Rushing into the Darkness

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*⚠️WARNING⚠️*
Questo capitolo contiene un linguaggio esplicito, non adatto ad un pubblico di lettori più sensibile.

Mi sveglio di soprassalto, avida d'aria, come se stessi finalmente tornando a respirare dopo una lunga apnea.
Intorno a me è tutto nero, sono avvolta nella più completa oscurità.

Cos'è successo?
Dove mi trovo?

Mi accorgo di esser seduta sopra una sedia, con le braccia bloccate.
Ho un fortissimo mal di testa, pulsante e lancinante.

Sento qualcosa di caldo scorrermi lungo la guancia. Capisco subito che si tratta di sangue dal forte odore di ferro che mi riempie le narici. Credo di avere una ferita piuttosto profonda, sulla fronte.

Improvvisamente, riacquisto la lucidità e mi riprendo dalla confusione mentale:
Ricordo perfettamente cos'è successo prima di perdere i sensi. Nella mia mente riappare l'immagine dell'uomo senza volto, intento a fissarmi nell'oscurità.

Michael è qui, ci ha trovate.

Devo chiamare la polizia.

Sento dei rumori, rumori di una lotta.
Le grida di Jessy, il frastuono di legno che si spezza.

La mia paura cresce, dirompente come un incendio, ad ogni suo urlo.
Devo correre da lei.
Ma è tutto buio...

Perché non vedo niente?

Nello stesso momento in cui me lo sto chiedendo, mi accorgo di qualcosa che preme contro i miei occhi.

Sono bendata, con le caviglie ancorate alla sedia e le mani legate dietro lo schienale.

Devo liberarmi e precipitarmi ad aiutarla.
SUBITO.

Come prima cosa, devo rimpadronirmi della vista e togliermi questa maledetta benda dagli occhi.

Abbasso la testa verso la spalla destra, provando a spostarmela, in un assoluto stato di agitazione.
Non è eccessivamente stretta, dovrei farcela.

Cazzo!
Non ci arrivo.

Butto la testa all'indietro, digrignando i denti in piena frustrazione ed esasperazione.
Sento il sangue ribollirmi in una rabbia irrefrenabile.

Ouch.
Sbatto con la nuca contro il muro.

Ho un'illuminazione, un'idea improvvisa risvegliata dall'adrenalina del momento.
Inizio a saltare con il corpo per ruotare la sedia di centottanta gradi.
Faccio dei piccoli saltelli, lentamente, per non far rumore e per non rischiare di cadere con tanto di sedia appresso.

Dopo pochi secondi, mi trovo finalmente faccia a faccia contro il muro.
Sfregando le tempie e la fronte contro la parete, riesco piano piano a sollevare la fascia.

Meno uno.

Rieseguo nuovamente l'operazione di prima, rigirandomi nella posizione originaria. Questa volta è molto più semplice, grazie al vantaggio della vista, sebbene l'ambiente sia illuminato solo da una luce fioca e soffusa.

Sento altri rumori provenire dalla stanza affianco. Dev'essere Michael che tenta di sfondare la porta della camera di Jessy.

Bastardo.
Se mai uscirò viva da qui, te la farò pagare per tutto...
Con le mie stesse mani.

Ho una paura folle, nonostante le limitate chance di uscirne viva.
Non sono pietrificata dalla paura, l'adrenalina in circolo mi fa restare lucida.
O forse è solo l'istinto di sopravvivenza, che mi spinge a combattere.

Duskwood Legends [Italian Version]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora