Capitolo 31

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MARCO
Adriano e Manu sono andati via, Greta e ancora sdraiata, ma priva ad alzarsi, io la guardo < devo andare in bagno > annuisco e l'aiuto ad alzarsi, si aggrappa a me < Marco mi fa male tutto..> la prendo in braccio < lo so, sono i nervi che si sono contratti e rilassati troppo velocemente, non preoccuparti, ok?> annuisce e la lascio nel bagno, sicuro non è il caso rimango dentro con lei, < io... sono qui fuori la porta ok?> annuisce < grazie> accenno un sorriso ed esco lasciando la porta socchiusa, povera la mia piccola, dopo la crisi di nervi e il collasso, e più che normale che ora sia tutta indolenzita.
Sento l'acqua e subito dopo la sento piangere, entro immediatamente e la trovo davanti lo specchio, che si accarezza la guancia, proprio come aveva fatto Daniele prima di morire, ci sono segni di sangue sulla sua guancia, glie li aveva lasciati lui, l'abbraccio da dietro per sorreggerla e per lasciarle comunque la possibilità di guardarsi allo specchio < va tutto bene..> scuote la testa < guarda, si è seccato non si toglie più > mi mostra che il sangue che ha sulle mani, sul viso e secco, non toglie passando un dito, annuisco e guardo le mie mani, che come le sue sono sporche < se ci metti un po' d'acqua si scioglie d si toglie, guarda> metto una mia mano sotto il getto dell'acqua e piano piano il sangue si scioglie e cola nel lavandino, lei piange < lo vuoi togliere?> scuote la testa < posso tenerlo ancora un po'?> annuisco
< si, tutto il tempo che vuoi > mi guarda < se tu vuoi togliertelo...> scuoto la testa < no, dopo lo togliamo insieme> annuisce, le sue gambe cedono leggermente ma io la sorreggo < Greta se mangi qualcosa ti posso dare un antidolorifico > mi guarda < non ci riesco io...> la faccio girare e la stringo forte a me < ti va almeno di provare? Fallo per me > annuisce, ed io le bacio la fronte, la prendo in braccio e la porto in cucina, la faccio sedere ed io apro il frigorifero cercando qualcosa di veloce da preparare, lei piange < io ero andata a fare la spesa...noi dovevamo cenare insieme...> mi avvicino subito a lei < lo so, lo so> singhiozza mentre si guarda intorno, ed è proprio disperata < Marco io non posso restare qui...tutto mi ricorda lui...portami via da qua, per favore> la guardo < chiamo Manu, vuoi a dare da lei?> scuote la testa < no, non voglio che i bambini mi vedano
così...> annuisco < ok, vuoi venire a casa mia? > lei rimane in silenzio, si guarda intorno e poi annuisce < ok, prendo le tue scarpe e un cambio ok?> annuisce di nuovo, salgo in camera sua e noto con piacere che non aveva cambiato la disposizione dei suoi vestiti, nel tempo trascorso qui da lei, spesso quando ritiravo i panni poi glie li facevo già trovare piegati nell'armadio.
Prendo un paio di mutandine, un reggiseno, i calzini una maglietta a una tuta, il suo caricabatterie con il suo telefono e metto tutto dentro una borsa, scendo e la trovo a fissare il vuoto, seduta esattamente come l'avevo lasciata < ehi eccomi> mi inchino e le metto le scarpe da ginnastica, prova a scendere, ma le gambe le si piegano < aspetta ti prendo io > metto la borsa con i suoi vestiti puliti a tracolla e poi mi volto verso di lei, la sollevo e subito stringe le sue gambe intorno hai miei fianchi e ripara il suo viso nell'incavo del mio collo.
Abbiamo appena superato la sua macchina e ci stiamo sempre più avvicinando al punto dove Daniele ha perso la vita, la stringo più forte e lei ricambia, come se avesse capito che ci stiamo avvicinando < chiudi gli occhi piccola mia, chiudili > lei annuisce e io allungò una po il passo per sbrigarmi a toglierla da quella visuale dove era stato disegnato con un gesso bianco, la sagoma di Daniele che finiva con la pozza di sangue.

GRETA
Devo andare in bagno, provo ad alzarmi ma sento dolore in ogni parte del corpo, anche se nulla era a confronto del dolore che sentivo al cuore, Marco mi porta in braccio e mi dice che è normale che sento questo dolore, mi lascia in bagno e lui esce,fortunatamente ha lasciato la porta accostata, faccio pipì, mi avvicino al lavandino e noto una macchina di sangue sul viso, istintivamente piango e accarezzo quel punto esatto, quel sangue era di Daniele, ma era stato lui stesso con la sua carezza a lasciarlo lì, subito Marco mi raggiunge e mi sorregge da dietro, in modo che io posso continuare a guardarmi, gli faccio notare che il sangue non si toglie più,ma lui mi dice che con l'acqua si scioglie, guardo le sue mani,sono sporche come le mie, perché non si era fatto problemi a toccare mio fratello, mi nostra con una mano, mentre con l'altra continua a sorreggermi che a contatto con l'acqua il sangue si scioglie, mi chiede se voglio togliere il mio, ma io dico di volerlo tenere ancora un po', lui sembra capire, io gli dico che se lui vuole può togliere definitivamente il suo, ma lui dice che lo farà dopo con me.
Mi dice di magiare in modo da potermi dare un antidolorifico, ma io non ho proprio voglia, lo stomaco è chiuso, insiste dicendo di provarci di farlo per lui, acconsento e lui mi prende in braccio e mi porta in cucina, apre il frigorifero e io ricordo che è quasi vuoto, perché oggi ero andata a fare la spesa, perché avrei cucinato per mio fratello, piango, mi guardò intorno, ogni angolo di questa casa mi ricorda lui, noi siamo cresciuti qui dentro, poi ultimamente stava più qui, che a casa sua, perché lì c'erano i ricordi con Elisa e gli faceva male, ora capisco ciò che provava in pieno.
Dico chiaramente a Marco che non posso stare qui, subito mi tranquillizza, mi chiede se voglio a dare da Manu, ma io rifiuti ci sono i bambini e non riuscirei a far finta di niente è l'ultima cosa che voglio, è farmi vedere così, Marco mi chiede se voglio andare a cass sua e forse d l'unica soluzione, non sono mai stata a casa sua, di conseguenza non c'è nulla che mi ricordi mio fratello, acconsento e lui subito mi dice che va a prendere un cambio, rimango sola e fisso un punto, mentre rivedo il viso sorridente di mio fratello, questa era l'ultima immagine di lui, poi ricordo lui a terra, che con un filo di voce mi dice " ti voglio " voleva dirmi ti voglio bene e non c'è riuscito, ma la sua carezza ha detto molto di più, almeno non è morto da solo, ma tra le mie braccia. Marco torna e mi mette le scarpe, mi prende in braccio e io subito stringo le gambe intorno hai suoi fianchi e metto il mio viso nell'incavo del suo collo, usciamo, vedo la mia macchina e anche quella di Daniele, so che ci stiamo avvicinando al punto e Marco le lo conferma stringendomi più forte, io ricambio la stretta, come per digli che ho capito e lui mi dice di chiudere gli occhi, lo faccio, anche se non serve a molto, perché ho l'immagine ben impressa nella mia mente.
Apre la porta di casa, con una mano accende una luce e con il piede chiude la porta.
Mi mette seduta sul divano, toglie la tracolla con i miei vestiti, mi accarezza il viso < ti preparo qualcosa da mangiare, tu rilassati un po'> annuisco, mi guardò intorno, vorrei ammirare casa, ma non ho le forze, mi rannicchio sul divano e tra una lacrima silenziosa e l'altra mi addormento.

Non lasciare la mia mano Where stories live. Discover now