Capitolo 20

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MARCO
Sono tutti andati, io faccio un passo indietro e lei chiude la porta, siamo soli, io e lei in questa casa, ci guardiamo un po' imbarazzati, lei mi sorride < vieni, ti faccio vedere la tua camera> annuisco e prima di salire le scale, prendo il mio borsone, dove dentro c'erano i vestiti  che mi avevano accompagnato in questi anni di reclusione.
Passiamo davanti la porta della sua camera e non posso fare a meno di guardare all'interno, la porta e accostata, ma avendo la luce spenta non riesco a vedere l'interno, ma in fondo a che serve, se tanto ho impresso nella mia mente ogni minimo dettaglio?
Ritorno alla realtà e lei apre la porta affianco alla sua camera, mi guarda e accenna un sorriso < questa era la camera di Daniele > annuisco e lei accende la luce, sembra un po' agitata e si dirige subito verso l'armadio, apre le varie ante e dopo aver aperto le ultime due, sorride < ecco queste sono libere, così intanto potrai sistemare i tuoi vestiti... domani ti libero anche le altre> mi avvicino e metto le mani sulle sue spalle, ci guardiamo < Greta grazie!> lei fa spallucce < hai bisogno di un armadio, ecco insomma i tuoi vestiti...> le sorrido < grazie per ciò che stai facendo per me, non è importante l'armadio o il resto.. io voglio ringraziarti, per anche se lo hai fatto per mio fratello e non per me, per aver comunque accettato questa cosa è per avermi fatto ragionare> lei sorride, sta per dire qualcosa ma il suo telefono suona, con la coda dell'occhio leggo il nome di chi la sta chiamando ed e Leo il suo principale, ero stato informato che si frequentano da un po' è una stretta al cuore, mi arriva rapida, quando vedo che la sta chiamando, lei non risponde, toglie la chiamata, ma ora mi guarda diversamente, sembra più distaccata, si allontana da me e raggiunge la porta, con la mano  mi indica la porta difronte a quella della mia stanza < lì c'è il bagno, dovremmo condividerlo, altrimenti c'è quello del piano di sotto, ma la doccia non funziona bene, dovrei farla riparare insomma...> annuisco
< non c'è problema per me condividerlo, mi dispiace per te ecco...> scuote la testa < nessun problema, ti lascio alle tue cose, io devo fare una chiamata vado giù, se ti serve qualcosa, chiedi pure senza problemi, ma ad ogni modo, fai come se fossi a casa tua...Se hai fame, sete, non devi chiedermi nulla ecco...> annuisco < grazie ancora per tutto Greta, ti auguro buonanotte > mi sorride < buonanotte > . Come aveva detto, scende al piano inferiore, ed io sono consapevole che sta chiamando lui.
Entro in bagno e subito mi butto sotto la doccia, una doccia calda, rilassante, come non facevo da anni, mi strofino forte la pelle, come a voler levare i segni e l'odore di quella cella, penso a lei, siamo nella stessa casa, condividiamo lo stesso bagno, la stessa cucina, ma non condividiamo altro, perché io ho fatto di tutto per allontanarla e nonostante, più di una volta lei mi aveva dimostrato di non credere nel mio rifiuto, alla fine lo aveva fatto, ed oggi oltre a vivere la sua vita come giusto che sia, ha deciso di condividerla con un uomo, che però non sono io.
Esco dalla doccia, mi guardò intorno e trovo solo un asciugamano rosa, sicuramente è il suo, ma non posso di certo uscire nudo, lo prendo e lo lego  in vita, esco dal bagno per raggiungere la mia camera è trovo lei davanti a me, con in meno alcuni asciugamani bianchi, mi guarda dalla testa hai piedi < io ti avevo portato questi > indicando gli asciugamani che ha in mano, io sorrido < nel bagno ho trovato solo questo è dal colore, dedico sia il tuo> lei sorride < si, mi dispiace, non ho controllato se c'erano altri asciugamani > le sorrido < tranquilla a me piace il rosa> mi guarda e sorride < ok, allora te lo presto, comunque questi li metto nel mobile sotto il lavandino> annuisco e raggiungo la mia camera, per asciugarmi e mettere qualcosa di comodo per dormire.

GRETA
Sono nella vecchia camera di Daniele, Marco la utilizzerà come sua camera, il solo essere da sola con lui in una camera, per di più con un letto, mi fa prendere il panico, guardo nell'armadio sperando che ci sia un po' di posto per le sue cose, lo trovo e mi sento più sollevata, lui si accorge forse, della mia agitazione e mi rassicura per quanto riguarda l'armadio e sopratutto, mi ringrazia per aver accettato di ospitarlo, facendo riferimento a ciò che io gli detto, ovvero che l'ho fatto per Adriano, ma la verità è che prima  di tutti, lo fatto per me stessa, perché avevo bisogno di vederlo e sentirlo e forse, questo era l'unico modo, non poteva scappare ora. Vorrei dirgli che l'ho fatto non solo per Adriano ma anche per lui, ma il mio telefono suona, cerco di non mostrare a lui lo schermo, sopratutto quando leggo Leo, istintivamente rifiuto la chiamata, non ero pronta per affrontare una conversazione con Leo, mentre Marco mi guarda, ma questo mi fa pensare che l'unico motivo per cui Leo mi chiama a quest'ora, è perché Marco mi ha spinto a rendere questo possibile, così mi allontano da lui, per evitare di fare qualche stupidaggine e con la mano, gli indicò la porta del bagno, ovviamente gli dico di non esitare nel chiedermi nulla e sopratutto, di sentirsi a casa sua, lo inforno di proposito che devo fare una telefonata, ma dal suo viso non noto nessun turbamento, a questo punto,  credo che forse gli anni passati, gli hanno fatto dimenticare ciò che avevamo provato, perché io ne ero o certa che quando mi ha detto di essersi innamorato di me, era vero.

Non lasciare la mia mano Donde viven las historias. Descúbrelo ahora