cameron", ribatté subito Nash.
"Ho cambiato idea, verità"
"Ami ancora Cameron?" 
"Certo, e lo sapete anche voi", risposi decisa.
"E allora perché non mi perdoni?" intervenne Cameron.
"Lo sai benissimo", dissi guardando Nash e Jade, che erano col telefono.
"Bene, tocca a Nash: obbligo o verità?" domandai.
"Obbligo", rispose deciso.
"Bene...Ti obbligo a buttarti dalla finestra!" urlai.
"No no no, verità!" disse subito, difendendosi.
"Per caso ci hai scattato foto in questi... 57 minuti?" gli chiesi, consapevole di non essermi immaginata diversi 'click'.
"Nah, certo che no, era Jade l'addetta alle foto, io ho fatto i video", rispose tranquillamente.
"Che cosa?!" sbraitò Cameron "Bene, ti obbligo a cancellarlo"
"Non è il tuo turno tesoro" rispose Nash, facendogli l'occhiolino.

In questo momento li odio, tutti e tre.

***

"Allora non verrò, se è questo il problema!" urlai contro Cameron.

Sono passate minimo due ore ed eravamo ancora tutti chiusi nella mia stanza. Se volevo andare in bagno, che si trova a due centimetri da me, non potevo andarci da sola, sennò pensavano che uscissi dalla finestra.
"Non è un problema, ovvio. Non staremo in stanza insieme!" rispose Cam, ovviamente arrabbiato.
"D'accordo. Tu Alison verrai per forza a Rio, ormai è deciso. Non potete cambiare le stanze, perché saranno giuste!" spiegò Nash.

"Starò in stanza con Jade allora", dissi cercando l'appoggio della mia amica.
"No, io voglio stare in stanza con Nash!" esclamò. Grazie, cara mia amica Jade.
"E di sicuro Bethany e Mary vorranno stare con Carter e Matthew, perciò..."
"Okay, sentite, ne ho abbastanza. Aprite questa porta e fatemi uscire da qui", sbottò Cameron.
"Non abbiamo ancora finito..." cominciò Nash ma venne interrotto da Cameron, che lo sbatte al muro prendendolo per la maglietta. Cameron si pentì subito dopo, lasciando la presa.
"Fammi uscire subito", ordinò e lo accontentarono.
"Stai bene?" chiesi a Nash, che si massaggiò il collo.
"Si, tranquilla"
"Avete fatto una cavolata chiudendoci così. All'inizio può essere divertente, ma poi la situazione tra noi è peggiorata. Quindi grazie, ragazzi", conclusi e scesi di sotto.

Proprio mentre scendevo le scale, suonarono il campanello. Ecco, i miei genitori. Guardai dove fosse Cameron, era sullo sgabello in cucina, arrabbiato.

Non me ne curai molto. Corsi alla porta ed aprii, abbracciandoli. "Non abbiamo molto tempo, abbiamo il volo di ritorno tra un'ora e mezza", disse velocemente mio padre sedendosi sul divano.
"Bene, di cosa volete parlare?" domandai, impaziente. L'ansia mi stava mangiando viva.
"Cameron e Jade, potete andare cortesemente di sopra? Ci vorranno un paio di minuti", disse mia madre e Cam e Jade annuirono comprensivi ed andarono di sopra.

Ci sedemmo tutti sul divano e mio padre prese parola. "Allora, sarò molto breve: Alison, la scuola ci ha avvertito delle tue assenze e dei tuoi recenti voti e questa cosa non va affatto bene. Sei all'ultimo anno, tra poco andrai al college e ti servono i crediti, quindi o ti metti sotto con lo studio, o io e tua madre prenderemo seri provvedimenti", spiegò mio padre.
"Lo so papà, mi dispiace, davvero. Ho avuto la testa altrove ultimamente", risposi torturandomi le mani.
"Noi ti abbiamo mandato qui per farti rivedere tuo fratello, che non vedevi da tanto tempo e per farti una nuova vita, degli amici..."
"Ed è andata così! Ho degli amici straordinari, di cui ormai non posso fare a meno", risposi subito.
"Si ma non che tu salti la scuola con loro per andare in giro!" mi interruppe mia madre.
"Senti mamma, ho capito dove vuoi arrivare. Dillo e facciamola finita", dissi portandomi le braccia al petto.

I miei genitori si scambiarono uno sguardo. "Vogliamo che tu venga via con noi, Alison. Non possiamo permettere che tu faccia altri passi falsi"

Il migliore amico di mio fratello || Cameron Dallas.Hikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin