Capitolo trentaquattro.

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Il mattino dopo mi svegliai con un mal di testa atroce. Notai Cameron che dormiva, che dolce che era. Gli accarezzai la guancia, sperando di non svegliarlo.
"Ehi", sussurrò aprendo lentamente gli occhi, come non detto.
"Scusa, non volevo svegliarti", risposi sorridendo.
"Tranquilla. Come stai?" domandò, appoggiandosi allo schienale del letto.
"Male, ho i postumi della sbornia. Tu?" 
"I peggiori! Io sto bene, non ho esagerato come te", ribatté. 
"Scusa, mi sono lasciata prendere la mano. Comunque grazie per avermi portata a casa e per essere rimasto con me"
"E di che? È il minimo, non potevo mica lasciarti lì per terra! E sono rimasto solo per controllarti"
"Solo per questo?" chiesi, facendo la finta offesa.
"Mh... si", rispose ridendo "dai scherzo", cambiò idea dandomi un bacio sulla guancia. Si alzò dal letto, si mise una maglietta e scese di sotto.

Quel giorno non saremmo andati a scuola in quanto era sabato, il che significa che potevo rimettermi a dormire ed organizzarmi la giornata, giusto per non rimanere senza far niente tutto il tempo.

Mi rimisi sotto le coperte, cercando di riaddormentarmi. "Sveglia bella bionda!" urlò mio fratello iniziando a saltare sul letto, accompagnato da Cameron e Tay. "Nash, Taylor e Cameron, scendete dal mio letto o vi giuro che tra tre secondi vi butto giù dal letto!" risposi, cercando di rimanere il più seria possibile.

I ragazzi scesero subito, ma Nash si sdraiò accanto a me. "Allora, che programmi abbiamo questa sera?" domandò quest'ultimo.
"Dicono che ci sarà una festa a scuola", rispose Cam.
"Cosa? A scuola? Un'altra festa?! Devo ancora riprendermi io!" ribattei.
"Sì, la festa per quelli dell'ultimo anno. Beh vorrà dire che non berrai, perché io voglio andarci", continuò Cam.
"Ci saranno un sacco di ragazze fighe, lì, ne sono sicuro!" disse Taylor, strofinandosi le mani.
"Dai Ali vieni pure tu, ci divertiremo, come sempre", mi fece l'occhiolino Nash.
"D'accordo! Che rompi scatole che siete", risposi.
"Beh grazie, facciamo del nostro meglio" rispose Tay ridendo, seguito da noi.

Non avevo proprio voglia di andare a quella festa, ma dopo che Taylor se n'è uscito con quella frase riguardo alle ragazze mi sono allarmata, così ci sarei andata solamente per controllare Cameron. Non che io non mi fida, non mi fido delle ragazze.
Senza pensarci troppo secisi di scendere di sotto per bere tanta acqua, dicono che sia uno dei rimedi per farsi passare la sbornia.

Non mangiai niente perché non potevo farcela, al solo pensiero mi sentivo male.
"Io raggiungo Aaron e Matt che al momento sono con Bart, ci vediamo dopo. Poi vi faccio sapere se gli altri vogliono venire", disse Taylor.
"Con Bart? Va bene bro, fammi sapere cosa vi dice Bart", rispose Nash e Tay si congedò.

Eravamo rimasti solo io, Cam e  Nash, un po' di pace. Decisi di chiamare Jade per invitarla a casa, lei accettò e in una ventina di minuti era da me.
Nell'attesa i due bambini si piazzarono subito davanti alla televisione per giocare ai videogiochi.
"Bene, io mi dissocio. Vado a farmi una doccia", annunciai senza ricevere ovviamente risposta e salii le scale, con la bottiglia d'acqua ancora mezza piena in mano.

Entrai nel mio bagno, mi spogliai ed entrai nella doccia, ad un tratto sentii bussare. "Cristo santo Cam, sai starmi lontano almeno per qualche minuto?" domandai, ridendo e Cameron entrò, così mi affacciai per vedere cosa voleva.
"Che cosa stai facendo qui?" chiesi di nuovo.
"Devo farmi la doccia anche io! E poi Nash sta con Jade, stavo facendo la candela", rispose iniziando a spogliarsi.
"O mio Dio, e vai all'altro bagno! Oppure aspetti!" ribattei, agitandomi, ma era come se non mi avesse ascoltato e quindi entrò lo stesso.

Cercavo di non guardarlo, ma niente da fare. "Tranquilla", sussurrò sulle mie labbra, baciandole subito dopo.

L'acqua calda scorreva lentamente sulla nostra pelle. Ridevamo e scherzavamo, come sempre.
Quando finii mi avvolsi nel mio grande asciugamano e Cameron fece lo stesso.

Mi misi davanti allo specchio pettinandomi i capelli, cercando di non fare caso a Cam che era esattamente dietro di me. Cominciò a baciarmi la spalla sinistra, salendo fino al collo, provocandomi una scia di brividi. "Sei bellissima", sussurrò tra un bacio e l'altro.

Chiusi gli occhi per qualche secondo, che effetto mi fai Cameron Dallas. Mi girai verso di lui e annullai completamente la distanza tra noi.
Non era un bacio dolce, ma era uno di quelli che si danno con foga. Senza mai staccarci mi portò fino al letto, lasciando che le mie mani vagassero nei suoi capelli e le sue sulla mia schiena. 
E in men che non si dica ci togliamo l'uno l'asciugamano dell'altro.

***

"Cameron sei un cretino", dissi fissando il soffitto.
"E per quale motivo?" rispose ridendo, era sdraiato accanto a me e stava giocherellando con una ciocca dei miei capelli.
"Non è divertente, sei un cretino. Tu non puoi fare così"
"Fare così cosa?" domandò.
"Non puoi portarmi a letto quando ti pare! Da oggi in poi ti dico di no", risposi incrociando le braccia.
"Certo, perché non ti è piaciuto, vero? Sai anche che sono molto ma molto bravo in questo campo, devi ammetterlo bionda", ammise con voce sensuale e gli tirai un cuscino in faccia, indossai la maglietta di Cameron e andai davanti allo specchio.

Avevo il tipico aspetto da post-film horror, ovvero i capelli andavano dove volevano. Scesi di sotto per bere e vidi Jade a cavalcioni su Nash sopra al divano, aiuto.
"Qualsiasi cosa stiate facendo dovete interromperla subito prima che io vomiti seduta stante, grazie mille. Sto per riaprire gli occhi", dissi con gli occhi serrati e appena li riaprii Jade si trovava dall'altra parte del divano.
Ringraziai il cielo a mente e aprii il frigo, bevendo ancora acqua.
"Tu invece cosa stavi facendo?" chiese Jade con un sorriso malizioso.
"Eh? Io? Ero di sopra... a studiare", risposi indecisa, mentre bevevo. Alla faccia che volevo organizzarmi la giornata.

Nash si girò per guardarmi e si alzò, avanzando verso di me e mi guardò dalla testa ai piedi.
"Non ha studiato, si vede lontano un chilometro", disse tranquillamente facendo ridere Jade.
"Oh beh, risparmia le energie per stasera che abbiamo la festa", aggiunse lei, che mi fece sbuffare.

Comincio ad odiare le feste. "Io non verrò mai a quella festa", dissi decisa.

***

"È incredibile, sono venuta a questa festa", dissi inarcando le sopracciglia. Avevo ancora il mal di testa ed io sono ad un'altra festa? I ragazzi si volatilizzarono, restando così con Bethany e Jade.
"Spero non facciano cazzate quei deficienti", prese parola Beth.
"Eh già, qui ci sono tante, troppe ragazze. Sono pericolose", notai.
"Dai, sono dei ragazzi fedeli, io mi fido di loro", confessò Jade ed aveva ragione, dovevamo fidarci al cento per cento.
"Dai su, adesso non pensiamoci. Divertiamoci perché questa sarà la nostra penultima festa di scuola", disse Jade trascinandoci in pista.

Ovviamente qualcosa ho bevuto, ma stavo bene, non ho esagerato. Io e le altre sembravamo delle malate, ma va bene così, ci facciamo riconoscere ovunque ormai. Continuavamo a ridere e a ballare, non pensavamo ad altro.

D'un tratto Jade si fermò, ed io con lei. "Jade? Che ti succede?" urlai, per farmi sentire ma non rispondeva. "Jade?" chiesi di nuovo, scuotendole la spalla.

Guardava qualcosa dietro le mie spalle. "Ricordi il discorso della fedeltà? Credo che dovremmo riparlarne", confessò girandomi dall'altra parte e non potevo credere ai miei occhi.

Cameron era avvinghiato ad una tipa e stavano ballando in modo non molto sobrio. Sentii una stretta allo stomaco e faceva male. Misi una mano davanti alla bocca e corsi via, in lacrime. Raggiunsi la macchina di Nash e mi accasciai a terra, appoggiandomici con la schiena.

"Oddio Alison, no, non qui. Ti porto a casa", disse Jade. Annuii e mi tirai su entrando in macchina di Nash, Jade aveva le chiavi.

Per tutto il viaggio non facevo altro che pensare alla scena che avevo appena visto, e piansi ancora di più. Non potevo crederci, non volevo crederci. Gli avevo dato una seconda e ultima possibilità.

Appena arrivate Jade mi portò fino in camera e mi fece sdraiare con lei. Piansi ancora, tra le sue braccia che mi consolavano. In quel momento odiavo Cameron, lo odiavo con tutto il mio cuore.

E non credo che stavolta possa perdonarlo facilmente.

Il migliore amico di mio fratello || Cameron Dallas.Where stories live. Discover now